Spiritualità: Cristianesimo, ostacolo al progresso scientifico?

 don Marcello Stanzione

 Se si frequentano le librerie si nota un fenomeno facilmente osservabile e, per noi credenti, estremamente allarmante : sono sempre più editi libri che propagano l’ateismo militante e intentano un attacco diretto alla religione in genere e al Cristianesimo nella sua forma cattolica in particolare dove si propone “lo sbattezzo” come scelta veramente intelligente. Questo fenomeno editoriale che ha partorito diversi best-sellers può essere visto come una ripresa dello scientismo ottocentesco, che si autopresenta come “naturalismo scientifico”, per il quale la scienza, soprattutto nella sua versione evoluzionista, avanza la pretesa di essere una spiegazione esauriente ed esaustiva della realtà. I teorici di questa nuova ondata di ateismo enfatizzano la scienza, tanto che il loro ateismo è chiamato anche “ateismo biologistico”. Uno di questi teorici dell’ateismo contemporaneo lo statunitense Sam Harris afferma categoricamente che si può liberare il mondo dalla fede e dalla religione non con la violenza, ma con la ragione e la divulgazione della scienza. E’ evidente che per essi il Cristianesimo ed in particolare la Chiesa Cattolica con il suo oscurantismo clericale si sarebbe sempre opposta al progresso scientifico. La verità è invece che se l’Occidente si è contraddistinto come il terreno da cui è partito l’autentico sviluppo scientifico e tecnologico, ciò è avvenuto grazie proprio al Cristianesimo. Il processo di “planetarizzazione”  del nostro mondo è ha avuto origini nel bacino del Mediterraneo. A coloro che obbiettano che sia stata la cultura greca e non quella cristiana ad orientare la civiltà mediterranea allo spirito scientifico e tecnologico si dimostra facilmente che lo spirito greco è stato certamente importante ma non determinante. Infatti nel pensiero di massima fioritura del pensiero greco, in Mesopotamia vi era un grado di sviluppo tecnico superiore a quello dell’intero contesto del bacino del Mediterraneo. Fu solo dopo il diffondersi del Cristianesimo che in quest’area è riscontrabile una evidente accelerazione del progresso tecnologico. Nella antica Grecia la conoscenza scientifica non sempre si accompagna alla necessità di migliorare le condizioni materiali di vita ciò vale per Aristotele e per lo stesso Archimede, malgrado che le macchine inventate da lui siano assai sofisticate. Il Cristianesimo poiché crede nell’incarnazione di Dio in Gesù di Nazareth non può demonizzare il corpo e le sue realtà materiali. La dottrina dell’incarnazione del Verbo si colloca in una antropologia che valorizza l’individuo in tutti i suoi aspetti. Questa antropologia biblica non si limita a valorizzare la positività del creato. “Dio vide che era cosa buona”, ma anche la centralità dell’uomo all’interno della creazione: “ E Dio disse: “ facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”  e quindi la legittimità dell’uomo di dominare la natura. “ e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo” (Gen. 1). Inoltre nel Cristianesimo l’accettazione di una logica realista come ad esempio con il principio di non contraddizione, rendono possibile l’indagine scientifica. L’astronomo Jaki nel suo libro “ Dio e i cosmologi” afferma che il Cristianesimo introducendo la distinzione fra il soprannaturale ed il naturale permise di considerare tutta la natura governata dalle stesse leggi. Infatti se ci si convince che la natura è una manifestazione del divino, essa diventa intoccabile. Non così invece con la concezione giudaico-cristiana, laddove la natura si presenta come realtà creata e quindi modificabile dall’uomo. Una certa storiografia ideologizzata di sinistra ha sempre presentato il Medioevo come epoca di oscurantismo e di barbarie. In realtà i secoli del basso Medioevo, epoca che si è volutamente costruita sul cristianesimo, furono secoli di grande sviluppo scientifico e tecnologico. Un rinomato storico della scienza, Jean Gimpel afferma che in tale epoca ci fu una vera e propria rivoluzione industriale. Gimpel scrive: “ La prima rivoluzione industriale risale al medioevo. I secoli XI, XII, XIII, hanno creato una tecnologia sulla quale la rivoluzione industriale del secolo XVIII si è appoggiata per il suo sviluppo. In Europa, il Medio Evo ha sviluppato in tutti i campi l’uso delle macchine, più di qualsiasi altra civilizzazione. E’ uno dei fattori che più determinano la preponderanza dell’emisfero occidentale sul resto del mondo”. Non sto adesso ad elencare la sfilza sterminata di scienziati appartenenti ai membri del clero secolare o agli ordini religiosi cattolici oppure ai laici devoti. Comunque il pregiudizio, alimentato ideologicamente dalle lobby ostili alla Chiesa,  che il Cristianesimo sia di ostacolo al progresso scientifico è duro a morire, significativo è stato a tale riguardo l’assegnazione del Premio Nobel per la Fisica nel 2008. Tale premio è stato assegnato agli scienziati giapponesi Makoto Kobayaschi e Toshihide Maskawa per la scoperta indicata genericamente, in ambito scientifico, con il nome Cabibbo- Kobayaschi –  Maskawa ( o matrice Ckm, dalle iniziali dei tre ricercatori). Il vero padre dell’importante scoperta è però il prof. Nicola Cabibbo, già professore di fisica delle particelle elementari all’università di Roma, nonché Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dal 1983 al 1992 e dell’Enea e dal 1993 Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. In merito alla vicenda, Roberto Petronzio, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha dichiarato di  “essere lieto che il Premio Nobel sia stato attribuito a questo settore della fisica che sta avendo sempre più attenzione da parte di tutto il mondo e dal quale ci aspettiamo fondamentali scoperte che aumenteranno la nostra comprensione sull’universo”. “ Tuttavia –ha sottolineato- non posso nascondere che questa particolare attribuzione mi riempie di amarezza”, perché i due ricercatori giapponesi “ hanno come unico merito la generalizzazione, peraltro semplice, di un’idea centrale la cui paternità è da attribuire al fisico italiano Nicola Cabibbo che, in modo autonomo e pionieristico, ha compreso il meccanismo del fenomeno del mescolamento dei quark, poi facilmente generalizzato dai due fisici premiati”. Critico anche il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), il fisico Luciano Maiani, il quale ha ricordato che il lavoro di Cabibbo ha rappresentato una svolta storica per l’Europa”, ed ha commentato che “non c’è confronto con il lavoro svolto da Kobayaschi  e Maskawa: il loro contributo è stato indubbiamente importante, ma la strada era stata aperta dal lavoro di Cabibbo”, Per Enzo Boschi, fisico e presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), “ il premio Nobel per la fisica andava assegnato solo ed esclusivamente a Nicola Cabibbo, che nel 1963 ha aperto il più grande filone della fisica moderna”. Sempre secondo Boschi  l’esclusione di Cabibbo da Nobel è “ probabilmente la più grande ingiustizia che l’Accademia svedese delle Scienze abbia mai fatto in tutta la sua storia”. Fabio Malaspina, docente di fisica al master di Scienze Ambientali della Università Europea di Roma, si è chiesto se l’esclusione di Cabibbo non sia dovuta al suo essere cattolico convinto, “Speriamo che nel futuro il Comitato renda note le motivazioni della sorprendente scelta- ha precisato Malaspina- altrimenti sarebbero confermate le voci che vedono, dopo la premiazione di Madre Teresa di Calcutta, i cattolici estromessi a priori dalla competizione”. Al
tri due, infatti sono stati i casi eclatanti di esclusione di illustri cattolici dal famosissimo premio svedese: il professore Jerome lejeune, il medico che scoprì e cercò di curare la Trisonomia 21 (sindrome down), escluso dal Nobel perché si opponeva all’aborto; e papa Giovanni Paolo II a cui fu negato il Premio Nobel per la Pace, perché a capo di uno stato, la Città del Vaticano, che, secondo la commissione giudicatrice dei Nobel, “discriminerebbe le donne”. Alla domanda sul perché i cattolici sarebbero discriminati, Malaspina ha risposto: “ La premiazione di Cabibbo forse avrebbe messo in luce che tanti credenti sono stati grandi scienziati e che scienza e fede non sono in contrapposizione come alcuni matematici che hanno ampi spazi sui mass-media, cercano di farci credere”. Per cui in conclusione, altro che Chiesa contro la scienza!