Roccadaspide: Auricchio su proposta modifica presidi ospedalieri Valle del Sele

La proposta di riorganizzazione dei presidi ospedalieri apparsa sui quotidiani locali nei giorni scorsi come indicata dalle SS. LL., che prevederebbe la riduzione di 15 posti letto per il P.O. di Roccadaspide, è assolutamente incongrua, ingiusta e disorganica. Le ragioni sono molteplici, e vengono qui di seguito sinteticamente esplicitate: La proposta risulta non organica e coerente in relazione alle condizioni di molteplici P.O. della provincia di Salerno, con l’ovvia conseguenza che si determinano evidenti disparità di trattamento e diseguaglianze, peraltro fortemente dannose sul piano dell’assistenza e del correlativo obiettivo di contenimento della spesa, tra presidi ospedalieri e presidi presenti in provincia di Salerno. In buona sostanza, ancora una volta, si commette l’errore di non valutare in maniera organica la questione della redistribuzione dei P.L. tra i vari ospedali esistenti, errore questo di cui la deputazione regionale della provincia di Salerno è stata la principale responsabile per non aver saputo offrire una proposta seria che evitasse le disparità di trattamento e le diseguaglianze che si sono prodotte, ma che cogliesse, al tempo stesso, l’esigenza di razionalizzazione della spesa. Questo errore potrebbe essere corretto dalle OO. SS. di categoria, a condizione che non affrontino la questione con la stessa logica che ha “guidato” la classe politica. Vi sono, infatti, plurime disparità.

1)      Non si è adeguatamente tenuto conto della condizione territoriale fortemente disagiata di taluni presidi, tra cui Roccadaspide, dove le infrastrutture viarie sono assolutamente fatiscenti e disastrate a causa anche di numerosissime frane che hanno interessato la rete viaria, nonché delle distanze intercorrenti tra i paesi di riferimento con altri presidi della provincia, assolutamente sproporzionate e con tempi di percorrenza abissali;

2)      Non si è tenuto conto dello spreco rappresentato dal mancato taglio dei P.L. relativi ai punti nascita che non erano in linea con i parametri di legge. Il Decreto 49/10 prevede che restino attivati i reparti con un minimo 500 nascite annue. La conferenza unificata con rep. atti n.137/cu del 16 dicembre 2010 ha deciso la razionalizzazione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno da attuarsi entro il 30/06/2012 (sic!). Tali parametri, però, non sono stati rispettati da diversi P.O., nel senso che nessuno ha raggiunto e raggiunge tale limite minimo di 500, e pur tuttavia sono ancora attivi;

3)      Sicché, basterebbe tagliare solo detti P.L. e non vi sarebbe alcuna esigenza di riduzione di posti negli altri presidi. Invece, con chiara contraddizione, sono state previste strane deroghe per i punti nascita di alcuni P.O “….in quanto collocati in zone con caratteristiche geomorfologia tali da non garantire rapidi accessi ad altri punti nascita”, assolutamente ingiustificate se rapportate ad altri territori ed aree dove il disagio e la criticità geomorfologica è davvero evidente (vedi Roccadaspide). In altri termini, la geomorfologia conta e vale per le nascite (e limitatamente per alcuni territori) e non vale invece per le ipotesi di patologie urgenti e gravi o per le nascite che avvengono in altre aree territoriali, dove – come detto – le condizioni geomorfologiche sono davvero disastrose;

4)      Non si è tenuto conto della differenza che esiste tra presidi e presidi sulla percentuale di occupazione media dei P.L. e della degenza media;

5)      Non si tiene conto della condizione della popolazione dei territori, chiaramente diversificata tra aree ed aree. L’indice di anzianità è chiaramente molto più marcato nelle aree interne e periferiche, degradate sul piano economico e sociale, per cui incidere su posti letto di lungodegenza, di medicina e di chirurgia, significa obliterare tale elemento, che invece deve essere fortemente considerato per evidenti ragioni di equità e di reale tutela sanitaria per i cittadini;

6)       Non si è minimamente guardato agli investimenti di attrezzature e di altra natura operati nel corso degli anni in alcuni presidi, tra cui certamente vi è quello di Roccadaspide, nonché alla sussistenza di tutti i requisiti autorizzativi previsti dalla legge, requisiti insussistenti per molte altre strutture;

7)      Si è completamente tralasciato di considerare un fattore molto importante che è rappresentato dalla esistenza o meno di cliniche private accreditate su determinati territori dove esistono anche P.O. pubblici, con la inammissibile conseguenza che in alcune aree vi è addirittura la possibilità di scegliere tra pubblico e provato accreditato, e in altre neppure la possibilità di avere il servizio pubblico per determinate prestazioni;

8)      Si è completamente accantonato il criterio del merito e della qualità delle prestazioni erogate. Fattore questo che differenzia in maniera significativa ospedali da ospedali. Roccadaspide, sotto tale profilo è certamente un punto di riferimento regionale, se appena si consideri, a titolo meramente esemplificativo, il reparto di Cardiologia, assunto all’onore delle cronache nazionali per qualità e efficienza. Ma lo stesso vale per gli altri Reparti, egualmente distintisi per qualità ed eccellenze nelle prestazioni rese. Va da sé che la sola analisi di tali semplici elementi di valutazione porterebbe certamente a soluzioni diverse, che avrebbero il merito di non penalizzare ulteriormente territori e popolazioni già ampiamente sfavoriti. In tale logica, di tutela e di riconoscimento delle diversità innanzi elencate, anche il Direttore Generale dell’ASL di Salerno ha manifestato forte sensibilità, fatto questo per il quale non si può mancare di riconoscere e ringraziare. Per cui, si invitano le SS.LL., ciascuna per la parte di rappresentanza sindacale, a rimodulare la proposta di riduzione di posati letto, prevedendo che i tagli vengano operati dove è giusto che si facciano, poiché in questo modo si potrà garantire un piano corretto e giusto, ma soprattutto coerente e funzionale all’esigenza di razionalizzazione della pesa e di salvaguardia del diritto alla salute di intere popolazioni e territori. Voglio augurarmi, ma ne sono convinto, che di tali fattori si tenga conto e che, conseguentemente, si riformuli la proposta avanzata nel senso sopra indicato, eventualmente anche a seguito di confronto con il sottoscritto per una condivisione delle linee guida sopra tracciate. Cordiali saluti.

 Il Sindaco  Girolamo Auricchio