Vent’anni fa, cadeva il Muro!

 

di Rita Occidente Lupo

Il Parlamento italiano, con la legge del 2005, ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della libertà”, a ricordo dell’abbattimento del muro di Berlino: testimonial di liberazione dei Paesi oppressi ed auspicio di democrazia contro il totalitarismo. Il Muro, voluto dal regime comunista della Germania Est, in cemento alto circa tre metri e mezzo, separante Berlino Ovest da Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Per 28 anni, simbolo della Cortina di ferro, ha visto numerosi tentativi di fuga. Registrato svariati morti, in cerca della libertà. Il suo sgretolamento, il 9 novembre 1989, dopo lo smantellamento della Cortina di Ferro. In occasione del suo ricordo, di quello che fu un tempo la roccaforte dell’oppressione, una manifestazione che partirà proprio da Berlino. Una catena umana di oltre 30.000 persone, per rievocare un periodo nero della storia della città. Già provata dalla tragedia bellica. L’iniziativa, dell’inglese Martin Butler. Un nuovo muro, ma costituito da persone, divise in 330 gruppi di 100 persone l’uno. Finora, circa 4.500 volontari si son fatti avanti.  Affinchè un tale scempio, oppressivo, non si ripeta mai più. I graffiti, in questi anni animanti parte del recinto “di morte”, con l’urlo di una libertà a tutti i costi. I resti dello steccato separatista, pietre che molti hanno conservato. Souvenirs della grande Germania d’Hitler, ma anche delle sorti di migliaia di uomini, vittime dell’odio razziale e della smania di pangermanesimo. Oggi Berlino, rinata. Non solo dal “muro” del pianto, di chi per anni ha tentato di scavalcare la dittatura, ma anche di chi ha sempre guardato al futuro con occhi di speranza. Unificata ufficialmente nel 1990, la Capitale tedesca serba ancora al suo interno tracce separatiste: monito di salvaguardia alla libertà, che non fa sconti. E non conosce prezzi.