Salerno: Coronavirus, riflessioni di Bruno Giustiniani, un medico prestato all’arte o viceversa

Salerno: Coronavirus, riflessioni di Bruno Giustiniani, un medico prestato all’arte o viceversa

Prof. Bruno Giustiniani*

In questo periodo ho difficoltà a comprendere sotto quale veste devo scrivere o parlare. Certamente non sono un virologo, per fortuna, perché rischierei di affermare concetti che con il passar del tempo verrebbero smentiti. Potrei scrivere da medico, ma non ho le competenze avendo per tanti anni fatto il chirurgo testa collo ed estetico ed anche se ho lasciato il nostro Ospedale Universitario da primario, ciò non mi dà il diritto di ergermi a super partes come tanti miei colleghi tentano di fare.

Tanto meno posso scrivere da artista, perché come ha scritto ultimamente il Presidente della Provincia Michele Strianese, potrei solo in un momento critico come questo essere di aiuto ad uscire fuori dal guscio e dare con l’arte e con la cultura nuove emozioni vitali quanto mai necessarie soprattutto oggi. Allora scriverò da cittadino, se mai con qualche nozione in più dal punto di vista medico. Non molto tempo fa, in un mio recente libro “La chiamata di Simon Pietro e dei suoi compagni”, ho parlato dell’umiltà dimenticata da miei colleghi, che già nei primi momenti della pandemia da Covid, ci dettavano linee guida con tanta sicurezza, pur se del comportamento di questo nuovo virus si conosceva ben poco e per di più esse venivano enunciate con voci diverse, affermando tutto come contrario di tutto. Allora Le nostre incertezze sono venute a galla con un evidente paura di veder davanti a noi un futuro incerto. Si è temuto per la stessa vita degli anziani o di chi ha avuto la sfortuna di incappare in malattie da renderli più deboli, ma il nostro pensiero è andato certamente a quale futuro si progettava per i nostri figli,  in special modo per i più piccoli, che si erano affacciati da poco alla vita.

Un grande statista, Benjamin Franklin, aveva nei suoi scritti parlato di tredici virtù che tutti i cittadini del mondo dovevamo perseguire e più tardi anche San Francesco di Paola, sempre nelle 13 virtù da lui individuate, poneva l’umiltà come la virtù principale, in special modo per chi governa e dà a noi le linee guida. Di certo non è stata cosa semplice barcamenarsi in problematiche fin ad oggi sconosciute ed abbiamo assistito a un’ ecatombe di anziani che lasciavano il nostro mondo senza neanche il conforto dei familiari; in  altre nazioni perfino fosse comuni per contenere un così alto numero di “trapassati”. E poi  il lavoro fermo o perso da tanti…… e si sono messe in pericolo le economie di tante nazioni. Sembrava che con la scorsa estate tutto si fosse attenuato e nonostante le raccomandazioni dei più prudenti, in special modo i giovani hanno dimenticato la retta via e che la pandemia non era finita del tutto.

E’ bastato o ha contribuito di molto  questo lassismo a far sì che i contagi aumentassero, assumendo ai giorni nostri livelli preoccupanti. Anche se in altre nazioni sembrerebbe ancora più grave la situazione con un numero di contagiati enorme, non si è tranquilli perché la percentuale di contagi, stimando il numero di abitanti della nostra nazione, diventa altrettanto alta. Ed allora speriamo tutti in uno statista, che ci conduca fuori da questo incubo. Ma come al solito tanti galli cantano in un pollaio affollato, simulando una nuova Babilonia. Da cittadino e da medico attendo con ansia questo vaccino, che annunci discordanti ci dicono imminente, considerando che ognuno di noi sicuramente debba farlo immediatamente dopo l’effettuazione di un sierologico dove si riscontri o meno la nostra positività o negatività ad aver contratto il virus. Chi è negativo  e quindi non ha anticorpi, dovrà subito vaccinarsi.

Il problema nasce per i positivi, quindi per chi ha contratto il virus ed ha carica anticorpale. La sua quantificazione con un sierologico detterà i tempi su quando fare o non fare la vaccinazione: risulta intuitivo che se la carica anticorpale è alta, non si debba effettuare vaccino, ma seguirla nel tempo con sierologici, per verificare  se essa scema e pertanto risulta poco efficace a dare immunità; solo con livelli bassi si procederà alla vaccinazione. Finchè non ci sarà questa vaccinazione di massa, atteniamoci con severità di comportamenti ad indossare la mascherina portata in modo giusto e non sul polso, al distanziamento superiore al metro e ad un lavaggio delle mani e delle parti scoperte frequente. Un unico dato che ci deve confortare e ciò è evidente a tutti, è che la virulenza di questo virus si è attenuata quasi, facendoci pensare ad una sorta molto vaga di vaccinazione di gregge. Tanti asintomatici, pochissimi sintomatici ci devono confortare e guardare avanti con fiducia, anche se ora dovremo far sacrifici e non allentare la guardia. Siamo tutti sulla stessa barca, per cui cerchiamo di vivere insieme abbandonando le cattiverie e gli egoismi che possono solo farci regredire verso la barbarie, intravedendo i ragazzi se mai come untori. Questa tragedia che incombe su tutti i popoli della Terra deve portare a darci forza l’uno con gli altri e ad essere virtuosi, pensando di essere accomunati da un unico destino e che abbiamo il dovere di preservare le future generazioni.

*medico, pittore, scultore, saggista