L’angolo della fede: la conversione di San Paolo

 

a cura di don Marcello Stanzione

  San Paolo, l’Apostolo delle genti non ha smesso di propagare la buona novella della resurrezione di Gesù. Morto crocifisso a Gerusalemme. Quel Gesù, ch’egli non ha conosciuto, a cui egli si è posto totalmente al suo servizio. La sua gioia? Annunciarlo e vivere per lui. il suo sogno? Soffrire e morire per lui. Paolo aveva il fuoco dei convertiti ed un profondo amore del mistero cristiano. Con lui, il Vangelo si è propagato come una manciata di polvere. Nato a Tarso, all’inizio dell’era cristiana. Cresciuto in uno stretto ebraismo, egli è intelligente e preparato. E’ anche un eccellente teologo. Quando egli compare nel racconto degli Atti degli Apostoli, ha 30 anni. Le persecuzioni contro quelli che affermano che Gesù, loro capo, sarebbe risuscitato dopo essere stato crocifisso, iniziano. Paolo si mostra un nemico accanito dei primi cristiani. Partecipa, anche se non direttamente, alla lapidazione di Stefano, un discepolo di quel Gesù, il protomartire diacono (Atti 7, 22). I giorni successivi egli perseguita gli altri discepoli di Gesù. Ma il destino di Paolo sta per essere sconvolto. Allorché egli si appresta ad annientare gli ultimi amici di Gesù, avviene un fatto che lo segnerà a vita. Sulla via di Damasco, egli è accecato da una luce giunta dal cielo, colpito da una voce e violentemente gettato a terra: “Paolo, Paolo, perché mi perseguiti?”Cieco, è risollevato dai suoi compagni, condotto a casa di un cristiano di nome Anania. Là, egli rimane “tre giorni senza bere né mangiare” (Atti 9, 9) prima di essere battezzato, di entrare nella comunità cristiana e di ritrovare la vista. La sua vita cambia di colpo: Cristo diventa il suo maestro! Molto presto egli crea delle comunità cristiane e moltiplica le conversioni. Il suo carattere impetuoso si afferma. “Per me vivere, è Cristo” proclama san Paolo, dando così ad ogni cristiano il senso della propria vita. Insegna a porre Cristo al centro di tutto il proprio essere, in maniera di essere essenzialmente segnato dall’incontro, dalla comunione con Cristo e la sua Parola. Egli dona anche ad ogni vita cristiana un grande soffio missionario. Paolo afferma che tutti gli uomini sono chiamati a conoscere Gesù crocifisso e risuscitato. Infine, egli è l’Apostolo della vita nello Spirito Santo. Non più di Gesù, egli non definisce lo Spirito Santo, ma in ogni istante egli lo fa scoprire all’opera in una vita fede a Cristo. Oggi in cui molti sono tentati di fermarsi ad un’ammirazione estetica di Gesù di Nazareth, Paolo è là per ridire che l’incontro col Cristo risorto ci chiama ad una conversione profonda dei nostri pensieri e della nostra azione. Non si sa molto bene come e dove Paolo abbia vissuto gli ultimi anni della sua vita. Per contro, sappiamo che come ebreo, ma cittadino romano, egli non è stato crocifisso come Pietro, ma decapitato a Roma, sotto il regno di Nerone, probabilmente nel 67 d.C.. forse, secondo la Tradizione, alle Tre Fontane. Egli è, con Pietro, il pilastro del cristianesimo.