Amministrative: giornalismo scomodo?

Rita Occidente Lupo

Molti nemici molto onore:  il regime fascista, si fregiava che, a volte, a caccia di popolarità, qualcuno potrebbe accettare ogni strumento e perseguire ogni mezzo, per giungere alla notorietà. Basta vedere oggi come la corruzione imperante, abbia portato alla ribalta personaggi destinati alla polvere dei secoli, senza questo o quell’accidens, capace di smummificarli, grazie a corruzione! I media, col compito di diffondere ciò che avviene, educare, orientare le masse. Ovviamente, blindato, sempre un libero pensiero, di chi l’informazione la produce, la mastica e la sa anche realizzare: un dono non di tutti, quello di saper graffiare le righe! Spesso, infatti, si rischia di non lasciarsi intendere…o si finisce per esser fraintesi!  Dopo lunghi anni di giornalismo, mi annoierebbe la tiritera dei miei svariatissimi titoli culturali, tra cui il 2° Premio naz. di giornalismo in occasione dell’Anno Santo in capitale, come l’ultimo mio libro presentato dall’ex presidente del Senato Renato Schifani, nella Biblioteca degli Atti Parlamentari, insieme alle migliaia di pubblicazioni anche a carattere scientifico su riviste nazionali…e tanti altri titoli  che, chi si diverte a navigare, potrà ampiamente trovare nelle oltre 20 pagine in cui Google presenta il mio excursus professionale ed il mio impegno costante nel mondo della cultura e della politica a 360°, senza bypassare il ruolo da ordinario di lettere antiche: ma non sono un politico!Recentemente, in occasione di un ulteriore incarico nell’ambito provinciale, ho precisato pubblicamente di non fare politica nè d’ aspirare a candidature di sorta: resto una giornalista anche politica, ricordando il mio ruolo passato di membro nella commissione cultura, su nomina della Presidenza dei Ministri, della Struttura di Missione; d’opinionista per il Gruppo Espresso e per il quotidiano Oggi.it. Ovviamente, insieme alla direzione di questo quotidiano, che mi vede arbitra di scegliere la linea editoriale, in sintonia con il legale rappresentante della testata e quindi di volta in volta secernere articoli ed opinioni. Mi sembra naturale, intervenendo anche dai microfoni di Radio Alfa da anni, di svolgere in primis sul quotidiano da me diretto tale ruolo, poi sugli altri media, firmandomi, come ho sempre fatto, anche per gli uffici stampa che dirigo. Rinnego ogni nascondimento e non ho bisogno di celarmi dietro paraventi che non m’appartengono, come pubblicamente dichiaro nei numerosi convegni o kermesse che mi registrano nel parterre dei relatori o nelle giurie di certami, che presiedo! In occasione di elezioni, ho sempre invitato i candidati ad esser presenti, in ossequio al codice di autoregolamentazione, che in tali circostanze viene stilato ad hoc. Fermo restando la discrezionalità, nel poter esprimere giudizi o assecondare questo o quel candidato, nel modo che connota lo stile e la buona educazione. Nel momento in cui, attacchi diretti al mio nome ed alla testata, tirati in ballo in campagna elettorale, in quanto orientanti l’opinione o faziosi, non posso che sorridere, in quanto francamente non capisco: forse dovrei abiurare al mio modo di vedere e d’interpretare i fatti, per far piacere a qualcuno che, sentendosi il verbo vaticinatore, profferisce dai palchi anche parole, non enunciate neanche dalla nomenclatura pre-bellica? Forse dovrei coniare anch’io degli striscioni o andare in giro con un megafono, per urlare il perchè ed il per come di alcune mie scelte di pensiero?  O dovrei acquisire il dono della bilocazione, per presenziare a più comizi contemporaneamente, quando non c’è a monte la scelta intelligente di alcuni, di non giocare a tagliare il traguardo per emulazione? Ed optare per assecondare chi senza bon ton, lancia dai palchi veleno, più che programmi,  aggressiva ambizione, più che proposta del proprio servizio civico, per giungere ad occupare un ruolo di primogenitura, semmai per solleticare il proprio prurito esibizionistico o il proprio tornaconto? E le masse, le stesse pronte a voltar pagina appena giunge un nuovo veltro, che in nome di trasformismi, si veste d’un habitus salvifico, senza neanche aver cognizione che amministrare, un’arte e non un peana, soggiogate quasi dall’imbonitore di turno. Se non erro, le scuole ideologiche o quelle stesse filosofiche, hanno connotato gran parte della nostra letteratura. Il giornalismo, quello autentico, non è pedissequa descrizione dei fatti: ovviamente, anche questo contribuisce, ma questo ruolo, nella mia redazione, è svolto dai collaboratori, che sono davvero tanti: per la curiosità di chi volesse capire come funzioniamo, basterà scorrere semplicemente la home page ed apprendere che, come ogni quotidiano, abbiamo tanto di ruoli e compiti, come di responsabilità ed anche di diritti! Come di doveri, che transitano sui nervi responsabili di chi ne regge le sorti e sulle interminabili ore di lavoro, oltre la mezzanotte, che da direttore gestisco ormai da anni! Per quanto attiene al resto, comprendo che la stampa sia scomoda, quando dice verità! L’ho sempre sostenuto dalle colonne del quotidiano de La Discussione, nel quale per sei anni sono stata inserita per la Campania, nei miei dieci anni di caporedattore a 4 Rete Tv, sotto i fari per ore intere, nell’opinionismo anche salottiero della destra e della sinistra, del centro o delle nuove sigle fai da te, dei partiti occasionali. E, francamente, le centinaia di politici che son stati anche nelle mie dirette fiume, non hanno mai trovato nulla da eccepire! Chiunque, comunque, non gradisse miei redazionali, può tranquillamente non leggerli e se li trovasse errati, avvalersi del diritto di tribuna, attraverso i commenti, che il giornale ospita costantemente. Ovviamente ricordo che i media, durante le competizioni, vengono scelti dai candidati per visibilità e diffusione dei propri programmi. Anche noi abbiam sempre avuto decine di richieste a riguardo, in base al codice di autoregolamentazione. Chi parla, quindi,  erroneamente o addirittura si sente ispirato a dettare lezioni deontologiche di giornalismo, lo faccia attentamente…ma solo dopo aver inserito i connettori per far funzionare bene i neuroni! E, soprattutto, curando maggiore attenzione anche al timbro vocale che, in certe piazze, per l’effetto sonoro degli altoparlanti, rischia di rimandare un suono stridulo, da corvo gracchiante, più che da paladino di novelli unti amministratori!   

Un pensiero su “Amministrative: giornalismo scomodo?

  1. Gentile Direttrice,
    non vivo dalle sue parti dove la passione politica spesso si mescola con interessi più o meno nobili. Il suo è un buon giornale. Vada avanti senza guardare in faccia nessuno. I nemici manifesti sono facili da controllare, quelli che ha internamente al giornale li trova spesso sul lato destro. Per la libertà e la pluralità delle idee che questo giornale esprime, amministri meglio lo spazio dato a costoro che vorrebbero fare di un quotidiano la tromba del giudizio universale.
    Con stima,
    Maurizio C.

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