Salerno: Liceo Scientifico “F.Severi” PCTO – percorso “Io nativo digitale”

Le nuove trappole di internet: Fake news

 Sara Troccoli

Le fake news (in inglese, “notizie false” ) sono definite le nuove trappole di internet. E facile fidarsi di un articolo che potrebbe essere stato scritto da chiunque sul web ed è ancora più facile cadere nell’inganno. È proprio a causa di un inganno che oggi l’identità delle persone, per lo più adolescenti, è in pericolo.

Non parliamo di fake news solo nel caso in cui queste siano incentrate sulla politica, sull’economia o su un personaggio importante, ma anche sui milioni di individui che ogni ora sono in cerca di nuovi aggiornamenti sulle loro bacheche virtuali. Da un semplice post anonimo su facebook si può verificare un episodio di cyberbullismo, dove il ragazzino coinvolto viene schernito e deriso agli occhi di centinaia di persone sui social network, senza avere la possibilità di contestare la notizia falsa.

Con l’era digitale si è potuta ampliare la diffusione delle fake news, che ogni giorno diventano sempre più virali e considerate vere e proprie emergenze. Nonostante siano tra i pericoli principali dei social, le fake news non si sono verificate per la prima volta con la nascita di internet, infatti nelle epoche passate, erano conosciute come propagande: spesso le notizie utilizzate a scopo persuasivo erano frutto di immaginazione, ma si dimostravano la soluzione migliore ad indurre determinati atteggiamenti e azioni. Lo stesso identico scopo è al centro delle moderne notizie false.

Bisogna tuttavia distinguere il falso dall’errore. Non è tecnicamente una fake news una notizia falsa diffusa per errore: anche un professionista puó compiere errori: in quel caso, la notizia viene presto smentita e rettificata. Se ciò non accade l’errore può trasformarsi in poco tempo in una fake news.

Attualmente il Ministero della Salute ha diffuso una lunga lista di false notizie per evitare inutili allarmismi e, soprattutto, per cercare di fornire dati e informazioni accurate per far fronte alla pandemia da Covid-19. Sono più di 70 notizie false a riguardo che vengono categoricamente smentite.

Si vuol porre fine al fenomeno cercando di informare soprattutto i ragazzi, aiutandoli così, tramite dei corsi di educazione digitale, a saper distinguere il vero giornalismo dalle notizie false di internet. L’obiettivo di progetti come questo è far in modo che i ragazzi, che ogni giorno visitano i numerosi social media, sappiano valutare e riflettere sulle informazioni che vengono loro presentate. È necessario intervenire sui giovani perché è proprio grazie a loro che la diffusione delle fake news é imminente; bisogna dunque prevenire ed evitare che si verifichino ancora casi simili, a danno soprattutto della formazione del ragazzi.

 Salerno: Covid-19 un nemico di tutti

Alessandra Avagliano 

 Lunedì sembra che anche le scuole superiori ritornino in classe, sentiamo cosa ne pensa Giorgio R. del liceo scientifico F. Severi.

Ciao Giorgio, finalmente sembra che ritorneremo alla nostra routine, almeno in parte. Lunedì si dovrebbe ritornare a scuola, cosa ne pensi?

Sono felice del rientro perché sono molto stanco della didattica a distanza. Probabilmente perché restando a casa lo spazio per la scuola e per il tempo libero sono diventati un’unica cosa e anche la mia mente non trova più differenze. Per la maggior parte del giorno e dei giorni devo dedicarmi solo allo studio, alle consegne per casa che sembrano essere aumentate. D’altra parte, però non ti nascondo che non sono molto entusiasta delle modalità pensate per il nostro rientro. Certo dividerci al 50% credo sia necessario ma so di fasce orarie diverse tra il biennio e le terze classi e quarto e quinto e non ritengo che queste possano ben funzionare perché, per i ragazzi che dovranno entrare alle 10 e uscire alle 15 sarà davvero difficile gestire i progetti pomeridiani e anche i propri impegni e soprattutto lo studio.

Capisco bene cosa intendi e concordo con te appieno. Ma torniamo un po’ indietro d’altronde, dal primo lockdown, è passato quasi un anno. Raccontami come l’hai vissuto.

Inizialmente non è stato così faticoso, almeno per le prime due settimane ma poi l’impossibilità di uscire, di vedere i miei amici, di stare con loro e divertirci o anche semplicemente stare insieme tra i banchi di scuola ha cominciato a pesarmi molto. Dover restare sempre nello stesso luogo e poter vedere solo la mia famiglia, per quanto gli voglia bene, è diventato faticoso.

Inoltre, i miei pomeriggi prevedevano quasi tutti una partita a calcio con i miei amici e questo non è stato possibile per molto tempo quindi, ho dovuto anche accantonare la mia passione e lo sport che mi permetteva di svuotare la mente da pensieri e preoccupazioni.

Non è stato semplice. Mi piacerebbe sapere quindi come hai coltivato le tue amicizie, sei riuscito a restare in contatto con loro anche se solo attraverso la tecnologia?

Sì, certo è stato diverso e strano incontrarsi tutti su una piattaforma digitale o vedersi solo attraverso uno schermo, non potersi abbracciare, stringersi la mano. Con il mio migliore amico tenevamo una chat giornaliera, è stato uno spunto per scoprire nuovi lati l’uno dell’altro, magari paure o fragilità che non ci eravamo mai confessati. Anche con il resto della classe siamo sempre in contatto e ritengo di essere stato fortunato perché riusciamo ad aiutarci a vicenda e venirci in contro quasi in ogni situazione e così con la Dad nessuno si è sentito messo da parte.

Quest anno poi, anno per noi del diciottesimo compleanno, abbiamo festeggiato molti compleanni ritrovandoci su meet ed è stata, sì un’esperienza particolare ma anche positiva perché a mio parere, insieme a tutte le altre esperienze, ci ha fatto maturare come singoli ma soprattutto come gruppo.

Quindi dopotutto qualcosa di positivo ha portato questo virus?

Sì, direi una maggiore consapevolezza di sì stessi e anche degli altri. Aggiungerei una maggiore coesione del gruppo classe e anche nuove scoperte, nuovi interessi, nuove amicizie, ho persino scoperto che mi piace leggere!

Covid e i ragazzi

Simone Pierro

Questa pandemia ha avuto conseguenze sul suo percorso universitario?

A.S: Ha rallentato molto il mio percorso formativo che mi porterà a conseguire una laurea in ingegneria. In particolare ho conseguito il mio ultimo esame online ed è stata un’esperienza particolare poiché parlare dietro a uno schermo non fa trapelare le emozioni e le sensazioni della persona con cui si parla. Questo rende anche difficile capire se ciò che si è detto è giusto, sbagliato o abbastanza soddisfacente per la persona che ha posto la domanda.

Come procede il rapporto con i professori?

A.S: Devo dire che inizialmente c’è stata un po’di difficoltà nel comunicare con loro per via dell’incertezza generale che caratterizza questo momento, sono risultati in difficoltà poiché non riuscivano a dare una risposta esaustiva alle tante domande poste, in quanto non sono loro a decidere ma dipendono da ciò che viene deciso dall’alto.

Quale è stato l’aspetto principale del Covid che ha rallentato il suo percorso?

A.S: Principalmente mi ha rallentato il fatto di essere confinati di casa, poiché prima di conseguire la laurea devo effettuare un tirocinio presso un aziende specializzata; quindi non potendo uscire non ho potuto immediatamente iniziare questo ultimo step necessario per il mio percorso. Fortunatamente in questo periodo grazie all’allentamento delle misure restrittive ho potuto intraprendere questo ultimo pezzo di strada per concludere il mio cammino universitario.

Alla fine di tutto credi che questa situazione abbia compromesso parte delle tue conoscenze?

A.S: No devo dire che comunque con le lezioni a distanza sono riuscito lo stesso a capire e a fare miei gli argomenti trattati, continuando cosi ad ampliare le mie conoscenze e il mio bagaglio culturale.

Covid-19 e dintorni: conseguenze del Covid su un giovane salernitano

 

Daniele Sorrentino

Ciao, dato il periodo particolare che stiamo vivendo, stavo indagando su problematiche emerse a causa del Covid-19.

Ciao, posso raccontare un fatto che mi ha toccato personalmente e che potrebbe esser capitato anche a qualcun altro.

Prego, esponga la sua vicenda.

Prima che la pandemia scoppiasse, avevo fatto domanda di assunzione presso un locale di ristoro. La posizione che occupavo nella graduatoria tra coloro i quali si erano offerti per il ruolo era tra le più alte. Con il Covid-19 è stato tutto sospeso a data da destinarsi.

Dopo quasi un anno dall’inizio della pandemia, come si è evoluta la sua situazione? Le è stato comunicato qualcosa al riguardo?

Purtroppo la situazione non si è evoluta nel modo in cui speravo. Dopo esser stato in cima alla graduatoria per vari mesi, nell’attesa dell’assunzione, mi è stato comunicato che l’azienda, a causa della pandemia, è impossibilitata ad assumere personale. Per questo motivo la graduatoria è stata annullata e la possibilità di lavorare è andata in fumo.

Quindi ora per lei si prospetta un periodo nel quale dovrà cercare di sopravvivere mentre cerca un nuovo lavoro, sperando che tutto si risolva al più presto.

Sì esatto, già ho fatto domanda di assunzione in altre aziende. In quasi tutte le graduatorie sono posizionato discretamente bene, sperando non riaccada ciò che è avvenuto in passato.

Buona fortuna, sperando riesca a trovare lavoro al più presto e grazie per la testimonianza.

Salerno: medici e corona virus, cosa sappiamo?

 

Michela Ientile 

BUONASERA, GRAZIE PER ESSERSI SOTTOPOSTO A QUEST’INTERVISTA SULLA SITUAZIONE CHE SI è CREATA IN QUEST’ULTIMO ANNO. COME CI RACCONTA L’INIZIO DI QUESTA PANDEMIA?

Buonasera e grazie a lei per questa grande opportunità. Beh veda, la situazione da quando è scoppiata questa pandemia, per me e i miei colleghi non è stato affatto facile, soprattutto agli inizi della prima ondata. Inizio con lo spiegare che il corona virus è una malattia infettiva respiratoria che fa parte del ceppo del CORONAVIRUS, e si trasmette stando a contatto con le altre persone, tramite naso e bocca, e da qui non è stato molto facile capire come gestire tale situazione, ma con il diffondersi dell’epidemia, la situazione si è complicata molto di più. Diminuire gli assembramenti, niente feste, niente uscire pomeridiane, le scuole, parchi e i negozi chiusi. Ci è stata tolta la libertà in meno di un giorno, costretti a stare a casa senza più nessun contatto fisico. La cosa che più ha segnato il popolo è stato perdere il lavoro, e non poter più sostenere una famiglia.

CI PUÒ SPIEGARE UN PO’ COME È STATO GESTIRE LA SITUAZIONE IN OSPEDALE, CON L’AVVENIRE DELLA PRIMA ONDATA?

Bella domanda.. è stato abbastanza complicato, la prima cosa che è stata fatta, con l’aiuto della Cina che è stato il primo paese a venire a conoscenza di questo virus, la diffusione dell’obbligo della mascherina e la creazione di tamponi utili per aiutare a capire se davvero un individuo fosse affetto da tale virus. In ospedale la situazione non era diversa, ogni giorno arrivavano persone con diversi sintomi ma soprattutto con difficoltà a respirare, e per molti di loro è stata obbligatoria la presenza di respiratori automatici nelle sale di terapia intensiva. Della prima ondata possiamo ricordare le sale d’attesa piene e i posti in sala di terapia intensiva tutti occupati, ma soprattutto dobbiamo ricordare le migliaia di persone che non ce l’hanno fatta.

I TURNI DI LAVORO ERANO SEMPRE GLI STESSI O CI SONO STATI CAMBIAMENTI?

Ci sono stati molti cambiamenti negativi nei turni sia di medici che di infermieri. Talvolta fino a ricoprire 48h di lavoro senza sosta, senza riposarsi un minimo.

AD OGGI, COME Può DEFINIRE LA SITUAZIONE NEGLI OSPEDALI?

E’ migliore, le sale di terapia intensiva riescono ad ospitare chi ha problemi respiratori e l’affluenza è sicuramente minore rispetto ai primi mesi. Ad oggi possiamo vedere che la maggior parte dei contagiati è asintomatico, ovvero senza sintomi ma la situazione non può essere sottovalutata. Si spera che entro il 2021, con l’avvenire anche del vaccino la situazione e soprattutto la vita di tutti i cittadini possa tornare migliore di prima.

                                                      Studenti ai tempi del Covid-19

Davide Consiglio

Ciao lavoro per la mia pagina personale, ti va di rispondere esprimendo tuoi pensieri su problematiche relative al covid-19, vorresti raccontarci una tua esperienza personale?

F.C.: Certamente, come vedi sono un ragazzino, e credo come ben sai il covid-19 ha influenzato molto la nostra vita soprattutto quella di noi adolescenti. Da quest’anno frequento il primo superiore del liceo scientifico Francesco severi a Salerno.

Hai saputo che il giorno 01/02/2020 riapriranno le scuole secondarie di secondo grado? Cosa ne pensi?

F.C.: Sono abbastanza felice di tutto ciò, ma non ne sono pienamente d’accordo. Credo che ritornare a scuola in piena pandemia potrebbe causare molti rischi. Io sono fiducioso e credo che la scuola sia un luogo sicuro, infatti il rischio di essere contagiati è altissimo nei mezzi di trasporto pubblici, per questo sono molto nervoso poiché in tutti questi mesi potevano trovare soluzioni migliori raddoppiando le corse dei pullman.

Il vostro istituto come si è organizzato per l’ingresso e l’uscita da scuola?

F.C.: Il primo triennio entrerà alle ore 8:00 e uscirà alle ore 13:00, mentre le classi quarte e quinte entreranno alle ore 10:00 e usciranno alle ore 15:00. Nel mio istituto ci sono molti pendolari e per questo saranno costretti a prendere il pullman comunque la mattina presto ritirandosi alle 17:30.

Che rapporto hai con i tuoi amici e con i tuoi professori?

F.C.: Noi amici non abbiamo un bel rapporto, conoscendoci da poco e soprattutto vivendoci online non riusciamo a relazionare come vorremmo. Tutto ciò mi intristisce perché sognavo da molto arrivare al liceo e viverlo al massimo, ma sono fiducioso e spero che al più presto tutto ritorni alla normalità. Con i professori tutto è più difficile, non riusciamo ad interagire come vorremmo, il rapporto professore-alunno non è facile crearlo, vi lascio immaginare online come sia complicato. Altro da domandare?

No, grazie per la tua testimonianza, buona fortuna!

F.C.: Grazie!

Ritorno in classe per le scuole superiori: errore?

Alessio Apicella 

Diverse le opinioni in merito alla ripresa delle attività scolastiche a pieno titolo

Da lunedì 1 febbraio anche in Campania è confermato il ritorno in classe per le scuole superiori: una decisione non semplice che ha diviso l’opinione pubblica. Il governatore della regione Vincenzo De Luca sembrava più propenso a procrastinarne l’apertura, ma in seguito alla sentenza del TAR ha dovuto adeguarsi alla decisione. Molti sono i problemi che si presenteranno all’apertura ormai prossima, in primo luogo i trasporti, che rappresentano da sempre un punto debole sull’intero territorio regionale. Ci si chiede in che modo sarà rispettato il distanziamento a bordo degli autobus, così come se saranno previste corse ulteriori e ad orari differenziati, dal momento che diversi istituti scolastici potrebbero organizzare l’ingresso a scuola in una fascia oraria tra le ore 8 e le ore 10. Lo stesso problema riguardante il distanziamento per il rispetto delle norme anti-COVID, si potrebbe presentare anche all’interno degli istituti scolastici, con classi spesso affollate e poco spazio a disposizione. A questo proposito molti sono i dubbi da parte degli studenti, che non sono disposti a ritornare in classe senza avere certezze riguardanti il rispetto delle regole per il contenimento del virus. Allo stesso modo anche diversi docenti non vogliono rischi derivanti dallo svolgimento delle attività scolastiche in scarsa sicurezza. Ad ogni modo, tra dubbi e incertezze, tra chi preferisce un proseguimento della DAD e chi, invece, sostiene la ripresa delle attività scolastiche a pieno regime, resta solo una grande domanda: le istituzioni in questione saranno in grado di adeguarsi in tempo alla decisione e di organizzarsi in modo da tutelare la salute di tutti?

Guarigione dal Covid-19

Donatella Vece

Ilaria è una ragazza di 20 anni che é da poco guarita al COVID-19.

La prima domanda che mi viene da porti é come stai?

Adesso bene, quando ho saputo che il tampone fosse negativo ero al settimo cielo, ho festeggiato; ovviamente da sola, ho imparato la lezione e non credo rischierò più.

Come é stato invece il periodo in cui hai avuto il COVID-19?

È stato difficile, ho avuto la maggior parte dei sintomi, sono rimasta a letto per tutto il tempo senza poter vedere nessuno, anche se devo ammettere che la cosa che mi faceva più male era sapere che avrei potuto infettare le persone più deboli della mia famiglia. Appena ho saputo di avere il virus ho sperato fino alla fine di non aver infettato nessuno, ma purtroppo non é stato così. Infatti i miei genitori e mio fratello sono risultati positivi. Per un giorno piansi, per la consapevolezza che le cose si sarebbero potute aggravare, non per me e mio fratello ovvio, siamo giovani e forti, ma per i miei genitori. Mia mamma infatti dopo un paio di giorni ininterrotti di febbre alta e problemi gravi di respirazione venne portata d’urgenza in ospedale, per fortuna esistono i telefoni cellulari, almeno potevamo sentirci tutti i giorni. Purtroppo non essendo una malattia come le altre, sapere di non poter stare vicino a lei mi distruggeva, é come se combatteva da sola una battaglia che le ho portato io.

Mi dispiace tanto, e ora come sta tua mamma, e in generale i tuoi genitori?

Ora sta meglio, l’hanno trattenuta ancora un po’ in ospedale per alcuni accertamenti ma tornerà a breve, sicuramente però, anche se ha superato questo virus, il trauma rimarrà per un po’, é stato difficile per me, immagino per lei, quando ci scrivevamo per messaggio o ci chiamavamo io sentivo che voleva essere forte, ma in realtà in quelle situazioni nemmeno una mamma sa cosa fare e come reagire. Anche mio padre era preoccupato, non solo per la situazione di mia madre ma anche per il problema economico che la quarantena e la pandemia hanno portato. Lui infatti ha un negozio in cui é l’unico proprietario e commesso, e aveva da poco iniziato a lavorare prima che io portassi il virus, e siccome mia madre non lavora, ce la stiamo cavando con poco, facendo molti sacrifici.

Cosa diresti alle persone che negano questo virus?

Gli direi che sbagliano altamente, se ci sono delle regole e se ci hanno chiuso a livello mondiale, c’è un motivo.

Il COVID non ti distrugge solo fisicamente ma anche psicologicamente, é dura non poter uscire per un mese e non avere contatti perché devi rimanere chiusa in una stanza, oppure ancora peggio stare in quarantena all’interno degli ospedali attaccata a dei respiratori che ti aiutano a combattere tra la vita e la morte, con la costante paura di salutare un proprio parente da un telefono, per l’ultima volta.

Io stessa sono stata la prima a prendere alla leggera questo virus, e ora me ne pento altamente, per un mio sbaglio ha dovuto pagare tutta la mia famiglia solo perché volevo andare da una mia amica a tutti i costi, usavo la solita scusa del “sono giovane, il virus non mi tocca, non posso perdermi i migliori anni della mia vita”, che brutti ragionamenti che facevo solo qualche mese fa, ora mi vergogno molto ad aver solo pronunciato quelle parole.

E invece cosa pensi dei no vax?

Penso che ognuno possa fare quello che vuole, finché non crea danno agli altri. Puoi avere una tua opinione su qualsiasi altro vaccino, ma non su questo, non vaccinandoti metti in pericolo altre persone e te stesso.