Salerno: “Amedeo buffa in arte Nazzari” al Convivio

Giovedì 23 aprile 2009, alle ore 20 presso gli spazi del Convento San Michele di Salerno Vito Puglia, per la sezione Arte in Convento, inserita nel vasto scenario della seconda edizione di “Quello che passa al convento”, il ricchissimo cartellone promosso dal Convivio delle Arti dei Rozzi e degli Accordati, con il contributo del Comune e dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, del Pastificio Amato, della Centrale del Latte e di Salerno Energia e la collaborazione della web radio Unis@und, ospite del Convento di San Michele, propone un portrait dell’attore Amedeo Nazzari. La figlia Evelina presenterà il suo volume “Amedeo buffa in arte Nazzari”, pubblicato dalle edizioni Sabinae, nel corso di una conversazione con Simone Cassavecchia e Marco Pistoia, seguita dalla proiezione della sequenza del film con Giulietta Masina “Le notti di Cabiria”. Amedeo Nazzari è stato di sicuro un attore simbolo dell’Italia cinematografica del dopoguerra. I suoi film hanno fatto sognare, sospirare milioni di donne ammaliate dal fascino di Amedeo.In effetti il libro pubblicato dalle Edizioni Sabinae “Amedeo Buffa in arte Nazzari” scritto dalla figlia Maria Evelina, è un gradevole omaggio prima che al professionista, all’uomo e al genitore. Il libro non è di certo una biografia, ma come ci ricorda l’autrice “un album fotografico di famiglia”, commentato da una figlia che ha tanto amato il padre, e dallo stesso Nazzari, grazie ad alcuni appunti ritrovati, che lo stesso aveva redatto in precedenti occasioni. Questo libro aiuta a comprendere anche il carattere di un attore considerato una vera e propria icona dei cosiddetti film “strappalacrime”. Amedeo Nazzari riusciva con la sua classe e la sua bravura a raggiungere milioni di milioni di italiani. Ancora adesso quando le tv mandano in onda i suoi film come: “Giorni felici”, “La maja desnuda”, “Le notti di Cabiria”, si intuisce quale era la caratteristica principale della sua arte recitativa; sapeva emozionare la gente, perché fuori dai set cinematografici e teatrali era un uomo reale, nonché marito e padre premuroso.Il delizioso album di famiglia è intercalato con fresche note di Evelina e preziosi reperti autobiografici di papà. Ad esempio che Amedeo rimasto orfano di padre e trasferito dalla Sardegna a Roma, fu costretto a fare un’infinità di mestieri: impiegato all’esattoria, rappresentante di bilance, addetto a un garage, assistente in un cantiere. Meno male che scoprì presto una strada alternativa legata alla passione teatrale: una filodrammatica per soli uomini, poi una “ambosessi”, infine i dialettali di Checco Durante allo Jovinelli. Seguono scritture sempre più prestigiose con le compagnie di Ninchi, Tumiati e Marta Abba, dove gli capita di sostituire il protagonista indisposto alla prima milanese di “Quando si è qualcuno”: e Luigi Pirandello, soddisfatto, gli mette in mano una busta con 500 lire. Elsa Merlini lo vede recitare con la Pavlova e decide di portarselo dietro in un film, Ginevra degli Almieri. Da quel momento, soprattutto grazie all’apparizione in Cavalleria, Amedeo veramente diventò qualcuno. Ricco di foto inedite, reminiscenze e retroscena, attraverso tante vicende di lavoro e di vita questo libretto è traboccante di tenerezza non solo filiale per uno che seppe incarnare, in scena e fuori, l’uomo italiano nel suo aspetto migliore.