Matteo Silvatico e il giardino dei “semplici”      

Matteo Silvatico e il giardino dei “semplici”      

Maria Amendola

Matteo Silvatico è stato un “magister” (maestro) e un  medico della  Scuola Medica Salernitana, ed un esperto di piante. Fu uno dei  medici di Roberto d’Angiò (1276-1343) che lo investì del titolo di “miles” (nel linguaggio medievale “soldato a cavallo” equivalente a “cavaliere”) e che il 24 agosto del 1337 l’insigne medico fu nominato “familiaris” del re Roberto. Nacque a Salerno ma per quanto riguarda l’anno vi sono varie ipotesi e testimonianze:

– intorno all’anno 1280-1285, poiché nel suo scritto “Liber pandectarum medicinae” egli afferma di aver visto le locuste a Salerno del 1297;

– Giovanni Battista Prignano afferma nel tuo scritto “Storie delle famiglie do Salerno ” che egli sia nato nel 1296;

– nel 1270 circa, in quanto in un libro della confraternita di S. Spirito di Benevento tra i nomi dei benefattori si legge quello di “Magister Matthaeus Salvaticus medicus de Salerno”.

Sin dalla Metà del XII secolo è annoverata la presenza di questa casata in Salerno.

Secondo studi, documenti e rilievi archeologici la zona “”plaium montis” è una zona di proprietà dei Silvatico, con precisione a Pietro e Gaita (figlia di Giovanni un medico). Tra i membri di famiglia Salvatico si annoverano: il magister medicus Ioanner  figlio di Landulfo che ricevette una concessione terriera dal monastero di Cava dè Tirreni; nel 1269 un Ruggiero divenne barone per volere del principe di Salerno Carlo II d’Angiò detto lo “Zoppo” (1254-1309) mentre per volere di Carlo I d’Angiò (1226-1285) nel 1272 un Matteo che fu fatto credenziere. Nell’attuale “Giardino della Minerva” di Salerno sorge nella proprietà appartenuta alla famiglia Silvatico e sulla quale Matteo vi creò il suo orto botanico e dove studiò i “semplici” che secondo il linguaggio medievale  erano le piante con principi curativi naturali (ovvero dei veri “farmaci naturali” utilizzabili immediatamente per uso medico) e non “composite” come invece lo erano i farmaci creati da più piante).

Scrisse delle opere importanti quali:

-“ Liber pandectarum medicinae”

– “Ortus sanitatis” (stampato nel XVI secolo).

-“Opus Pandectarum Medicinae” (o “Liber cibalis et medicinalis Pandectarum” o  “Pandette”) l’opera più importante,  si tratta di un manuale scientifico, una sorta di dizionario sulle proprietà dei “semplici”  e sul loro  uso officinale in medicina: ogni pianta (chiamata “semplice” ) viene riportata con il sinonimo in arabo, poi in greco e infine in latino, vengono riportata anche un gran numero di piante di origine esotica. Infine vi è la descrizione morfologica tratta da autori classici o descritta direttamente da Silvatico (ogni organo è paragonato a parti simili di piante note. Una attenzione particolare viene data alle radici e ai bulbi). Quindi è descritta la natura del semplice (la ossia la complessione)  e infine sono elencate le proprietà terapeutiche. Quest’opera del 1317 è dedicata al re di Napoli Roberto d’Angiò (1276-1343). In seguito Angelo Catone de Supino Serapino (1440 circa-1496), medico di Ferrante d’Aragona (1423-1494) nel 1474 ne curò la prima edizione a stampa. Nel corso del 1500 l’opera fu ristampata numerose volte.

L’edizione veneziana del 1523 annovera la descrizione di  721 voci di semplici (487 vegetali (4 sinonimi per pianta), 77 animali, 157 minerali e 3 non ben identificati). Si presuppone che Silvatico morì nel 1342.

Curiosità:

– le conoscenze botaniche del Silvatico servirono alla costruire del giardino di Castelnuovo;

– il15 febbraio 1322 e il giorno 11 aprile 1337si firmò “Matheus Salvaticus miles professor in phisica”  (ne medioevo il termine “physicus” significava medico);

– Giovanni Boccaccio (1313-1375) gli dedicò la X novella della IV giornata del Decamerone, (Silvatico ispirò il personaggio di “Mazzeo della Montagna”, un anziano medico salernitano tradito dalla giovane moglie. Con tutta probabilità il Boccaccio lo conobbe presso la corte del re Roberto a Napoli fra il 1327 e il 1340);

– forse conobbe Giotto (1267 circa-1337) fra il 1328 e il 1333 poiché esso fu impegnato ad affrescare alcune sale di palazzo reale.