Libertà di stampa e di pensiero

 Giuseppe Lembo

Sono un giornalista libero; da 40 anni ho sempre espresso liberamente il mio pensiero, le mie idee, il mio confronto con gli altri; ho fatto mie e trasmesse agli altri, tutte quelle notizie che ho ritenuto opportuno comunicare per il bene del sapere umano, della conoscenza e dell’informazione utile alla gente, per farla crescere culturalmente e per farla vivere meglio insieme agli altri. Ho sempre pensato, come obiettivo etico da raggiungere, all’importanza della comunicazione autentica, il frutto del ricercare le notizie non gridate, ma necessarie alla gente che ha sempre più bisogno di credere nella libera stampa, nell’informazione basata, prima di tutto, sulla libertà dell’uomo e non strumento funzionale a questo o quel potere esercitato a danno dell’uomo. Questo mio pensiero, questo mio forte coinvolgimento e questo mio agire, finalizzato al comunicare agli altri conoscenza, saperi, notizie, ha visto nel corso dei decenni un crescente imbarbarimento del giornalismo; tanto è stato conseguente anche ai comportamenti innaturali del giornalismo gridato, del giornalismo potere, del giornalismo sempre più indifferente alla gente, ma attento ai soli privilegi, il frutto di un’indecente svendita quotidiana del proprio pensiero e del proprio mestiere, che dovrebbero essere improntati alla libertà delle idee, al fare condiviso e soprattutto all’etica del proprio vivere solidale insieme agli altri. Purtroppo, il cedimento dei valori a base di una professione bella, ma delicata, ha portato di fatto ad una crisi profonda del giornalismo vero, sempre più presente ed in prima linea come giornalismo potere, come giornalismo strumentalmente attento a costruire il consenso senza se e senza ma, alimentando il chiacchiericcio e sostituendo, soprattutto, attraverso la presenza invasiva sulla piazza mediatica che ha ormai cancellato quella vera, al dialogo lo scontro, al confronto le sceneggiate di nessuna utilità per la gente che da indifferente, è vittima di un comunicare per niente interessato all’uomo ed al suo futuro. Il mio è uno sfogo amaro, per la delusione dovuta ad un giornalismo senz’etica, fortemente ingannevole e privo di scrupoli per il danno enorme che provoca al cittadino e più in generale alla società, dove, per effetto della disaffezione in atto, conseguente alla mancanza del comunicare autentico, si legge sempre meno e si diventa sempre più vittime del virus del dominio che viene da un mediatico invasivo entrato ormai a far parte della quotidianità della gente il cui modello di vita dominante è quello del rifiuto del sapere, della cultura, della conoscenza; si preferisce esprimersi, svuotando il cervello, per riempire a crepapelle lo stomaco, sempre più affaticato da un mangiare ricercato come godimento essenzialmente quantitativo di cibo portato alla bocca per bloccare le insofferenze e le nevrosi dell’uomo, sempre più solo con se stesso. La libertà di cui godo fortemente è quella di non essere sottomesso alle volontà altrui; di non essere dipendente dell’altrui potere e di non essere un servo sciocco, né chierico asservito a chi, attraverso il comunicare vuole dominare gli altri, assoggettandoli al proprio volere, con scelte condizionate calate dall’alto; purtroppo, non sono per niente, scelte di libertà.