E nel frattempo? …

 Salvatore Ganci

Con buona pace di Pecoraro Scanio e dei sognatori dei mulini a vento che vorrebbero continuare una “supermarket life” con quattro cellette e un po’ di pale eoliche, arriva una bella notizia fatta conoscere da Federica Sgorbissa della S.I.S.S.A di Trieste: “in Germania si guarda avanti e si pensano impianti solari che entro i prossimi dieci anni produrranno almeno il 15% percento del fabbisogno energetico europeo, trasformando il deserto in una ricca e inesauribile fonte energetica senza emissioni di gas serra e senza scorie di produzione da smaltire.” L’intero ed interessantissimo articolo è su http://oggiscienza.wordpress.com/2009/07/13/nel-deserto-fiorisce-lenergia-solare/In Italia si pianificano centrali nucleari che saranno pronte, se mai, fra come minimo una decina di anni, anche qui pensando al presente e non alle generazioni future (se ci saranno). La cosa carina è che prima si sono chiuse centrali come Trino Vercellese (eccellenza degli anni ’80) grazie ad un Referendum (che è espressione di Democrazia) e ora si pensa di nuovo a nuove centrali nucleari. Ciò è uno splendido esempio di buona italica spesa, paragonabile alla costruzione di due transatlantici (la “Michelangelo” e la “Raffaello”) quando anche i bambini delle scuole materne sapevano che in America ormai si andava in aereo … Basterà un risveglio “verde” e saremo di nuovo nel  marrone”. E nel frattempo? Da qui al 2050 quando il problema sarà fuori controllo a causa di un rapporto (ottimisticamente) costante tra tasso di natalità e di mortalità, che si farà in Italia? Continueremo le dotte disquisizioni sulle auto elettriche e sui distributori di profilattici nelle scuole? Un 15 % dell’attuale fabbisogno energetico è quasi un’inezia, ma unito ad una buona “campagna di sensibilizzazione” ed una “seria presa di coscienza del problema” partendo da una Scuola dove si insegnino un po’ meglio due concettini di Fisica, potrebbe preparare una società ai limiti del controllo a parole desuete come “razionamento” e simili. Come sempre, Cassandra spera che qualcuno le dimostri che sta sbagliando “alla grande”, e che, come Fisico, non sa valutare alcuni ordini di grandezza del problema.