Disastro ferroviario di Viareggio: parola alla Magistratura

In relazione all’incidente ferroviario di Viareggio è necessario fare almeno due osservazioni.La polemica relativa alla manutenzione del carrello è compito della magistratura che ha aperto un’inchiesta,  ma finora nulla è stato detto sulla sicurezza delle stazioni rispetto alle abitazioni edificate ai margini delle stesse, che molto spesso sono una conseguenza dell’abusivismo edilizio, piaga nazionale mai  veramente combattuta. Prima osservazione : dalle immagini diffuse dagli organi d’informazione e da quelle che personalmente ho potuto verificare utilizzando le mappe satellitari, ho constatato che tra via Ponchielli ( dove c’è stato il più alto numero di vittime ) e il fascio di binari della linea ferroviaria, ci sono le due palazzine distrutte dall’esplosione, distanti dall’ultimo binario non più di tre metri, una distanza che mi lascia perplesso visto che esiste una normativa che impedisce ( o dovrebbe ) la realizzazione di manufatti ad una distanza di meno di 60 metri dagli assi autostradali e ferroviari. Essendo la stazione di Viareggio sicuramente esistita prima della seconda guerra mondiale e le abitazioni in questione non certo edificate nell’ottocento, ma negli anni cinquanta ( lo stile è quello tipico delle costruzioni riservate ai dipendenti delle ferrovie ), come mai l’amministrazione comunale dell’epoca abbia consentito queste realizzazioni a così alto rischio ? Le aree di rispetto non sono una cattiveria ma rispondono a criteri di funzionalità e sicurezza che in Italia sono sistematicamente violate ( l’esempio di Viareggio è uno dei tantissimi in Italia ) e ormai per abitudine non ci facciamo più caso. Seconda osservazione : dato per scontato il non rispetto sistematico delle aree di rispetto, e mi si perdoni il gioco di parole, perché il quartiere di via Ponchielli era totalmente privo di muro protettivo in relazione al fascio di binari ? Se si osservano bene le immagini, il fascio di binari dello scalo merci ed i giardinetti pertinenziali delle abitazioni sono separati da una palizzata alta poco più di un metro, semplice delimitazioni di confine, pericoloso anche per dei bambini che sfuggono all’attenzione dei  genitori. La domanda che mi pongo è perché tra il quartiere e il fascio di binari non è stato realizzato un muro in cemento armato alto almeno 4 metri che avrebbe sicuramente tutelato la vita degli abitanti ? Faccio notare che se un convoglio merci deraglia alla velocità di 90 Km/h ( sono gli unici convogli che non fermano nelle stazioni importanti come quella di Viareggio ),  grazie a questa protezione può essere fermato prima delle case, con grande limitazione dei danni. Nel nostro caso il muro avrebbe fatto da barriera al GPL , che essendo più pesante dell’aria si sarebbe distribuito lungo il perimetro del muro,  senza superarlo,  e l’esplosione avrebbe danneggiato in massima parte le infrastrutture della stazione,  avendo il muro anche funzione di contenimento dello spostamento d’aria. Questa mia analisi mette a nudo tutte le responsabilità delle FS, che è il principale colpevole del disastro, che se non è prevedibile può essere e deve essere inserito nel calcolo delle probabilità negative di rischio di una stazione.

Rosario  Ternullo    Responsabile  Trasporti     Legambiente  Salerno