Il Vaticano “sdogana” E.T.

 Salvatore Ganci

Sorprendente come la Scienza sia sempre all’avanguardia presso la Pontificia accademia delle Scienze. In buona sostanza padre José Funes ha osservato che, semmai ci saranno, incontri ravvicinati del terzo tipo saranno da considerarsi semplici  “incontri di culture”. E’ bello ed è anche profondo che a conclamare ciò il Vaticano ci arrivi nel novembre del 2009. Nel “Dizionario Filosofico” di Voltaire, quando la Scienza era appena arrivata ad accettare (non senza riluttanze ed ostacoli) che i moti celesti e i moti alla superficie della terra obbedivano alla stessa “legge dell’inverso del quadrato della distanza” di Isaac Newton, si legge (peraltro marginalmente alla voce “Grazia”): “Essi” (certi Filosofi) “pensano che l’eterno Demiurgo, che ha dato legge a tanti milioni di mondi gravitanti gli uni verso gli altri, e li mantiene nell’osservanza di queste Leggi, non abbia previste infrazioni a vantaggio di nessuno …” . Ma, come gustoso finale della voce “Dogmi” si legge “…in nome dell’eterno Creatore, Conservatore, Remuneratore, Vendicatore, Misericorde ecc. ecc: sia noto a tutti gli abitanti dei centomila milioni di miliardi di mondi che ci piacque di creare, che Noi non giudicheremo mai nessuno dei detti abitanti sulle sue stravaganti concezioni, ma unicamente in base alle proprie azioni; perché tale è la nostra giustizia”. E chiama “granellino di sabbia dove sono nato” la nostra Terra. Temo che padre Funes non possa che avere scoperto l’acqua calda e, per di più, anticipato ampiamente dello  scomodo” Voltaire (che, peraltro, ha un senso religioso e teista indiscutibile).  Nel momento in cui si vengono a scoprire pianeti al di fuori dal periferico e misero “sistema solare” penso che anche i bambini piccoli non possano che prendere atto della seria possibilità dell’esistenza di “forme di vita aliene” (intendendo per “vita” il processo che comprende  la nascita, la riproduzione e la morte di una creatura). Mi pare sia solo una questione di statistica ipotizzare un pianeta non dissimile dal nostro. Ma per buona pace di padre Funes, “Star Trek”, con  il mitico capitano Kirk e il secondo Ufficiale Dr. Spock, ha già provveduto ad educare i nostri figli a questa non remota possibilità. Trovo molto profonda la lezione di “tolleranza” tra civiltà e culture diverse, offerta in questi telefilm, tolleranza che (la storia insegna) non sempre è stata riservata ai nostri stessi simili qui sulla Terra. Peccato solo che la Teoria della Relatività ci ponga la velocità della luce nel vuoto come un limite invalicabile  (senza nulla togliere al capitano Kirk e al Dr. Spock). Tale limitatezza rende purtroppo poco probabile  un incontro ravvicinato con E. T. ma se entro un attimo nella mente di Voltaire mi viene spontaneo pensare che il “Creatore” visti i milioni di uomini sgozzati in suo nome, abbia voluto ridurre la possibilità del ripetersi di tale fenomeno.