Lettera sulla felicità

Angelo Cennamo

State tranquilli, non ho nessuna intenzione di scomodare Epicuro, nè sono così folle da pensare di emularlo. Vi lascio queste poche righe solo per invitarvi a fermare per un attimo il vostro tempo e a riflettere sul misterioso senso della vita. Giorni fa, ho incontrato un amico che non vedevo da diversi anni. Gli ho rivolto una domanda banale, se volete, inusuale. Gli ho chiesto : sei felice? Dopo qualche attimo di esitazione, mi ha dato la migliore risposta possibile : lo sarò. Le sue parole mi hanno folgorato. Ho pensato che quella risposta era la sintesi di uno stato d’animo molto profondo che mal celava una sottile amarezza. “Lo sarò” nasconde, però, una verità più grande : la felicità si colloca nel futuro. Per esser felici occorre sperare, aver fiducia o fede, se siamo credenti. La felicità è desiderare; dunque proiettarsi nel domani con la convinzione di poter raggiungere il sogno. La felicità è una conquista, si guadagna un passo alla volta. Forse non arriveremo mai alla meta. Ma questa è un’altra storia