Sulle strade del futuro chi può salvare il mondo?

 Giuseppe Lembo

 

Con i piedi per terra, con realismo, tutti devono sentirsi attenti nel riconoscere e nel riconoscersi nel proprio “essere”, mettendo da parte “l’apparire” che porta al solo mito di se stessi e ad atteggiamenti egoistici basati sul “comperare” come primo e più importante valore della vita.In più parti del mondo c’è stata una vera e propria follia collettiva.È urgente superarla e rientrare in se stessi, sapendo guardare all’uomo in quanto essere e liberandosi dai surrogati di un apparire rappresentato da un illusorio mondo mediatico che porta ad una profonda solitudine umana ed alla ricerca di falsi miti, quali il divismo, il benessere egoistico, la ricchezza a danno di chi non ha, l’accaparramento di beni che, fatti propri, rendono più poveri e più fragili, gli “altri” del mondo, dove sono ancora diffuse aree infinite di profonde povertà, alimentate sempre più dalle ricchezze dei pochi. Che fare? Bisogna cambiare! Bisogna creare un clima di maggiore solidale cooperazione e, rompendo le false divisioni di razze, di lingua e/o di fede, pensare unitariamente all’uomo, cittadino del mondo garantito da norme universali ispirate ai diritti e ai doveri per un nuovo, equilibrato e giusto corso della vita sulla Terra, senza sopraffattori e sopraffatti. È l’attesa più grande che può essere data al futuro dell’uomo globale che vive in un mondo, sempre più piccolo ed incerto e che solo una rete di solidarietà globale ne può migliorare il cammino di insieme. L’uomo, come dice Max Weber, deve essere messo nelle condizioni economiche di uno “scambio libero”; il modello di riferimento è quello del capitalismo, una modalità di organizzazione e dell’economia fondata sulla libertà di produrre e di scambiare. Il motore del sistema che gli conferisce un particolare dinamismo, è la concorrenza. Al capitalismo, per il bene di tutti nel mondo, si devono affiancare ovunque e continuamente nuove idee e sempre nuove capacità e volontà di correre rischi per realizzare, a favore dell’intera comunità, aiutando così un percorso umano virtuoso, rispettoso dell’uomo, dei suoi bisogni, del suo vivere dignitoso insieme agli altri. Con la crisi che ovunque è sotto gli occhi dell’uomo globale, siamo entrati in una fase di crescente accelerazione della storia. Una caratteristica dominante del nostro tempo sono le catastrofi, le paure. L’uomo vive nel terrore che diventa così una costante della vita di ciascuno. Paure e catastrofi di tutto ed in tutte le direzioni; prendono di sé il povero uomo solo, sempre più incapace di confronto e di dialogo, non permettendogli di vivere una vita tranquilla ed in pace, prima di tutto con se stesso e poi con gli altri del mondo. Anche i protagonisti degli affari mondiali non sono più gli stessi. Con l’America, nel ruolo di co-gestore c’è la Cina, mentre si riduce, sulla scena mondiale, il ruolo dell’Europa, una vecchia signora ormai debilitata e priva di quella vitalità che l’aveva contraddistinta per secoli sia nell’insieme di stati e nazioni sovrane sia nell’autonomia di ogni singolo paese, visto dal mondo progredito ormai simbolo lontano di civiltà e di grandezza. La vecchia Europa nel mondo globale, rischia una crescente emarginazione; il suo ruolo sarà sempre più subalterno nella governance di un sistema internazionale, dove altri (la Cina in testa), chiedono a viva voce il diritto alla cittadinanza che è sempre più difficile da non riconoscere, da negare, dato il peso reale che hanno nel rapporto con i diversi popoli della Terra, dove diventa ovunque sempre più crescente l’impegno ad esistere in quanto popoli ed uomini, accomunati dal diritto alla vita, un diritto che appartiene a tutti e che nessuno uomo può negare all’altro uomo per false differenze e per privilegi frutto del solo strapotere umano che sono assolutamente “privilegi terreni” e non hanno niente, proprio niente di soprannaturale e/o di divino.Nel mondo globale del Terzo Millennio, l’uomo recuperando tutte le “differenze” deve essere capace di atteggiamenti virtuosi e solidali verso gli altri, in tutte le  diversità del Pianeta Terra.