Salerno: i Tarli per il Ferragosto ai Barbuti

A Ferragosto come sempre il Teatro dei Barbuti di Salerno rimane aperto con appuntamenti di rilievo. Sabato 15 agosto, alle ore 21.30, ritorna uno storico gruppo di cabaret nato oltre trent’anni fa: I Tarli. All’anagrafe Marino Cogliani, Gianfranco Casaburi, Giancarlo Coppola ed Enzo Tota. Ingresso 10 €. Nato nel 1978 al Teatro Sangenesio di Salerno, il gruppo ha al suo attivo diversi spettacoli nelle reti Rai e Mediaset e soprattutto presso il mitico Folk Studio di Roma e lo Zelig di Milano.  I Tarli non si limitano a “far ridere” come interpreti di comicità ma scrivono essi stessi i loro spettacoli. Nel loro repertorio figurano infatti ben dieci  spettacoli  originali, scritti e rappresentati dai quattro,  laureati tre in giurisprudenza ed uno in matematica, accomunati da una antica amicizia e dalla passione per la musica ed il teatro. Al centro di gag, battute e scenette l’attualità, la satira di costume, la satira politica e quant’altro fa parte della migliore tradizione del cabaret. L’ultimo spettacolo, scritto e rappresentato in ordine di tempo è “Paccheri”. Domenica 16 agosto, alle ore 21.30, in Largo S. Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, nell’ambito della XXIV edizione del Teatro dei Barbuti va in scena Benedetto Casillo con la sua versione e regia de “Il Medico dei Pazzi” di Eduardo Scarpetta. Con lui una compagnia numerosa (15 attori ) e affiatata, oltre ad un allestimento scenografico di grande ricchezza. Ingresso 15 euro. Benedetto Casillo, nel pieno rispetto dello spirito del testo originale, ha adattato il copione alle sue personali corde interpretative. Ha snellito i dialoghi, riscrivendoli in un linguaggio più vicino ai giorni nostri. Ha aggiunto nuove battute. Ha dato spazio alla fantasia. Ha confezionato uno spettacolo semplice, senza effetti speciali. Un gioco fanciullesco, per ridere di gusto, come si rideva una volta. Senza volgarità.Delle opere di Scarpetta è certamente una delle più popolari e rappresentate. Cavallo di battaglia di molti grandi interpreti del nostro teatro di tradizione. Un gioiello di comicità. Un continuo susseguirsi di equivoci e situazioni imbarazzanti. Una galleria di personaggi pittoreschi, a volte grotteschi, altre volte surreali, sempre esilaranti. Arcinota la tram. Felice Sciosciammocca, sindaco di Roccasecca, decide di regalare ai suoi concittadini un attrezzatissimo manicomio. Fiore all’occhiello della sanità locale. Un manicomio può sempre essere utile. Anche se l’antico adagio popolare ammonisce: E pazze stanno ‘ a fora. Primario dell’ospedale sarà Ciccillo, adorato nipote del sindaco. Prima dovrà laurearsi, però. E per questo lo zio lo ha mandato a studiare a Napoli. Ma Ciccillo è poco portato per lo studio. Chillo va pazzo(!) per il gioco e per i divertimenti. E pè stu fatto ha contratto più di un debito. Ah, se venisse a saperlo lo zio!No, ‘o zio nun l’hadda sapè! E’ na parola. Che ti combina il destino? Un bel giorno Don Felice decide di recarsi a Napoli, per accertarsi di persona dei successi universitari del nipote . come vanno gli esami? Arriverà la lode? La visita dello zio mette in grande apprensione il giovanotto negligente, svogliato e pure bugiardo. Ciccillo escogita un ultima disperata mossa.