Spiritualità: il plagio delle sette
don Marcello Stanzione
Quando si parla si sette, bisogna fare attenzione a non creare confusione e a non mettere tutti al medesimo livello. Ad esempio i luterani, i battisti o gli anglicani non sono sette. La Chiesa cattolica da anni intrattiene con essi un dialogo ecumenico a livello ufficiale. Le vere sette invece si riconoscono da alcuni loro aspetti peculiari. Innanzitutto a livello teologico esse non condividono punti fondamentali della fede cristiana come la divinità di Cristo e la Santa Trinità; oppure fanno un coctail sincretistico di elementi cristiani con dottrine incompatibili come ad esempio lo spiritismo, la reincarnazione o i dischi volanti. Il padre Raniero Cantalamessa suggerisce di porre alcune specifiche domande ai propagandisti delle varie sette: “Credi in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo? Credi in Gesù Cristo suo unico figlio? Onori e rispetti la madre di Cristo, Maria?”, senza lasciarvi smuovere finchè non abbiate ottenuto da essi una risposta chiara. Ma come agiscono le sette? Esse ingannano le persone, presentandosi di porta in porta come cristiani, mentre basta poco per accorgersi che manipolano gravemente la Bibbia. Di solito poi i membri delle sette sono polemici e aggressivi ed il loro nemico numero uno è l’odiatissima Chiesa Cattolica. Spesso più che proporre il loro specifico credo strumentalizzano un facile anticlericalismo per accusare il papa, i preti e tutto ciò che è cattolico. Ma come agiscono in genere le sette? Eccovi in un periodo di fragilità esistenziale. Vi trovate momentaneamente solo e senza la propria famiglia o senza amici (arrivo in una città straniera per motivi di lavoro, ingresso in una facoltà universitaria). Attraversate un periodo di transizione difficile (perdita di impiego, fine degli studi, rottura di coppia, scontro coi vostri genitori, un grave lutto o delusione). Vi sentite “male nella vostra pelle”, senza ragioni interessanti e stimolanti di vita , oppure siete depresso. Siete stato già deluso dall’impegno politico, sindacale, oppure religioso al quale vi eravate dedicato in precedenza e vi trovate senza un punto sicuro di riferimento.Una locandina pubblicitaria per strada oppure un volantino scivolato per caso in mano vostra attirano allora il vostro sguardo. Od ancora una persona sorridente e ben vestita vi si accosta, per proporvi le chiavi della felicità, o di un mondo quasi perfetto. Vi si invita per esempio: a ritrovare la vostra piena forma, la pienezza di una personalità “realizzata”; ad incontrare gente positiva, felice, con la quale potrete lavorare concretamente ed utilmente nel migliorare la vita, nel cambiare il mondo, nello sviluppare i vostri poteri nascosti, partecipando a dei corsi per acquisire la pace e l’armonia interiori; come pure nel fare l’esperienza diretta di Dio, in una comunità gioiosa e fervente; nel prepararvi ad una fine del mondo che non potrebbe mancare dal giungere molto presto.Notiamolo bene: sono essi che vengono a voi, col trattato od il discorso caloroso e seducente di colui che si propone per reclutarvi. Con sorriso, affetto, incanto e gentilezza. Ma essi non vi dicono tutto, ed in particolare fin dove questo primo contatto simpatico può portarvi. Essi giocano sulla vostra sensibilità, le vostre emozioni. Ora, vi è sempre in noi un punto vulnerabile. Ed è giocando su questa vulnerabilità che essi accentuano la falla psicologica: è l’inizio della manipolazione. Se allora voi entrate nell’ingranaggio ( ritiri,corsi, soggiorni, conferenze, incontri), essi si impiegheranno nel controllare a poco a poco il vostro pensiero controllando il vostro comportamento. Con la parola, il discorso. Con la colpevolizzazione sul passato e la paura del futuro. Con delle visite regolari, una pressione insidiosa per spingere ad entrare nel gruppo, un avviluppamento affettivo che taglia progressivamente da tutte le altre relazioni precedenti.Qual è dunque il punto di partenza della manipolazione? Spesso il potere delle parole, del discorso messo al servizio del proselitismo, in una volontà seduttrice. Il linguaggio è in effetti uno dei mezzi privilegiati di cui noi disponiamo per agire e influenzare gli altri.Il discorso settario è in effetti molto costruito: “Mobilitare l’attenzione di qualcuno, è prima di tutto piacergli, interessarlo. Il messaggio non ha forza che se non è inscritto nel campo delle preoccupazioni di colui che lo riceve. Egli deve poter trovare nel discorso delle risposte alle domande che si pone od in una prospettiva di evoluzione in un campo che gli sta a cuore”. La perversità del discorso settario attiene soprattutto a quello che la setta cerca meno di impegnare uno scambio tra delle persone, che nel giustificare la validità delle proposte che ha, e nel persuaderne il suo interlocutore in vista di destabilizzarlo e di influenzarlo. Cristo riguardo alle sette ci ha proposto un criterio sicuro di discernimento: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete”. E i frutti sono spessissimo: famiglie spaccate, suicidi, fanatismo, squilibrio psichico, gravi perdite finanziarie a favore della setta. In conclusione, , Le sette rappresentano il lato più oscuro e pericoloso di una deviazione sociale poco nota, sovente minimizzata tanto dal mondo accademico quanto da quello politico e istituzionale.