Bambini a scuola di “ecologia”

 Salvatore Ganci

Un bambino in tenuta mimetica seduto su una balla di fieno. Vicino a lui un fucile, mentre con un fischietto da caccia rivolge lo sguardo verso il cielo. E’ questa l’immagine utilizzata dalla Federcaccia per la campagna di tesseramento del 2009. Alla base del manifesto, sotto il logo dell’associazione, campeggia una scritta: “Conserviamo il nostro futuro”. “Un concetto, quello di avvicinare i più giovani alla caccia per salvarla dall’estinzione, espresso anche dal presidente nazionale di Federcaccia, Gianluca Dall’Olio, nel suo editoriale pubblicato su “Il Cacciatore Italiano“. “Per evitare il proprio declino – scrive nel suo editoriale Dall’Olio – la caccia deve trasferire i propri valori ai più giovani. Senza ricambio generazionale rischia la scomparsa. E’ proprio in giovane, a volte giovanissima età, che la stragrande maggioranza di molti di noi ha cominciato a frequentare la natura e conoscere la fauna selvatica“. La notizia è anche su Mediavideo e, non me ne vogliano gli animalisti, non è contro questa “pratica sportiva” e “rispettosa della Natura” (almeno a detta dei cacciatori) che provo avversione. Mi preoccupa solo, mentre siamo a cercare funghi in un bel boschetto di nostra proprietà, di sapere di persone legittimate a girare armate e ricevere (per sbaglio) una scarica di pallettoni per cinghiali perché il boschetto non è recintato con del filo spinato e pertanto i cacciatori hanno diritto a libero accesso e libero sparo. Sono stati introdotti controlli capillari sulla guida tramite test alcolemici e tossicologici e le sanzioni sono (giustamente) pesanti. Nessuno ha pensato che dei cittadini girano armati  nei boschi, magari con una buona fiaschetta di grappa per scaldarsi, sì, proprio quella proibita a chi guida,  pronti a far fuoco ad ogni cespuglio mosso per cui i “paurosi” non possono dedicarsi alla raccolta dei funghi. Chi controlla e garantisce che il cacciatore armato non sia equivalente ad un “giovane frettoloso” che dopo una sniffatina e 5 Martini non trova il pedale del freno e ferma l’auto su mezza dozzina di corpi? Forse ci sono in gioco gli interessi delle nostre (eccellenti) fabbriche di armi? Eppure … un modo ci sarebbe contenti quasi tutti: perché lo Stato non consente “di tirare fuori le armisolo all’interno di  “riserve protette e rigorosamente recintate” dove mettere dentro tutti i cacciatori (dalla terza età ai giovani destinati a salvare la caccia dall’estinzione) con tutte le loro cartucce e le borraccette di grappa  a scovare quei pochi animali sopravvissuti all’estinzione? Ovviamente facendo pagare loro profumatamente questa “passione”. Se il tutto è ben recintato e chi è dentro non può sicuramente uscire, che sparino sobri o riscaldati da un po’ di grappini è affar loro … Finita la mattanza si ripopola la riserva. Così siamo quasi tutti contenti (cercatori di funghi inclusi).