Vendola straccia i concorrenti…

Un 73% di consensi alle primarie si commenta da solo, la Puglia è  la regione guida per la rinascita di una nuova sinistra. “…Battaglia contro tutte le forme di precarietà:: precarietà nel lavoro, precarietà nella scuola, precarietà nella vita, precarietà dell’ambiente, precarietà nei valori che sono bombardati quotidianamente da un modello di sviluppo che non è rispettoso delle persone e dell’ambiente naturale…” Queste la dichiarazioni di Niki Vendola dopo la vittoria netta alle primarie. Dichiarazioni che ancora una volta confermano la chiara volontà di cambiare rotta e di andare direttamente al problema alla base di un sistema Italia che sta crollando, ossia la “precarietà”.  “Liberi di cambiare” , queste le parole che  devono guidare la scelte elettorali. Scelte consapevoli che non siano frutto di promesse, ma di fatti: Niki Vendola ha ben governato la Regione Puglia, è un fatto…Sinistra Ecologia Libertà, presenta un progetto politico nuovo e concreto, è un fatto… chi scrive ha messo al centro del suo programma elettorale le persone, ovvero un progetto di prossimità al cittadino, affinché sia estirpata la “precarietà” in ogni sua forma, è un fatto. Non è facile aprirsi al cambiamento, ma in questi tempi in cui sono state disilluse tutte le speranze è necessario, se, seguendo l’esempio di quel laboratorio politico chiamato Puglia, si vuole vivere una nuova stagione della sinistra anche in Campania. Molto di  ciò che è accaduto in Campania è stato mediaticamente costruito  ad hoc, mirando a screditare non solo una parte di classe politica, ma tutti i cittadini della Campania. Cittadini che lavorano,  impegnati nel volontariato e nella vita civile. Ciò non significa non ammettere le negatività,ma non si può rimanere indifferenti quando dalle pagine di un autorevole giornale nazionale editorialisti dal nome altisonante dichiarano che…” l’Italia si meridionalizzando e questo se significa folklore, pizza e mandolino può essere piacevole, ma se è malcostume non va bene” –Ecco che siamo stati giudicati e condannati, perché secondo certe correnti di pensiero noi meridionali, e campani in particolare, o siamo folklore o siamo malaffare, segnati dal destino non possiamo essere  “altro”. E’ in questo voler essere “altro” che ritrovando la nostra dignità dobbiamo pensare al cambiamento, dobbiamo pensare prima di tutto alle idee che sono alla base di questo rinnovamento e non farci irretire da altrui ricchezze, nonchè dalla politica dei VIP. E’ nella quotidianità che dobbiamo  poter contare su colui o colei che abbiamo scelto per rappresentarci. Le regge dorate sono belle da vedere,ma non ci appartengono,  perché la felicità non è nell’effimero apparire ma nell’essere padroni del proprio futuro, unica condizione che può ridare dignità ad un territorio ed agli uomini, le donne e i bambini che lo vivono e devono sapere di poterlo fare senza “precarietà” .  

Lucia de Cristofaro