Rispetto per la sacralità anche nell’arte

di Rita Occidente Lupo

Puntualmente, nel periodo quaresimale…qualche intuizione artistica. Lo scorso anno, in Francia, l’idea d’ospitare un scultura del Cristo sulla sedia elettrica. La motivazione, addotta dal card. Ficher “per qualcosa di sensazionale rispetto alla croce abitudinaria. “ Ora, in una tranquilla comunità della Baviera, il quadro d’una donna nuda, voluttuosa, in chiesa, con due uomini ai fianchi in posizione provocatoria dell’atto sessuale. Qualcuno s’è incuriosito, mentre qualche altro ha urlato allo  scandalo. Ma il parroco, ha rimarcato che l’opera d’arte ritrae la voluttà e che pertanto resterà in Chiesa. Ad una via di mezzo s’è giunti coprendo il quadro, almeno durante la liturgia domenicale. Sembra davvero troppo, non per esser moralisti, in un luogo che continua ad essere di raccoglimento interiore, nella proiezione escatologica d’una dimensione di salvezza, aliena dalla caducità concupiscenziale. L’arte ha il suo pregio: il suo costo, ma anche il suo messaggio. La fruizione, singola. Ed in un luogo di culto, quello che un tempo veniva imposto come pudore e decoro, resta anche post Concilio. Se il capo, veniva coperto da un velo, in segno di umiltà, oggi si riceve anche l’Eucarestia senza, ma certe “libertà “ di moda e di atteggiamento,  storpianti. Non c’è bisogno di chiamare in causa autorità competenti, per verificare che gli eccessi e la mancanza di decoro, debordino da ogni parte. Forse, al parroco bavarese, farebbe bene  meditare di più e salmodiare, piuttosto che seguire certe mode artistiche del tempo che, ai fedeli, possono indurre in tutt’altro messaggio, rispetto a quello che  da pastore di anime deve tramandare senza interpretazioni avanguardiste, offrenti il fianco a tutt’altre sponde!