Regione: Mucciolo “Principato di Salerno? Una proposta debole”

“Qualche giorno addietro il Consiglio Provinciale di Salerno ha votato all’unanimità dei presenti l’istituzione della nuova regione del Principato di Salerno. La sinistra balbuziente e confusa ha abbandonato l’aula, perché nonostante il problema da tempo, e  a più riprese, viene sollevato, non ha voluto confrontarsi per attrezzare una proposta valida credibile. In più occasioni poi abbiamo assistito a levate di scudi, anche forti, da parte di livelli istituzionali importanti quali il Sindaco di Salerno, contro il governo regionale, finalizzate per lo più ad ottenere il dovuto per il comune di Salerno ma anche per alimentare e consolidare posizioni di dissenso e di forza  nel Partito Democratico regionale. Io stesso ho sollevato in più occasioni la questione, invocando patti di solidarietà territoriale, non sempre riusciti, tra i consiglieri regionali della provincia di Salerno al di là delle appartenenze partitiche, per arginare lo strapotere napoletano sui problemi più significativi della nostra realtà territoriale. La macrocefalia di Napoli, quindi, è un problema, non vi è ombra di dubbio. Lo capì e lo sollevò anche la deputazione salernitana ed avellinese alla assemblea costituente. E però la proposta non può camminare sul revanscismo identitario campanilistico e municipalistico, che se assecondato aprirebbe ad  una spirale di polverizzazione dei territori, disgregando ulteriormente il tessuto sociale. Nessuna delle motivazioni addotte supporta sufficientemente la proposta di Cirielli. Non regge la motivazione di carattere culturale e storica, se è vero, come è vero, che paesi significativi del nostro territorio per gli stessi motivi vogliono andare verso la Lucania. Nemmeno la motivazione economica, così come argomentata convince. I cinquecento milioni che a dire di Cirielli, ci verrebbero sottratti, forse non basterebbero a coprire nemmeno i costi amministrativi della nuova  regione. E poi se il discorso dovesse andare avanti emarginerebbe in maniera irreversibile altri territori della regione quali le province di Avellino e Benevento. Ma come ho già detto il problema esiste ed è serio. Napoli è una città straordinariamente bella, ricca di storia, di eccellenze monumentali,  architettoniche e culturali, di vivacità intellettuali senza pari, di tradizioni, di arte e mestieri secolari. Napoli è di fatto la capitale del Mezzogiorno. Ma Napoli con gran parte del suo hinterland, mi riferisco in particolare ai paesi dell’area vesuviana, è investita da problemi socio-economici fortemente complicati e complessi, a cui è difficile dare soluzioni stabili. Per cui si vive in condizioni di continue emergenze: occupazionali, ambientali (rifiuti, dissesto idrogeologico, …), camorristica, sicurezza e degrado. Pezzi di territori a nord della provincia di Salerno e moltissima parte della realtà casertana presenta problemi non dissimili, con l’aggravante che dalla provincia di Caserta parte la camorra organizzata, la camorra che condiziona istituzioni ed economia e determina degrado sociale. Tutto ciò ingoia risorse ordinarie e straordinarie, sottraendole agli altri territori e soprattutto ad investimenti virtuosi per la crescita e lo sviluppo. E la voragine è senza fondo. Cosa fare! Il problema potrebbe essere risolto in parte se il Parlamento definisse funzioni, ruolo con auspicabile autonomia amministrativa delle città-aree metropolitane previste nella modifica del Titolo V della Costituzione. In questo modo Napoli e dintorni non graverebbero sul resto della Campania. Diversamente la strada da percorrere è quella di istituire una seconda regione che comprenda le province di Benevento, Avellino e Salerno. È una discussione già in essere da sviluppare con responsabilità e determinazione, in un confronto sempre più ampio che coinvolga istituzioni, forze politiche, economiche sociali e culturali”.       

 

 Gennaro Mucciolo