Salerno: Carisal, missione Strasburgo

Indicare le priorità d’azione nel campo dell’economica sociale, creare un ecosistema che ne incoraggi lo sviluppo e coinvolgere le parti interessate in un ambiente innovativo e partecipativo allo scopo di definire l’agenda europea per i prossimi 5 anni. Sono stati questi gli obiettivi raggiunti dalla Commissione europea che ha convocato, il 16 e il 17 gennaio a Strasburgo, gli imprenditori sociali europei per un evento internazionale – “Imprenditori Sociali: dite la vostra!” – incentrato sulle opportunità offerte alle imprese sociali europee. Alle due giornate hanno partecipato oltre 2000 imprenditori sociali e addetti ai lavori, 15 Direzioni generali della Commissione europea che, attraverso workshop, laboratori, meeting ed incontri, hanno potuto confrontarsi sul tema dell’economia sociale. Grazie a questo evento la Commissione europea ha voluto offrire una  piattaforma di largo confronto tra tutti gli attori europei interessati e ha catalizzato l’attenzione sull’agenda delle priorità per le future azioni europee a supporto delle imprese sociali. Finalmente l’Europa ha parlato di impresa sociale e Salerno, unica testimonianza del sud Italia presente, ha potuto prendere la parola e partecipare grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana. «Con questo appuntamento – ha dichiarato il Presidente Alfonso Cantarella – l’Unione Europea ha dimostrato di tenere alta l’attenzione nei confronti dell’imprenditoria sociale, riconoscendo il ruolo di grande importanza che questa ha nel campo dell’economia sociale e solidale. Sono orgoglioso e soddisfatto del lavoro che la Fondazione CARISAL sta portando avanti, con tenacia e lungimiranza, da 7 mesi, grazie al lavoro, volontario, fatto da Giovani-con i Giovani-per i Giovani. Sono proprio loro i veri protagonisti al centro del dibattito europeo e, infatti, a Strasburgo si è ampiamente discusso delle valide opportunità di lavoro che l’imprenditoria sociale è in grado di offrire. Le imprese sociali, per loro stessa vocazione, sono innovative, dinamiche e creano occupazione e sono fortemente convinto che non possano esistere risultati economici durevoli senza coesione sociale. L’economia – continua il Presidente Cantarella – esiste per far fronte alle esigenze delle persone e, dunque, assume un valore aggiunto quando apporta vantaggi alla società ed è sostenibile. C’è, quindi, la consapevolezza e la determinazione di dover dare più spazio all’impresa sociale e costruire un vero e proprio modello sociale e innovativo. Strasburgo ha arricchito il mio bagaglio di conoscenze su questi temi a me tanto cari e mi ha trasmesso ancora più energia e grinta per lavorare, con l’Europea e con i Giovani, ad un’economia vibrante, sociale, innovativa, dinamica, solidale. Concetti che vivono e hanno trovato una sintesi perfetta nella Dichiarazione di Strasburgo: una mappa rivolta al futuro del Social Business e Social Innovation nell’Unione Europea, che mira a catalizzare le novità presentate al grande pubblico di Strasburgo. La Dichiarazione rappresenta, infatti, il punto di incontro di tutto il network degli stakeholder dell’imprenditoria sociale e racchiude le linee guida da seguire a livello europeo». L’economia sociale costituisce un importante pilastro dell’economia europea, pari a circa il 10% del PIL. Oltre 11 milioni di lavoratori, ossia il 4,5% della popolazione attiva dell’UE, lavorano nell’economia sociale. Un’impresa su quattro tra quelle costituite ogni anno è un’impresa sociale, proporzione che sale a un’impresa su tre in Francia, Finlandia e Belgio. Gli imprenditori sociali mirano a produrre un impatto sulla società e non unicamente a generare profitti per i proprietari e gli azionisti. Ad esempio, offrono posti di lavoro ai gruppi svantaggiati, favorendo la loro inclusione sociale e aumentando la solidarietà nel campo dell’economia. Questo è il motivo per cui la Commissione europea, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) e la città di Strasburgo hanno organizzato questo grande evento interattivo europeo sull’imprenditoria e l’economia sociale, basato sulla partecipazione e la collaborazione. I partecipanti stessi, infatti, hanno avuto potuto scegliere i temi da affrontare e identificare il cammino da seguire per il settore dell’imprenditoria sociale. La Fondazione CARISAL ha partecipato attivamente all’incontro ed ha avuto modo di confrontarsi con esperienze internazionali – Diesis, Cecop, Fondazione Once, Hub International, Euclid network –  con commissari europei, imprenditori sociali, accademici, rappresentanti economici e politici, attivisti sociali e, in particolare, con Antonio Tajani, Vice-Presidente della Commissione Europea; Enrico Giovannini, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e tantissimi altri professionisti e imprenditori attivi nel sociale.  Lungo i corridoi del Palazzo dei Congressi di Strasburgo si è respirata aria di novità. Cooperatori, giuristi, economisti , funzionari europei hanno avuto la capacità di innovare i propri talenti. Ed è proprio questa capacità di innovazione che, grazie al progetto “Carisal Social in Lab”, la Fondazione CARISAL sta sviluppando e strutturando in un modello sociale.  Abbiamo davanti a noi una sfida europea, quella di essere presenti e puntuali alla costruzione del nostro futuro prossimo immediato: un nuovo modello capace di rispondere alle leve di sviluppo e trasferire le capacità dinamiche dell’imprenditoria sociale ai diversi stakeholder della società.  Finalmente l’Europa ha riconosciuto il valore del social business, sia da un punto di vista sociale che giuridico, e l’impresa sociale è entrata, grazie al lavoro dei commissari europei, nella nuova programmazione 2014-2020. Ora agli Stati Membri viene richiesto una risposta precisa e coordinata, una partnership territoriale e catalizzata in un unico ecosistema di attori sociali. Stiamo costruendo un nuovo sistema di welfare comunitario, che va al di là di quello tradizionale e supera la classica dicotomia stato – mercato,  per dare vita ad un’economia sociale (di mercato). Bisogna favorire l’integrazione tra profit e non profit e creare una rete integrata di persone e lavoratori sociali. Tra le sfide di maggiore rilievo vi è sicuramente l’urgenza di trasferire il lavoro fatto a livello europeo ai singoli Stati membri, dove bisognerà continuare a lavorare soprattutto per quanto concerne l’ambito giuridico, fiscale e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questi temi. Le imprese sociali aiutano l’UE a creare un’economia sociale di mercato altamente competitiva e rappresentano dei motori per la crescita sostenibile e la loro capacità di creazione di posti di lavoro le rende ora più necessarie che mai. Le imprese sociali offrono centinaia di esempi riusciti su come l’Europa può migliorare il proprio modello di impresa ponendo l’accento sul miglioramento del benessere delle persone. L’economia sociale, dunque, può creare posti di lavoro di qualità anche in situazioni economiche difficili e merita, assolutamente, il sostegno dell’UE per crescere e diffondersi. E’stata la prima volta che le Istituzioni Europee hanno davvero osato anche nella metodologia di lavoro e di svolgimento dei lavori della due giornate. L’evento, infatti, non ha semplicemente offerto possibilità di apprendimento e networking ai partecipanti, ma è stato “co-creato” da loro stessi, con la possibilità di proporre argomenti di discussione, partecipare a seminari e workshop e prendere parte a tavoli di lavoro aperti a cooperatori e imprenditori sociali che hanno preso la parola, proprio come da titolo dell’evento: “Social Entrepreneurs Have Your Say!” Tra i risultati di maggiore rilievo scaturiti dall’evento, va sottolineato, sicuramente, la grande importanza data ai giovani e alle opportunità che possono avere dall’economia sociale. Bisogna, quindi, creare maggiore consapevolezza nei giovani ed avvicinarli a questo mondo ancora troppo poco conosciuti a tanti, ma che in Europa è al centro delle discussioni e della programmazione 2014-2020. Bisogna necessariamente, rafforzare il network degli stakeholder attorno al social business e creare consapevolezza e collaborazione nei giovani che, proprio nel social business, possono trovare nuove possibilità di lavoro ed entrare a far parte del grande ecosistema dell’imprenditoria sociale europea. Questo rinnovato interesse strategico, ora incardinato a livello europeo su una strategia di lungo periodo, non è però che il primo capitolo di una sfida ancora più grande cui questo settore così creativo e innovativo è chiamato a dare il proprio contributo dopo Strasburgo.