Salerno:al Teatro dei Barbuti Ugo Pagliai e Paola Gassman

 Lunedì 31 agosto, alle ore 21.30, in Largo S. Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, nell’ambito della XXIV edizione del Teatro dei Barbuti, andranno in scena Paola Gassman e Ugo Pagliai con “Luoghi indiscreti della memoria”, percorso poetico nei ricordi. Una piccola grande antologia poetica, un percorso poetico nei ricordi, letture di versi, frammenti letterari, brani di un percorso nella lunga carriera teatrale dei due artisti. Lo spettacolo- recital si avvale anche di un importante contributo musicale affidato all’esecuzione di brani contemporanei e classici con il quartetto d’archi “Ars Musica”. Si attingerà molto ai capolavori del Novecento: da Auden a Lorca, da Neruda a Pasolini. Ugo Pagliai e Paola Gassman. Una coppia di artisti unita nella professione e nella vita: lui volto e voce famosi di tanti sceneggiati televisivi di successo, come «Il Conte di Montecristo» e «Il segno del comando», e quindi di spettacoli importanti, frequentando autori impegnativi, da Svevo a Strindberg, da Euripide a Shakespeare, lei figlia d’arte. Il padre è il grande Vittorio Gassman, sua madre l’apprezzata attrice di prosa Nora Ricci, il nonno Renzo Ricci e il bis nonno Ermete Zacconi. A Bologna propongono una serata di poesie intitolata «Luoghi indiscreti della memoria». Lo spettacolo – recital si avvale anche di un importante contributo musicale, affidato al chitarrista classico Massimo Scattolin. Ingresso libero.«Abbiamo scelto questo titolo» dice Ugo Pagliai, «perché il nostro sarà un breve, ma intenso percorso nella poesia. La scelta dei brani è spesso suggerita da memorie personali e intime, in quanto tali appunto “indiscrete”. Si ripercorrono affetti, i più diversi, della vita e dei sentimenti come l’amore, i ricordi, l’impegno, civile e religioso». I due attori spiegano così l’esperienza di recitare la poesia in giro per l’Italia: “Siamo sempre colpiti da quanto il pubblico ama la poesia e corra ad ascoltarla. Questo invoglia noi attori a proporla, anche quella più conosciuta, magari avvicinata sui banchi di scuola. Riascoltandola ci si accorge della ragione per cui gli insegnanti insistevano tanto su certi autori o su alcuni testi e spesso si dice: se ce li avessero insegnati e fatti studiare in un altro modo sarebbero stati ancora più compagni della nostra vita. Con la poesia si può tutto: pensare, sorridere, piangere. È meravigliosa la sintesi che riesce a fare della nostra vita”.