La costituzione materiale

 Angelo Cennamo

Una delle polemiche più aspre al centro del dibattito politico di questi tempi investe il funzionamento del parlamento ed il suo contestato esautoramento da parte di altri organi istituzionali. Il tema è delicato e va ad intrecciarsi con altre questioni che tengono banco nei rapporti tra maggioranza ed opposizione, ma non solo. Non è un caso, infatti, che il braccio di ferro in corso tra Fini e Berlusconi riguardi proprio l’abuso che l’esecutivo starebbe facendo delle proprie funzioni legislative e del frequente ricorso allo strumento della fiducia. Le accuse di dispotismo lanciate al premier dai banchi del centro sinistra, ed avallate dal presidente della camera, delineano un quadro istituzionale se non del tutto stravolto, quanto meno anomalo, rispetto ai dettami costituzionali. In sintesi, si contesta a Berlusconi di voler governare da solo, bypassando il dibattito interno al parlamento, che, di fatto, risulta svuotato delle sue vere prerogative e competenze. Da qui le barricate del centro sinistra in difesa della costituzione, che il premier avrebbe violato e calpestato con la sua gestione unilaterale della cosa pubblica, e le accuse allo stesso presidente di voler rovesciare la democrazia per difendere interessi personali e familiari. Una soluzione a questa diatriba ci sarebbe, ma essa non può prescindere da una  attenta riflessione sul sistema elettorale e governativo attualmente in vigore nel paese. L’Italia è una repubblica parlamentare; lo dice la costituzione scritta, alcuni insigni giuristi ed interpreti della lex superior, e la solita schiera di post comunisti che vede in quei 139 articoli un totem intangibile ed immodificabile. Costoro, tuttavia, ignorano l’esistenza di un’altra costituzione, non ancora tradotta in una vera riforma, ma che, di fatto, ha superato nella sua applicazione quella del ’48 : la costituzione materiale. Cosa vuol dire. Vuol dire che da quando, in questo paese, è stato introdotta la legge elettorale che prevede il maggioritario, e quindi il bipolarismo – ulteriormente rafforzato in prossimità delle ultime elezioni del 2008 – gli elettori si scelgono anche il capo del governo. Non si tratta di una investitura tecnicamente riconosciuta, dal momento che è pur sempre il presidente della repubblica a nominare il primo ministro, ma è innegabile che la scelta, oggi, provenga dal basso, ovvero dai cittadini. L’incongruenza venutasi a creare rispetto alla norma scritta della costituzione è evidente : in Italia abbiamo un primo ministro che viene eletto dal popolo, ma che non ha gli stessi poteri degli altri premier europei, e del resto del mondo, eletti anch’essi dai cittadini. Berlusconi non può, ad esempio, nominare e revocare i suoi ministri. Più che una repubblica parlamentare, l’Italia è allora una repubblica presidenziale. Quello che occorre, ora, è prendere atto della nuova costituzione in vigore e regolarizzare la sua applicazione con una modifica della carta scritta. Questo, Berlusconi ed i suoi elettori, lo sanno, tutti gli altri lo ignorano.

 

3 pensieri su “La costituzione materiale

  1. caro avvocato non esiste una costituzione materiale, questa è un pura invenzione.esiste la costituzione italiana del 48 con tutti i suoi articoli e che al suo interno prevede la possibilità di essere cambiata. almeno fino a quanto ci sono queste regole, comuni, non è vero che il presidente del consiglio è eletto direttamente dal popolo nemmeno con questa legge elettorale (qualcuno, ricorda, la definì porcata)e così vale per il governo. e qui che dolgono molte argomentazioni di questi giorni, spesso amplificate dallo sciagurato incidente che ha colpito il presidente del consiglio, si vuole far passere questo momento come eccezionale, urgente, ultima occasione. naturalmente tutto strombazzato. seguendo le regole scritte e valide per per tutti si può cambiare anche la costituzione, ricorda, caro avvocato, che l’ultimo governo di destra approvò un cambiamento costituzionale che poi venne respinto da un referendum popolare?, ma bisogna farlo insieme, avere la capacità di ascoltarsi e fare l’interesse della nazione. quindi solo con un colpo di mano si potrebbe fare ma sarebbe fuori dalle regole, e francamente sarebbe anche troppo insopportabile. vedi al di là del modo di pensare la vera eredità che ha lasciato una sciagurata generazione capace di fare una guerra con milioni di morti e altrettanto milioni di martiri uccisi solo per una questione di razza o di pensiero politico e lasciare un paese sul lastrico con le pezze al culo, è stata proprio la costituzione, la quale a mio parere è molto bella, è scritta molto bene ed è veramente completa, io non cambierei niente però si potrebbe discutere e dialogare. certo sono giorni difficili, si vedono in giro solo lupi travestiti da agnelli. ma come ci insegna la storia d’italia anche questi giorni passeranno. condividerai che non si possono fare le cose solo alla maniera in cui ci piacciono almeno di non considerare gli altri dei cretini.
    buone feste e qui finisco, almeno per quest’anno, questo duettare che potrebbe sembrarti pesante.

  2. Innanzitutto, ricambio gli auguri di buone feste.
    Il “duettare” non lo trovo affatto pesante, anzi ti ringrazio per l’attenzione con la quale leggi i miei articoli, al di là delle idee che tu possa fartene.
    Entrando nel merito, dico che la costituzione materiale non esiste solo per chi non vuole vederla. I cittadini, quando votano, eleggono anche il leader della coalizione e quindi del futuro governo. Chi ha votato Veltroni, nel 2008, lo ha fatto sperando che andasse a palazzo Chigi.
    Non condivido neppure la tua opinione sulla assoluta bontà della costituzione. La prima parte sarà anche “molto bella” come dici, ma la seconda andrebbe revisionata in larga misura, anche perchè risale al 1948. Fu scritta dopo la seconda guerra mondiale; altri tempi, altra storia. Risente di una profonda cultura socialista e poco liberale (……la proprietà privata deve avere una funzione sociale……..l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, piuttosto che sulla libertà dei suoi cittadini o dei lavoratori……..). Poi prevede un bicamerlismo perfetto che è una vera iattura : per approvare una legge ci vogliono mesi e mesi. Il presidente della repubblica ha un ruolo neutro, poco compresnibile. Il capo del governo ha pochi poteri rispetto agli altri premier. Il titolo V, prima ancora che dal centro destra, fu modificato nel 2001, pochi giorni prima della fine della legislatura e con pochissimi voti di maggioranza, dagli esponenti dell’Ulivo. Il risultato fu diastroso.
    Cordiali saluti

  3. Orrore è stato fatto in passato. In un passato nemmeno troppo lontano. Si riteneva essenziale intraprendere la via del federalismo e… ops, il titolo V della costituzione venne modificato con il consenso di una sola parte!
    Ciò deve essere universalmente riconosciuto e non deve legittimare le singole parti e creare altri danni. Le riforme, come dice la nostra pregievole costituzione, vanno fatte con la più ampia convergenza possibile, proprio perchè c’è in ballo il futuro della nostra cara ed amata ITALIA. Poi della Repubblica Presidenziale se ne può parlare, ma non basta l’indicazione del premier sulla scheda elettorale a renderla tale. Cordiali saluti.

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