Spiritualità:la Vergine Maria nell’insegnamento del Curato d’Ars

  don Marcello Stanzione
La vita del Curato d’Ars è essa stessa la migliore predica mariana che ci abbia data. Possiamo nondimeno cercare di cogliere l’essenziale dell’insegnamento che ricevevano i parrocchiani ed i pellegrini che lo sentivano parlare della Santa Vergine.Le fonti alle quali dobbiamo ricorrere per questo sono, è vero, poco abbondanti. Sono essenzialmente le note prese da diversi ascoltatori nel corso dei suoi famosi catechismi od al seguito delle sue predicazioni. La migliore di queste note figura nella raccolta manoscritta di Faure de la Bastie, che l’abate Monnin ha utilizzato, trasponendolo un poco e completandolo con l’aiuto di quaderni oggi scomparsi, nel suo prezioso opuscolo: Lo spirito del Curato d’Ars.Dalla mano stessa del Santo, noi non possediamo che i sermoni dei suoi primi dieci anni di ministero. Ve ne sono tre che sono consacrati alla Madonna: uno celebra la Natività della Vergine; un altro, le grandezze di Maria e la sua Assunzione; l’ultimo, il santo Rosario. Restano, i sermoni che trattano la misericordia di Dio, la speranza, la purezza, che costituiscono una fonte apprezzabile  riguardo alla Madre di Cristo.Questi testi autografi costituiscono, a prima vista, delle fonti più sicure dei quaderni dei fedeli abitudinari del pellegrinaggio. Eppure all’esame, sembra che le pagine manoscritte del Curato d’Ars sono il più sovente le annotazioni di frammenti contrapposti delle raccolte di sermoni e delle opere religiose del tempo. Da questo fatto, non si saprebbe estrarre il succo di una dottrina originale.Ciò non significa affatto che si debbano considerare queste composizioni come prive d’interesse. Per importante che sia la parte presa e copiata da altri che vi si scopre, esse sono esattamente quello che, per degli anni, il santo pastore ha predicato. Egli le ha, per quanto poteva, fatte sue, dando loro qui e là l’impronta della sua maniera da curato di campagna, del suo stile scorretto e maldestro, riuscendo così a comunicare loro qualcosa del suo personale accento.Venne il giorno, del resto, in cui il predicatore, trattenuto quasi in maniera costante nel confessionale, non ebbe più il tempo di preparare i suoi sermoni. Egli parlò in abbondanza, e quello che si conosce delle sue improvvisazioni manifesta, senza dubbio, che s’ispirasse alle sue laboriose compilazioni anteriori. Le reminiscenze vi abbondano. Egli ha fatto delle sue concentrazioni la sua dottrinale riserva. Da quel momento, nulla è vietato nel cercare nei suoi poveri quaderni uno scorcio di quello che manca nelle troppo brevi relazioni che possediamo delle sue improvvisate lezioni di catechismo delle ore 11.I sermoni manoscritti del santo sono stati pubblicati, ma gli editori non hanno creduto poterli consegnare ai lettori nel loro stato originale. Li hanno emendati, messi in ordine, parzialmente ricomposti, togliendo loro con ciò stesso quello che già permette di riconoscervi il Curato d’Ars che ci è familiare.