Storia della diffusione della Medaglia Miracolosa

Storia della diffusione della Medaglia Miracolosa

don Marcello Stanzione

Per più di due anni (1830-1831) la trasmissione degli avvenimenti delle apparizioni della Madonna della Medaglia Miracolosa a santa Caterina Labourè avviene oralmente, nessuna traccia rimane, nessun documento se non a partire dall’agosto 1833. E’ Padre Aladel, direttore spirituale di Caterina, che inizia una serie di importanti documenti, scritti nell’arco di ben trentadue anni. Sono le sue lettere, diffuse da Padre Le Luillin, e le otto edizioni della “Notice”. Come abbiamo già notato, egli riferisce solo l’essenziale, con l’unico scopo di diffondere la Medaglia Miracolosa (M.M.). Nel 1878 Padre Jules Chevalier, pubblica una nuova edizione della “Notice Aladel”, redigendo la prima biografia della veggente che utilizza gli autografi di Caterina e la voce dei testimoni. Il confronto della prima edizione con le due successive ci rivelano le sue esitazioni di fronte ai problemi imbarazzanti. Nel tentativo di risolverli, egli cade spesso nell’ambiguità. Vicedirettore delle Figlie della Carità, aveva personalmente conosciuto Caterina e ricevuto da lei delle comunicazioni particolari. Fu infatti Chevalier a sollevare i problemi che ponevano le differenze stilistiche di padre Aladel e Caterina. Un approccio, propriamente storico alla questione ebbe inizio durante il doppio processo di beatificazione. Importante fu l’opera di Padre Villette (futuro superiore dei Lazzaristi). Egli nel 1912 scrisse le “Memorie”; relazioni manoscritte inedite, che porranno dei veri problemi sul piano storico e costituirono l’opera più chiara. I due Lazzaristi, padre Crapez e Padre Misermont, pubblicarono su Caterina e le apparizioni, i migliori lavori. Essi si presentarono al processo con un “Summarium” da loro redatto; la loro documentazione molto seria presentava tuttavia un grosso inconveniente. Essi infatti hanno minimizzato i problemi per risolverli, ma in tal modo, hanno reso le loro soluzioni inverificabili. Padre Pierre Coste, segretario generale della C.M., scrisse più “Memorie” non datate, che si frazionarono dal 1909 al 1933. Egli in esse mise in rilievo i difetti e gli errori di Caterina, contrariamente a quanto hanno fatto Padre Crapez e Padre Misermont. E’ nel 1878 che appaiono le note di Soeur Dufés, la quale raccolse la voce  di numerose testimonianze, purtroppo ci sono rimasti solo dei frammenti. Soeur de Geoffre, scrive una biografia su Caterina, ad uso interno della comunità, servendosi degli autografi di Caterina e della Notice di Aladel. Ella ci presenta un sobrio ritratto della santa, senza sminuire o ingigantire i suoi meriti. Questa biografia e quella di Chevalier, hanno valore di sorgente; i loro autori infatti non solo sono degli storici, ma anche e, prima di tutto, dei testimoni.

 

 

  • LA MEDAGLIA –

 

La coniazione della M.M. avvenne molto tardi; ciò fu dovuto al fatto che Padre Aladel per dodici mesi non prestò fede alle parole di Caterina e anche allo scoppio del colera del 1832, che causò nella sola Parigi ben ventimila morti. La medaglia fu coniata il 30 giugno 1832, quando inaspettatamente si verificò la seconda fase del colera. Circostanza questa che ne favorì la diffusione., Ad opera della medaglia, avvennero infatti le prime guarigioni nella regione Meaux. Ma la grande espansione a livello mondiale, iniziò due anni più tardi, con le pubblicazioni di padre Le Guillu e di Padre Aladel. Secondo la Notice di Aladel e i dati del gioielliere Adrien Maximiliam Vachette, incaricato del conio della medaglia, ne furono coniate:

 

1500 nel 1832

50.000 nel 1833

850.000 nel 1834

2.5.000 nel 1835

15.000.000 nel 1836

21,212.532 nel 1837 (solo in Francia)

100.000.000 nel 1842 (CLM 1 pag. 42).

 

A questa cifra vanno aggiunte altrettante medaglie che venivano coniate in Italia ed all’estero da parte di altri fabbricanti. Per i primi due anni, la medaglia si diffuse grazie alla sola trasmissione orale e fu l’unico documento delle apparizioni di Caterina. La legislazione della Chiesa, aveva infatti interdetto qualsiasi pubblicazione. La prima pubblicazione sulla M.M. non fu così un’opera “ex-professo”, ma un racconto inserito in una raccolta di “esempi edificanti”, atti ad illustrare un “Mois de Marie” pubblicato nel 1834 da P. Le Guillu. Nel 1835 Padre Le Guillu informò Roma con la pubblicazione di un libro che non era altro che la Notice di padre Aladel. Vi aggiunse una introduzione, per fare conoscere la grande diffusione della M.M., e una narrazione delle guarigioni e grazie avvenute ad opera della medaglia. Padre Aladel pubblicò, a sua volta, la “Notice”, diecimila copie furono esaurite in un  mese, centomila copie in cinque edizioni, in cinque anni.

GUARIGIONI E CONVERSIONI –

E’ dalla lettera di Lamboley, scritta il 5 agosto 1833, ai suoi confratelli spagnoli, che siamo informati sulla miracolosa guarigione di cinque persone che portarono la M.M. Una seconda lettera, del 21 novembre 1833, segnala l’avvenuta conversione di altre cinque persone, riferite anche dalla Notice di padre Aladel. Nel solo mese di ottobre del 1834 giungono alla Congregazione della Missione, ventitré lettere che notificano l’avverarsi di grazie di ogni sorta. Da una prima statistica risulta che si ebbero:

 

Nel 1832                  2 guarigioni                                                             relazione in 1 lett.

 

Nel 1833                  1 guarigione                                                            relazione in 1 lett.

 

Nel 1834                 87 guarigioni, 36 conversioni,                                 relazione in 106 lettere

13 grazie

Nel 1835                 146 guarigioni, 31 conversioni,                               relazione in 135 lettere

21 grazie                                                                  (CLM 1 p. 48)

Dopo il 1835 le lettere furono meno numerose, certamente perché non furono conservate; molti indizi infatti testimoniavano la sostenuta espansione della M.M. e dei suoi favori. Il numero delle lettere ammontò a 391, la cui raccolta fu dovuta al caso. Le edizioni della Notice di padre Aladel ci parlano di un totale di circa 714 guarigioni e conversioni. Fra essi si ricordano la guarigione di una donna muta di Costantinopoli, di Soeur Marie – Agloe Dausson, di una giovane apoplettica a Chesmes (Svizzera), di P. Boulangier assistente generale della C.M. La conversione del caporale Louise Augustine Fréolle, l’apparizione della M.M. a Einsieldn, in Svizzera, ad una religiosa. La conversione di Alfonso Ratisbonne. Altri importanti autografi attestano il verificarsi di successive guarigioni e grazie. Così pure risulta dalle varie deposizioni al processo; Soeur Dufés affermò di aver preso conoscenza da diverse lettere avvenute sulla Tomba di Caterina. Soeus Pineau, Soeur Tanguy, Soeur Lenormand dichiararono di essere stati testimoni di guarigioni avvenute ad opera della M.M.

 

ESPANSIONE ED OSTACOLI –

A questa espansione quantitativa corrisponde un rinnovamento spirituale, di cui segno evidente furono le numerose conversioni. Una rinascita graduale si verificò nelle due famiglie vincenziane a livello spirituale e numerose vocazioni vi affluirono. Sorsero in tutto il mondo nuove associazioni di Bambini, sotto la direzione di Padre Aladel. Tale espansione era legata al rinnovamento della speranza suscitato dalle apparizioni della Rue di Bac, in un momento storico assai difficile per la Chiesa e per la Società. “L’apparizione del 1830 (…) ha segnato la fine di u  periodo disastroso per la Chiesa e la società (…) . Essa è stata l’inizio di una era nuova: era di misericordia e di speranza”. (Chevalier 1° edizione). Questo movimento di speranza e di fervore era stato diffuso a Roma. Il Cardinale Lambruschini aveva diffuso la M.M. e il Cardinale Rivarolo l’aveva fatta coniare a sue spese a Roma nel 1834. la conversione miracolosa del Ratisbonne e il processo canonico diretto dal cardinale Vicario, avevano dato grande prestigio al papa Gregorio XVI. Nonostante ciò sembrava non vi fosse nessuna premura di promuovere la canonizzazione di Caterina. Questo fu dovuto a serie difficoltà canoniche di carattere iconografico. La Congregazione dei Riti, attenendosi ai decreti dei Concili di Trento e di Papa Urbano VIII che proibivano di piazzare nelle Chiese immagini insolite e nuove, aveva impedito l’esposizione al culto delle immagini della Vergine, dei raggi e della Vergine del globo nelle mani. L’interdizione si estendeva anche alle rappresentazioni della Salette, di Pontmain e di Lourdes. Ma il vero movente a Roma, era quello di limitare e temperare il dilagante fervore, la cui origine risiedeva nelle rivelazioni private. Il corso degli eventi mutò favorevolmente nel 1889 con il Nuovo prefetto della Congregazione dei Riti, il Cardinale Gaetano Aloisi Masella. Questi incoraggiò i Lazzaristi e si dimostrò favorevole alle loro richieste.

Fu da lui approvato l’ufficio e la Messa del 27 novembre con la quale Caterina faceva il suo ingresso nella Liturgia e poneva il problema di una seria ricerca. Lo studio fatto per stabilire il testo delle letture, costituì il primo abbozzo al processo di canonizzazione. Il processo di Caterina, iniziato diciannove anni dopo la sua morte, vide fra le persone interrogate quasi tutti testimoni oculari (venticinque su trenta), da qui il suo grande valore storico. Il processo nel suo lavoro di verifica della santità di Caterina, ebbe il merito di porre in luce l’originalità di questa grande santa.