La lezione di un socialista doc

 

 

 

 

 

 

Rita Occidente Lupo

Luoghi e situazioni, a volte accomunano. E circostanze, che finiscono per tramutarsi in ritrovo o sfilata. Anche in occasione dei decessi, le persone s’incontrano o si ritrovano, se l’estinto ha rappresentato un pezzo di storia o è stato un elemento di spicco. La passerella degli uomini è variegata. Eliot, con i suoi uomini di paglia, invita  a guardare all’uomo autentico. La mentalità partenopea attribuisce alla mascolinità, il carattere, la forza, il coraggio. La famigerata distinzione rimasta proverbiale del principe della risata, uomini ed omini. Di cartone e di polso. Quando muore qualcuno, si è portati a voler celebrare doti inesistenti del personaggio. O a riconoscerne i meriti. La morte costituisce il banco di prova di ognuno. Il passaggio di una condizione, per il cristiano. Per il laico, la cessione di un’esistenza. Per Vincenzo Giordano, già sindaco salernitano, che ha vergato la storia del socialismo salernitano, al tempo in cui la politica era ancora qualcosa di serio. In cui credere. A cui guardare, per apprendere professionalità. Non un esperimento affidato a giovani o artiste. Un mondo nel quale occorreva attrezzarsi per saper nuotare. E rimanere sempre a galla. Questo lo sanno bene Ciriaco De Mita, Giulio Andreotti, Carmelo Conte e tutti coloro che hanno vissuto la politica, senza improvvisarla. E senza esservi prestati. Ma per vocazione o, se vogliamo per passione. E profonda convinzione. Le dinastie familiari, le casate politiche, per farla breve, non erano così smaccatamente palesi, da creare dissenso. Ed i padri, se non altro facevano i politici, non i saltimbanchi. Oggi, invece, troppi acrobati, baciati dal voto blindato, si trovano ad occupare seggi parlamentari, senza essere mai stati capaci neanche di saper strutturare un discorso politico. Ma i propri affari sì. A tal punto che il business diventa appetibile anche per i propri rampolli. Senza riserva di sorta, si osa ancora una volta sfidare l’intelligenza popolare. Vincenzo Giordano, con il suo laboratorio politico, con la tangentopoli passata sui suoi nervi, oltre che sulla sua pelle, avrebbe ancora tante cose da suggerire. Lui, esempio del socialismo senza cambi di casacca, a seconda del vento di fortuna, lui che alla politica offrì il fianco dell’intelligenza costruttiva. Malgrado negli ultimi anni vari acciacchi, oltre alla rapida cecità, gl’impedissero l’autonomia di un tempo, costantemente rimaneva incollato alle vicende cronachistiche. Nel mondo, al passo coi tempi. Qualcuno dei suoi ultimi scritti, ancora un testamento di come la politica, infiacchita nella seconda Repubblica, affidata ad improvvisati, finisca per sortire il delirio anziché il bene del Paese. Tanto dalle sue ceneri. I suoi funerali, un modo per ritrovare la vecchia guardia socialista, per sfilare politicamente o per chinare il capo e meditare sul testamento culturale che lascia in materia soprattutto di vita civica. Filtrato dalla sua esperienza carceraria. Oggi, la città, lo saluterà per l’ultima volta nei pressi della sua abitazione. Passato e presente s’incontreranno. I politici di ieri, farfuglieranno con quelli odierni. La vecchia guardia, ricorderà la città degli anni ’80. E le nuove generazioni rampanti, raccoglieranno i ricordi, che puntualmente qualcuno sbriciolerà per l’occasione. Sperando che almeno ora, possa esserci solo la verità sulle incomprensioni subite a trionfare. E che lui, il prof. possa trovare quella pace, spesso travagliatagli tra gli uomini!  

Un pensiero su “La lezione di un socialista doc

  1. omplimenti alla direttrice Rita occidente Lupo per l’ennesima dimostrazione di capacità professionale al di sopra della media. Con il suo scritto, arguto e profondo, è riuscita a dare una dimensione assolutamente umana e corretta di un uomo, Vicenzo Giordano, che è stato il vero sindaco che Salerno ricordi. Basta pensare che negli anni dal 77 all’87 Salerno aveva avuto ben otto sindaci diversi. Lui fu il primo a rompere la stato di confusione amministrativa voluta da una DC sempre più alla frutta e a dare alla Città una guida ferma e sciura per oltre sei anni. I sindaci dopo di Lui hanno potuto contare su una legge che assegnava loro pieni poteri.Di nuovo complimenti alla direttrice. Mariano

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