Karama: demolito o crollato?

Aldo Bianchini

Che fine ha fatto l’antico panfilo di Achille Lauro? La domanda è senza risposta, anzi la risposta è nelle immagini: un cumulo di legno marcito. Dopo aver troneggiato per decenni nei cantieri navali di Salerno, stanca per aver solcato infiniti mari, lei, il mito del Mediterraneo non ce l’ha fatta più e si è probabilmente accasciata su se stessa. Qualcuno più malizioso fa serpeggiare la voce che sia stata demolita, con l’intervento degli stessi operai del cantiere, su ordine del Comune di Salerno che a disdoro delle vertenze in atto avrebbe apoditticamente sentenziato la fine del mito dei mari. Nessun rispetto, ovviamente, per la passata grandezza del Comandante; del resto nemmeno i parenti più prossimi hanno mai avuto rispetto per la memoria del “padrone di Napoli e del Napoli”, quello di Jepson per intenderci. Eppure la barca era stata dotata di due grossi motori rolls-roys, una chicca per gli armatori dell’epoca. La sua marcia, si dice, era impressionante. Sulla sua tolda si sono consumate centinaia e centinaia di “storie”, economiche, sociali ed amorose. Le più grandi star del cinema degli anni ’50 misero il loro piedino sul Karama che nel tempo subì anche notevoli e radicali trasformazioni. Poi con la decadenza, fisica ed economica, del suo capitano, diede il colpo di grazia e la “barca” fu prima parcheggiata e poi abbandonata nei cantieri navali di Salerno. Un ultimo tentativo di vendita la società proprietaria l’ha fatto qualche settimana fa mettendola all’asta per un centesimo su internet; ormai non interessava più ed inevitabile è arrivato il crollo. Quasi annunciato anche dalle filippiche del sindaco De Luca, che a più riprese aveva minacciato il sequestro e l’abbattimento. Forse soltanto l’ancora verrà salvata per esibirla a futura memoria. La speranza è che tutto fili liscio per non trovarci, a breve, con un’ennesima richiesta di risarcimento in danno del Comune e, quindi, di tutti noi.