Salerno: presentazione libro su Monsignor Osvaldo Giannattasio sacerdote con “l’odore delle pecore”

 Sarà don Nello Senatore, parroco della parrocchia salernitana di Sant’Eustachio martire, a presentare, sabato 16 novembre, alle 10.30, nel Salone degli stemmi di Palazzo arcivescovile, a Salerno, l’ultima opera del professore Riccardo Rampolla, direttore del Bollettino diocesano, che ha pubblicato, per la casa editrice “Noitre”, la biografia di Monsignor Osvaldo Giannattasio, lo storico parroco di Santa Margherita e San Nicola del Pumpulo, comunità della zona orientale di Salerno che ha guidato per cinquantatré anni, dall’11 marzo 1958 al 1° luglio 2011. A contribuire a delineare la figura del sacerdote attraverso i propri ricordi personali, saranno anche l’onorevole Alfonso Andria, Presidente del Centro universitario europeo per i beni culturali di Ravello, e Vittorio De Sio, dirigente di Ubi Banca Carime. L’incontro, moderato dal giornalista Giuseppe Pecorelli, sarà concluso dall’intervento dell’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Monsignor Andrea Bellandi.

 Quello di Monsignor Osvaldo Giannattasio, scomparso il 21 ottobre 2018, è stato un sacerdozio “in punta di piedi”. Sacerdote umile, silenzioso, sorridente, garbato ma capace, lentamente, di ricavarsi un posto nella quotidianità della sua gente, con cui condivideva ogni cosa. Ordinato presbitero il 29 giugno 1953, era arrivato alla guida della comunità salernitana di “Santa Margherita e San Nicola del Pumpulo” nel 1958 quando, nella zona orientale, cominciavano a trasferirsi i salernitani del centro, colpiti dalla terribile alluvione del 1954. E si può dire che don Osvaldo “costruì” il quartiere, edificando non le case, ma le coscienze delle persone, soprattutto dei giovani, di cui curava la crescita attraverso la catechesi e l’innovativa “pedagogia del gioco”. I suoi ragazzi, oggi affermati nel lavoro e padri di famiglia, nel 1993, in occasione della festa per i suoi 35 anni da parroco, vollero scrivergli una lettera raccontando episodi, in apparenza minimi, ma che raccontano la figura buona di un curato d’altri tempi. “Nei pomeriggi assolati – ricordavano – i bambini ti attendevano sopra i muri e le ringhiere di quell’ultimo tratto di via Santa Margherita, che ancora tale non era, e al tuo apparire ti correvano incontro al grido di: Cristo regna”. E poi parlavano del gioco dei tamburelli, dei birilli, delle corde, della musica di un organo malandato, della “resistenza” di don Osvaldo alla rivoluzione del Sessantotto quando, con una certa fierezza, s’opponeva all’ingresso delle chitarre in chiesa. Definivano il loro parroco, che tra l’altro ha anche insegnato religione all’istituto magistrale di Salerno, “maestro di vita”. Don Osvaldo, pur provato nel fisico, ha continuato la sua missione sacerdotale fino alla fine. Dall’1 ottobre 2012, è stato vicario parrocchiale nella comunità di Gesù Risorto, a parco Arbostella, sostenendo le attività dell’allora parroco, don Nello Senatore.

In copertina, accanto ad un disegno in cui il sacerdote è raffigurato con i suoi ragazzi, Riccardo Rampolla ha voluto citare un passo della Seconda Lettera di San Paolo a Timoteo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho mantenuto la fede”. Una sintesi dell’esistenza di Monsignor Giannattasio.