Baronissi: Cstp, disagi sui bus

Anna Maria Noia

 Disagi e lamentele, lo scorso venerdì 6 marzo, a bordo di un mezzo Cstp per disguidi inerenti l’orario di servizio all’utenza, l’attenzione al pubblico: infatti il numero 10 delle 9.45, che copre la tratta extraurbana da Mercato S. Severino a Salerno – tra l’altro il consorzio di trasporti salernitano non fa più parte dell’altro consorzio Unico Campania, con conseguenti e prevedibili aumenti di prezzo per biglietti singoli e abbonamenti – pur essendo abbastanza pieno di pendolari e/o lavoratori – ha “sforato” l’orario previsto dalla tabella di marcia e l’autista ha preferito far scendere gli avventori al passaggio a livello tra Fisciano e Baronissi per consentir loro di accedere al 10 successivo, che soggiungeva a pochi metri di distanza. A bordo anche alcuni giornalisti, anch’essi prontamente scesi dal veicolo per approdare al bus successivo – quello cioè delle 10.15. Il fatto, sembrerebbe un caso non isolato – almeno in queste ultime settimane – ha suscitato le perplessità dei passeggeri, i quali ovviamente si sono indignati. “Come si può andare al lavoro in queste condizioni?” – è stata la domanda più ricorrente che si è sparsa durante il viaggio. Casus belli dell’episodio – sicuramente meno spiacevole di altri avvenimenti nella vita, ancor più tristi e dolorosi – dei lavori non preannunciati tra i due comuni irnini succitati; già i pendolari in genere protestano – tra innumerevoli altri disservizi e lacune da parte, a loro dire, del Cstp – per il fatto che sono spesso costretti ad attendere bus e pullman al freddo delle pensiline – quando è inverno – e sotto il solleone nella stagione estiva. Infine a questo si aggiunge ciò che si è verificato venerdì; probabilmente l’azione del conducente ha avuto i suoi ottimi motivi: è comunque una responsabilità il detenere persone sull’autobus quando si è superato il turno di lavoro e/o servizio. Dunque costui – forse non a torto – ha invitato tutti i passeggeri a “collaborare”, facendo scendere la gente per evitare presunte “anomalie” sul mezzo e “grane” (per lui) da parte dei superiori. Insomma, per quanto “disdicevole” possa essere sembrato il comportamento del “capo”, pareva legittimo a tutti gli effetti. Poi il mezzo stesso ha cambiato numero, assumendo il 57, la linea che conduce ai campus di Fisciano e Baronissi. In tutto questo frattempo è trascorsa oltre un’ora. Molti passeggeri hanno potuto ripiegare su mezzi “di fortuna” messi a disposizione da parenti e amici. Altri invece si sono recati all’ufficio in ritardo. Come si affermava sopra, non è l’unica criticità che gli utenti stigmatizzano per quanto inerisce la difficoltosa situazione e le condizioni (anche di erogazione e prestazione professionale) stagnanti in cui versa l’azienda di trasporti (pubblici).