La “caligo” nel Cilento e in Campania      

La “caligo” nel Cilento e in Campania      

Maria Amendola

La parola nautica medievale “caligo” deriva dal latino “caligo-caliginis” e significa letteralmente “nebbia bassa, foschia, caligine (termine desueto che significa riduzione di visibilità causata nebbia, fumi o polveri )”, ed indica quella che è chiamata la “nebbia di mare”. Questo raro fenomeno atmosferico chiamato scientificamente “la nebbia di avvezione” si verifica solitamente in primavera (tra aprile e maggio) o quando il mare freddo e l’aria tiepida proveniente dall’Africa si toccano formando così una nebbia densa che si aggira sul mare e nasconde tutto, che viene spinta poi sulle coste dalla brezza del mare. Il 25 febbraio la caligo ha raggiunto le colline e le montagne del Cilento spingendosi fin sulla zona dell’Alento. La nebbia ha avvolto paesi interi creando spettacoli come quello verificatosi nella zona di Cicerale e di Monte Cicerale: sembrava che la montagna che ospita il paese e la sua frazione fluttuasse. Anche nel salernitano e nel capoluogo partenopeo, e più in generale in Campania, la caligo ha destato stupore e incredulità, regalando scenari insoliti e molto suggestivi, che sono stati oggetto di foto e video pubblicati poi anche sui social.

Curiosità:

– generalmente questo fenomeno atmosferico è conosciutissimo nelle zone di mare tra queste Genova e in Sicilia (dove viene chiamata “la lupa”, chiamata così a causa del suono a mò di ululato delle sirene delle imbarcazioni o tramite la conchiglia chiamata “brogna”);

– secondo una leggenda popolare, molto suggestiva, la caligo non è una nebbia normale ma essa avvolge gli spiriti che riemergono dal mare e che accompagnano quelle anime rimaste a metà tra la vita ultraterrena e quella terrena verso la pace. Quando la nebbia si ritira gli spiriti si acquietano in mare.