Salerno Capitale 

Salerno Capitale 

Maria Amendola

Durante la Seconda guerra mondiale (1939-1945) la costa del golfo del Salerno e quella del Cilento furono interessate dall’operazione “Avalanche ” del 9 settembre del 1943 che spostò il fronte di battaglia a Cassino per un anno lasciando Salerno libera, per questo motivo  essa divenne sede del governo dell’Italia liberata. La denominazione  “Salerno Capitale” è divenuta di uso comune e che sta ad indicare proprio il particolare periodo storico che vide la città Capitale d’Italia per cinque mesi,  dal  giorno 11 febbraio al 14 luglio del 1944. In città si trasferirono tutte le cariche governative e monarchiche del Regno del Sud Italia.

Il Re Vittorio Emanuele III  (1869-1947) abitò a Villa Guariglia a Raito (Sa), attuale museo della ceramica. Vari palazzi furono adibiti ad uso governativo ad esempio il Palazzo delle Poste e Palazzo Natella.

A Salerno in quel periodo si successero due ministeri di Badoglio poi ci fu la cosiddetta “Svolta di Salerno” poi ci fu il ministero di Ivanoe  Bonomi (1873-1951). La “Svolta di Salerno” avvenne per opera di Palmiro Togliatti (1893-1964) su impulso dell’Unione Sovietica, fu un compromesso tra la monarchia,  Badoglio e gli antifascisti per la formazione di un  governo di unità nazionale . Nel giugno del 1944 Roma fu liberata e tornò ad essere Capitale.

Nel periodo di Salerno Capitale ci furono due ministri salernitani:

– Giovanni Cuomo  (1874-1948) noto antifascista, svolse durante il Primo Ministro Badoglio le funzioni di Ministro della Pubblica Istruzione e in seguito quelle di deputato dell’Assemblea Costituente. Un suo busto bronzeo fa bella mostra  presso la villa comunale di Salerno;

– Raffaele Guariglia (1889-1970, barone di Vituso,) che svolse le funzioni di Ministro degli Esteri

Nella foto la targa del piazzale  intitolato “Salerno Capitale” dall’amministrazione comunale della città di Salerno per mantenere vivo il ricordo di questo periodo di lustro per la città.