Trapianto di arti superiori a Monza

di Rita Occidente Lupo

Il trapianto e le sue pene. Quelle che allungano liste d’attesa estenuanti, esasperando le speranze di quanti attendono che la befana, giunga non troppo tardi. Ancora in tempo per allungare i giorni vitali. Monza. L’ eccezionale intervento chirurgico all’ospedale San Gerardo, su una donna di 52 anni, trapiantate entrambe la mani, dopo 12 anni da quello di Lione. Correva l’anno 1967, allorquando il sudafricano Christian Barnard, fece battere il primo cuore in un altro organismo vivente. Purtroppo, il paziente morì dopo circa 20 giorni. A distanza d’un ventennio, anche il Bel Paese potè vantare i benefici dell’innesto. Oggi, sui circa 3000 casi di trapianti, rene, fegato, cuore e pancreas, tanti degenti implorano donatori generosi. Morte cerebrale, con cessazione delle funzioni se non artificialmente sostenute in vita, fanno decidere per l’espianto, su volontà pregressa del donatore o decisione dei congiunti. Sempre più rapidi i tempi per l’iter burocratico, che implora ritmi serrati, per salvare vite umane. Occorrerà una settimana prima di poter verificare che l’intervento di Monza, in un corpo che affetto da setticemia ha già subito anche l’amputazione degli arti inferiori, sia pienamente riuscito senza complicanze di sorta.