Salerno: al Teatro dei Barbuti Gianfranco Iannuzzo con “recital”

 Giovedì 27 agosto, alle ore 21.30, in Largo S. Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, nell’ambito della XXIV edizione del Teatro dei Barbuti va in scena un grande artista del teatro italiano: Gianfranco Iannuzzo in “recital”. Jannuzzo è siciliano e, come tale, conosce bene pregi, difetti, credenze e caratteri dei suoi conterranei. Avendo fatto scuola da Gino Bramieri, e dopo aver calcato le scene di tutta Italia, però, se la sa cavare egregiamente anche coi dialetti del Nord, oltre che con gli aspetti caricaturali più gustosi dei suoi abitanti. Nello spettacolo mette se stesso al servizio di alcuni tra i più celebri luoghi comuni sui meridionali, e non, raccontando aneddoti, freddure, inscenando barzellette e ripescando grotteschi episodi di un ipotetico vissuto da lavoratore emigrante al nord.  E la sua forza sta proprio nella duttilità con la quale affronta ogni sfumatura delle diverse cadenze dialettali di ogni regione, nella scioltezza con cui cambia proponendo un continuo e incalzante confronto. E’ lo stesso attore-autore-regista a raccontare la genesi e le radici di questo spettacolo: “Ho sempre cercato di raccontare gli italiani attraverso l’uso dei nostri dialetti, convinto come sono, che essi abbiano, per la loro naturale immediatezza, spontaneità, ricchezza di sfumature, una forza di comunicazione straordinaria e che rivelino, quasi sempre, il carattere, l’intima indole di chi li adopera: Veneti, Calabresi, Liguri o Campani che siano. Siamo tutti orgogliosi di essere Lucani o Lombardi, c’è sempre in tutti noi tanto sano campanile, ma alla fine siamo semplicemente orgogliosi di essere Italiani. “Recital” è uno spettacolo nel quale accanto a quelli che considero i miei “cavalli di battaglia” presento alcuni brani inediti. Racconto la mia Sicilia, così come l’ho vissuta e conosciuta; la Sicilia che ho imparato ad amare grazie all’amore che ne avevano e ne hanno i miei genitori. Una Sicilia allegra e amara, spensierata e triste, meravigliosa e spietata, solare e introversa, indolente e attiva. Isola, forse, ma sicuramente Ponte per mille culture. Ne racconto le contraddizioni. La Sicilia ricca, fertile e ubertosa di Federico II “Stupor Mundi “e la Sicilia umiliata, ferita e vilipesa delle stragi e dei caduti “Orror Mundi”. E raccontando la Sicilia racconto noi Italiani che con il nostro straordinario senso dell’umorismo sappiamo ridere di tutto e di tutti e soprattutto, cosa ancora più importante, di noi stessi.