Milano: europei football, Danimarca-Italia 49-29

È dunque la Danimarca, con indubbio merito, la squadra campione d’Europa Gruppo B di football americano. Gruppo B che ora si lascia alle spalle, per preparare già la lunga marcia di avvicinamento agli Europei A, in programma nel maggio prossimo in Austria. I danesi hanno superato l’Italia per 49-29 in una finale giocata sabato sera di fronte a quasi 4000 persone al Vigorelli di Milano, concludendo un’edizione degli Europei memorabile per il ritorno del grande football internazionale in uno degli scenari più suggestivi per questo sport al di fuori degli Stati Uniti. Il pubblico ha risposto in maniera esaltante, specialmente nelle giornate in cui sono stati impegnati gli azzurri, e chissà che questo entusiasmo – particolarmente visibile mercoledì 4 per Italia-Gran Bretagna, una partita che rimarrà a lungo nei ricordi – non si innesti sull’onda, già iniziata, per una ulteriore crescita del football in Italia. Terza classificata la Gran Bretagna, certamente delusa per il mancato ritorno nel Gruppo A dal quale era discesa nel 2010 perdendo la finalina contro la Finlandia. I britannici hanno certamente mostrato il talento necessario per continuare a crescere, e saranno probabilmente i favoriti, assieme all’Italia, nella prossima edizione degli Europei, anche se i quattro anni che separano dall’evento possono presentare scenari di ogni tipo, per l’emergere di giocatori al momento non pronti. Torniamo alla finale per il primo e secondo posto, ora, con il racconto di quanto si è visto nella serata di caldo umido del Vigorelli, quasi un congedo dell’estate, dal momento che già nelle ore successive il cielo si è rannuvolato. Era stato eccellente l’inizio dell’Italia, dopo un punt dei danesi: partiti dalle proprie 42, gli azzurri erano andati in touchdown con un lancio di 38 yard di Tommaso Monardi per Robert “Rocky” Ciasulli, per lo 0-7 (Italia considerata squadra ospite) con il calcio di Stefano Di Tunisi a 8’06” dalla fine del primo quarto. La Danimarca, con una sicurezza invidiabile, era però ripartita con un gioco a sorpresa, un “doppio lancio”, ovvero laterale del quarterback Kasper Jensen (poi nominato Mvp, miglior giocatore) per il running back Soren Frederiksen che a sua volta va lungo per Aske Klixbull. 44 yard di guadagno e uno slancio immediato per uscire dalla potenziale soggezione, con un drive chiuso dalla corsa in touchdown di Bjorn Christensen da 2 yard. Calcio di Peter Fromberg e 7-7 a 5’38” dalla fine del primo quarto. Subito dopo inizia l’inseguimento dell’Italia: Monardi viene intercettato da Kasper Oelund sulle 40 italiane e poche azioni dopo Jensen entra in end zone, ancora da 2 yard, per il 14-7 a 2’44” dalla fine della prima frazione. Il secondo quarto si apre con un paio di punt, poi l’Italia infila un buon drive partendo dalle 35 offensive e segna con un passaggio di 6 yard di Monardi per Simone. Di Tunisi sbaglia la trasformazione e si va sul 14-13 danese a 10’58” dalla fine del primo tempo. La Danimarca però mostra ancora la sua solidità e preparazione replicando immediatamente, con un bel lancio di Jensen per Frederiksen che accelera, gira l’angolo e vola per 46 yard in touchdown (calcio di Fromberg, 21-13 a 9’15” dalla fine). Subito dopo Rupan Paramasivam intercetta Monardi sulle 41 danesi, anche se il possesso di palla non frutta ai danesi che un punt. L’analogo calcio italiano viene deviato da un membro dello special team danese e i biancorossi partono da posizione favorevole, le 34 italiane: tre giochi per 6 yard e sul 4° tentativo e 4 dalle 28 lo staff prende la decisione di non calciare, decisione premiata pochi istanti dopo dal touchdown di Klixbull, che riceve uno screen e si apre la strada fino alla end zone. 28-13 Danimarca a 4’00” esatti dalla fine del primo tempo, e subito dopo un episodio potenzialmente decisivo: un lancio di Monardi non viene tenuto dal ricevitore e cade nelle mani di Timmi Rysgaard, che dopo qualche metro però perde il pallone per intervento di Mark Simone, e sul fumble si butta Michele Marchini, che ridà il possesso alla sua squadra. Passano due minuti e a 1’17” dal termine del primo tempo Monardi lancia un touchdown Gabriele Arioli per 11 yard: l’Italia tenta la trasformazione da due ma il lancio di Monardi ancora per Arioli è incompleto.

 

28-19 all’intervallo e sensazione che la Danimarca abbia una maggiore solidità nelle soluzioni, ma a metà terzo quarto ancora la catena Monardi-Arioli, questa volta da 12 yard e con il calcio aggiuntivo di Di Tunisi, porta al 28-26 a 6’15” dal termine. Dopo un punt dei danesi l’Italia ha il drive del potenziale vantaggio partendo dalle proprie 28, ma al 1° tentativo Monardi, cercando di sfuggire alla pressione, perde la palla su placcaggio di Mikkel Lindso, e a ricoprire il fumble è Daniel Mortensen. La Danimarca sfrutta subito l’occasione entrando in end zone con Marco Rysgaard da 2 yard (terzo td della gara su corsa da tale distanza, per i danesi) per il 35-26 a 2’10” dalla fine, dunque di nuovo due possessi di palla (o segnature) di vantaggio. Ancora punt per l’Italia, e poco dopo Federico Forlai intercetta Jensen sulle 45, ma il successivo attacco italiano, una volta arrivato sulle 15 danesi, non avanza, e si sceglie di andare al field goal (28 yard) di Di Tunisi: 35-29 a 10’30” dalla fine della partita. È però qui che la Danimarca mostra ancora la solidità e talento: Jonas Hansen con uno spettacolare tuffo chiude un down al 3° tentativo, e qualche azione più tardi Jensen lo premia con il lancio di 8 yard del 42-29 a 6’56” dalla fine. Danesi che sentono di avere andamento e punteggio dalla loro parte, e lo ribadiscono 50” dopo, quando Timmi Rysgaard intercetta Monardi a centrocampo e riporta in touchdown per 52 yard. 49-29 a 6’06” dalla fine e gara indirizzata, anche perché al Blue Team resta la sola opzione di lanciare il più possibile, e dunque rischiare la prevedibilità.

 

La partita si chiude virtualmente sul lancio incompleto di Monardi al 4° tentativo e 15 dalle 43 danesi a 4’04” dalla fine: la Danimarca non deve fare altro che far passare il tempo e contenere gli ultimi tentativi azzurri, tenendosi qualche energia per il balletto finale che ha visto i giocatori in cerchio intonare un ritmo tribale e invitare i loro allenatori a esibirsi in danze di vario valore estetico. Ma il più era fatto, e con quei canti si chiudeva una edizione degli Europei che, nelle parole di Marco Mutti, presidente del Comitato Organizzatore, «è stata un grande successo. Tanta gente in tribuna, visti sugli spalti anche tanti vecchi giocatori di football (nel prepartita della finale sono stati presentati e festeggiati i giocatori dell’Italia campione d’Europa 1983, ndr), e c’è stata la soddisfazione di vedere che tanti spettatori alla loro prima esperienza di questo sport hanno capito anche le regole e si sono appassionati. Ho sentito un papà che cercava di spiegare il gioco ai bambini, cercava di comunicare loro la passione, è stata una bella scena e poi… questo è il football, ogni azione è emozionante, cosa che nel calcio accade poco. Speriamo che si vada avanti così, che si continui a parlare di questo sport, la crescita dell’interesse aiuta a far crescere il movimento».