I fratelli Tognazzi ripubblicano il “Rigettario” di papà Ugo 

I fratelli Tognazzi ripubblicano il “Rigettario” di papà Ugo 

Luciana Mauro

“Dio fece il cibo, il diavolo e i cuochi” disse Joyce. E se papà non avesse fatto l’attore sarebbe stato sicuramente uno chef”. A scrivere è Ricky Tognazzi, nella prefazione a un libro ripubblicato postumo e pubblicato per Fabbri Editori da Mondadori Libri Spa, con l’attenta cura della Delia Agenzia Letteraria.
Il volume, con una elegante veste grafica, sarà presentato sabato 14 gennaio 2023, dalle ore 18,30, nel complesso di San Michele a Salerno. Nel cuore del centro storico ci saranno, con Ricky, il fratello Gianmarco e la moglie, Simona Izzo.
Un gesto di amore dovuto, al grande Ugo che era “un papà a chilometro zero e coltivava le sue meraviglie nell’orto di Velletri”. Il rigettario è il secondo dei suoi quattro volumi di cucina. Il quinto, che non è riuscito a finire, era un ambizioso dizionario gastronomico.
Perché Ugo, nel suo eremo profumato di natura, battezzato La Tognazza, amava stupire amici e parenti con estrosi menù mai banali e omologati, rigettando, appunto, il conformismo che spesso accompagna l’arte culinaria. Inventava il gusto, lo proponeva con orgoglio e maio ripeteva uguale. I suoi piatti erano opere d’arte, tanto che, appassionato anche di disegno e collezionista di pennarelli, illustrava di suo pugno le ricette, con altrettanta fantasia e creatività.
“Quando il rigettario fu pubblicato me ne regalò una copia con una dedica – ricorda Thomas, il figlio norvegese – con la raccomandazione di imitarlo solo in questo”. Il libro, nato nel 1978, rinasce oggi “per continuare a sentire la sua vicinanza e tramandare quello stile di vita e quel suo modo di stare insieme”, ricorda Gianmarco nella sua prefazione.
La figlia Maria Sole si rammarica invece “di aver iniziato tardi a capire e apprezzare molto il cibo e i sapori…Oggi che la cucina mi appassiona moltissimo mi dico che rammarico, che dispiacere non averlo capito a dieci anni! Ma sono sicura che mio padre sarebbe contento di sapere, e forse lo sa, che ora l’ho capito “.