Mercato San Severino: appuntamenti culturali

Anna Maria Noia

 Due diversi appuntamenti con la “Cultura”, appositamente in maiuscolo; due modi di onorare altrettanti Sanseverinesi con il giusto rispetto che si deve loro; ancora: due occasioni per celebrare ed essere grati a due intellettuali di rilievo che hanno reso grande, magnificato la cittadina: si tratta di Luigi “Gino” Noia, grande conoscitore – ormai scomparso, nel silenzio e in punta di piedi (nonostante il “vocione” e l’apparente scontrosità, severità e l’essere burbero) – della effervescente vita culturale della società sanseverinese degli anni ’50, ’60 e ’70 e di Francesco Terrone, un ingegnere “prestato” alla poesia e alle lettere. Epigoni della quotidianità irnina con il proprio mostrarsi acculturati, ma prodighi verso i giovani e disponibili con tutti per insegnare a chi ne avesse (e ne abbia, ancora, nuovamente…) bisogno, Noia e Terrone sono (stati) comunque diversi tra loro, come ha avuto diversità di intenti e di carismi pure il compianto maestro, poeta, scrittore e giornalista Carmine Manzi; tuttavia ciò che li univa (e li unisce lungo un fil rouge) è la dedizione al prossimo, oltre che una peculiare realizzazione di vita nel segno della cultura e della lotta all’analfabetismo – Noia in particolare ha sempre combattuto in nome e per nome della divulgazione storica ed antropologica, per estirpare l’ignoranza dovuta a cattiva istruzione anche con l’Unla, unione nazionale contro l’analfabetismo, e tramite i “vecchi” centri di servizio culturale – nonché la grande produzione di libri, sillogi e quant’altro (meno il Noia, notoriamente non appariscente tra gli intellettuali che “contano” e difficilmente etichettabile o bollabile) nei vari campi dello scibile. Proprio per commemorare l’uno, il Noia, e dare un’opportunità di esprimere il proprio valore all’altro, l’ingegnere Terrone, l’amministrazione comunale sta per patrocinare sia un nuovo scritto da parte di Francesco Terrone (poeta e letterato) che una opera collettanea su Gino Noia realizzata con le testimonianze dei tantissimi amici e conoscenti – anche “pezzi grossi” e vertici istituzionali – che hanno apprezzato in vita le qualità del Noia e che lo storico locale Massimo Del Regno – alunno e “collega” di Noia – ha raccolto puntualmente in questa suddetta opera. Nella fattispecie, il libro di e su Terrone verrà presentato al Comune – nell’aula consiliare “Carmine Manzi” – il tre marzo prossimo, alle 18. Invece Luigi “Gino” Noia ha dovuto “aspettare” un po’ di più, essendo il libro di Del Regno già pronto da un anno esatto: varie concomitanze hanno un po’ contribuito al rimandarne la pubblicazione, ma attualmente – sembra – le cose stanno procedendo bene e dunque presto si prevede la presentazione al Comune, con tutti i “crismi” (e/o celebrazioni) del caso. Anche il primo cittadino Giovanni Romano ha approntato una presentazione “ad hoc”. Massimo Del Regno ha auspicato che l’opera, dal titolo: “Caro Gino. In memoria di Luigi Noia (1937-2011)” possa essere presentata nell’aula consiliare il 6 aprile, data di nascita del deceduto storico. Il formato del volume è di 17×25; il tutto consta di 320 pagine, con cinquanta immagini in bianco e nero. La copertina è stata realizzata dall’artista Pietro Lista, amico di Noia. Per ciò che concerne invece il letterato e “tecnico” Terrone, la sua ultima “fatica” letteraria consiste in un’autobiografia di 150 pagine, con il contributo del giornalista Aldo Forbice; una intervista da parte del cronista Forbice ha fatto scaturire la pubblicazione, dall’eloquente titolo: “Io, ingegner Terrone”. Degno sottotitolo è: “Imprenditore controcorrente. Da su a giù.”Il tutto è inerente la (brutta) esperienza vissuta da un meridionale doc come lui – e con quel cognome poi! – che è stato ferito, macchiato della taccia di “terrone e sfaticato” da “quelli” del Nord e nemmeno tanto lontanamente nel tempo, appena 22 anni fa! Terrone, fondatore della Sidelmed e delle edizioni Sidelmed è senz’altro una persona onesta, capace e seria, quindi – e concludiamo – onori e plausi a lui e a Noia, che si spera siano giustamente, doverosamente ricordati nel loro hinterland nativo per le azioni che hanno compiuto nei confronti di grandi e piccini, studenti, laureandi ed insegnanti. Ciò senza pretendere nulla in cambio e anzi rimettendoci, in piena umiltà!