La Madonnina sospesa sul baratro

 Giovanna Rezzoagli

Il dissesto idrogeologico ha duramente segnato il territorio su cui era stato costruito il primo Torrio, il minuscolo paese ai confini tra le provincie di Piacenza e Genova che ha ospitato persino una dogana ai tempi del Ducato di Parma e Piacenza. Una frana di dimensioni sempre più ampie si sta lentamente portando via ciò che resta del nucleo originale del paese, ricostruito successivamente due volte negli ultimi cento anni, sino ad assumere le dimensioni attuali che lo vedono saldamente arroccato sul pendio più ripido. Esiste ancora una stradina che permette l’accesso alla zona più vecchia, ed è tuttora possibile osservare alcune case che ancora non sono crollate, anche se sono tutte gravemente lesionate. L’atmosfera è affascinante e spettrale al contempo. Vi sono due costruzioni che si sono piegate sino ad appoggiarsi l’una all’altra come per confortarsi in silenzio. I vetri delle finestre sono stati spaccati a pietrate da qualche povero annoiato da più di vent’anni, però l’ultima volta che sono stata in questo luogo ancora il vento muoveva lembi di tendine di pizzo confezionate con chissà quanta cura da povere mani screpolate a furia di lavare panni nel gelido torrente che scorre indifferente poco distante. Al centro di questo frammento di passato vi è una piccola cappella, che custodisce una delicata icona raffigurante la Vergine Maria. Poche decine di metri oltre, il baratro. Questa piccola cappella, talmente piccola da contenere una sola persona al proprio interno, ha incredibilmente resistito al dissesto, subendo nel tempo solo una lieve inclinazione. Il senso di quiete e di calma che si avverte in quel luogo sperduto è indescrivibile, si ha persino l’illusione di potersi riconciliare con la realtà tormentata del vivere, anche se per poco. Nel 2007 questa piccola ed antica espressione di devozione è stata restaurata nel suo involucro esterno, ma nulla si può per fermare la frana che incombe, e presumo che col tempo sia ipotizzabile un trasferimento dell’immagine sacra nel territorio sicuro ove le famiglie hanno ricostruito le loro case. A Torrio vi sono ben sei cappelle dedicate alla Madonna, cui nel mese di maggio ogni sera si dedicava la recita del rosario, ogni sera vicino ad una di esse. Ricordo ancora che nelle terse ma fredde sere in cui ci si recava in prossimità della “Madonnina sospesa sul baratro”, era possibile vedere persino i pipistrelli uscire indisturbati dalle case in rovina circostanti. In questi giorni è caduta abbondante la neve, immagino che il silenzio che lenisce l’animo sia ancora più intenso e carezzevole, vicino alla Madonnina che osserva il precipizio che si avvicina.