Eboli: Campolongo Hospital, Uil "Laddove la Sanità è un Diritto", lettera aperta a Governatore De Luca

L’indifferenza è il comportamento assunto da chi, di fronte a una decisione (alternativa o scelta ) non Sceglie. Il non Scegliere, manifesta un disinteresse, una assenza nell’agirechi non agisce manca di una propria idea.
Dante nel III Canto dell’inferno taluni li definisce “ che mai nun fur vivi”.
Se la Politica è Scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica”, ha l’obbligo di Governare gli eventi, quindi di fare Scelte, manifestare interesse soprattutto se si tratta di sacrosanti diritti sanciti dalla Costituzione Italiana.
 
Ad essa non è consentito non Scegliere, abdicare la Scelta o rimandare, ciò sancirebbe la sconfitta della Politica.
  La Costituzione Italiana ( e questo potrebbe sembrare un ritornello stereotipato ) riconosce il “ diritto alla salute “ definendolo “fondamentale dell’individuo”.
Tale diritto, viene più volte richiamato e sancito negli articoli della Carta Costituzionale:
oltre all’ Art. 32 che appunto lo definiscefondamentale” ; di  “ diritto sociale fondamentale” è scritto  nell’Art. 2 della Costituzione il quale recita :” la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” e tra i diritti evidenzia quello di “ una esistenza degna”, dove la “ dignità sociale “ è assicurata e richiamata nell’Art. 3 della Costituzione stessa.
 
Laddove la Sanità è un Diritto, la Politica ha l’obbligo di garantirlo, di ottemperare alle Sue responsabilità, di fare le Sue scelte, cioè di governarlo, amministrarlo.
Una considerazione ci sia consentita, sulla “impalcatura” del  sistema Giuridico Italiano a dir poco equivoco, in quale nella Costituzione  “ tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite” ; poi però non programma, non organizza, non pianifica  il Governo Centrale, ma demanda ( ai Governi Regionali )  la determinazione dei livelli essenziali, delle prestazioni concernente i diritti civili e sociali che devono essere garantiti sul territorio Nazionale, però… con una distribuzione delle risorse a dir poco discutibile.
Alle Regioni quindi l’onere di “garantire il diritto alle cure”, utilizzando i fondi e le risorse distribuite dal Governo Nazionale. Fin qui nulla da eccepire, la contraddizione è la ripartizione delle “dote” che il Governo conferisce, la quale è stabilita da parametri a dir poco obsoleti e superati, i quali di certo non  considerano le attuali e reali esigenze, non sono la fotografia della richiesta del territorio, quindi sicuramente criteri da aggiornare, ( forse da livellare ), se si vuole applicare in modo equo e funzionante l’assistenza Sanitaria su tutto il territorio Nazionale nel rispetto dell’Art. 32 della Costituzionale Italiana.
Questa stortura negli anni ha prodotto una Sanità a due, se non a tre velocità sul territorio Italiano, e noi come Campania, siamo stati indubbiamente i più “lenti” se non vogliamo mortificarci ed affermare con cinismo “ i più mortificati”.
La limitata disponibilità delle risorse, rispetto a quelle distribuite ad altre Regioni, ci ha sempre “tenuti impegnati” a tirare una “coperta corta”; a questo, non va nascosta la responsabilità di una politica Regionale, la quale spesso ( !!! ) ha mostrato i suoi limiti nella organizzazione della erogazione della assistenza sanitaria.  Una politica la quale spesso non ha amministrato, se per amministrare, intendiamo all’attenzione che la Politica doveva dare all’organizzazione sanitaria, cioè “curarne l’andamento in modo da garantirne l’efficienza e il rendimento”.
Una offerta ( del servizio ) non adeguata alla richiesta, inevitabilmente ha prodotto una Sanità a volte fallace, spesso incapace di garantire professionalità ed assistenza, “favorendo” la migrazione fuori Regione delle prestazioni, “favorendo” la mortificazione delle professionalità di una Sanità, la quale evidenziava sempre più la “mala” gestione.
Quindi la Sanità in Campania ha sempre operato in uno stato di “circostanza critica” intesa come “uno scostamento dalle normali condizioni di vita questa condizione eccezionale necessita di un intervento tempestivo e mirato per essere risolta in tempi brevi e con i minori danni possibili”.

Se questo è lo “ stato dell’arte” ci sia consentita una riflessione

 
Con la diffusione della Pandemia, le criticità del sistema (quello Sanitario) ha fatto emergere la non adeguatezza dello stesso, quindi doveroso in questa fase,  una attenta, seria e necessaria rivisitazione dell’intero Sistema Sanitario, il quale porti ad una adeguata organizzazione dello stesso.
È responsabilità della Politica, capire, rivedere e riorganizzare, partendo dai poteri Centrali del Governo Nazionale, delle Regioni e dei territori rappresentati dalle ASL.
Inevitabilmente, la Campania deve, in questa fase, fare una seria attenda valutazione, una  serena e stima dei fabbisogni dei cittadini per poter, da protagonista guidare questo particolare momento storico e riscrivere la Sanità del futuro.
Riteniamo questa la stagione delle responsabilità, la quale deve appartenere alla Politica, la quale deve guidare questo processo e alle parti sociali le quali sono chiamate a rappresentare il cambiamento che inevitabilmente i lavoratori. 
Abbiamo allora una Fase 3 in cerca di Autore
Un processo di rivisitazione del sistema, non può non essere attento ad un serio bilanciamento tra  il bisogno sanitario e socio – sanitario; adeguamento delle piante organiche che vada a rafforzare un personale ormai allo stremo; pensare ad una responsabile integrazione tra i servizi Covid e “ No Covid “; revisione e riorganizzazione del sistema RSA.
Oggi, l’attenzione di tutti i Sistemi Sanitari è impegnata al contenimento della diffusione della Pandemia da Coronavirus, al momento manca indicazioni chiare per guidare il processo di riavvio del Servizio Sanitario. Pensiamo che sospendere le attività di elezione, di specialistica ambulatoriale, le attività chirurgiche, ovvero l’altra Sanità, quella No Covid, dedicata alle cure del quotidiano e alla gestione della “ordinaria pandemia” di patologie croniche. Bisogna a Nostro parere fare scelte coraggiose oggi, agire ora con forza per dare forma  organizzazione alla Sanità del futuro, se non lo facciamo, significa che abbiamo scelto di “rimanere ultimi”. Saremo e resteremo quella Sanità che non ha scelto, non ha deciso, non ha avviato processi e percorsi nuovi, non ha programmato e organizzato l’innovazione che la Storia ci chiede, continuando a favorire le migrazione delle prestazioni fuori Regione, favorendo la mortificazione delle Nostre professionalità, e questa volta saremo complici della “mala” organizzazione della Sanità Campana. Quella Sanità la quale, in piena Emergenza Covid,  è stata il Nostro orgoglio.
Solo un atteggiamento serio, costruttivo e fattivo, una Politica matura sarà capace di ottemperare alle sue responsabilità, con la consapevolezza di svolgere in modo consapevole il ruolo  garante del Diritto alla Salute sancito dalla Costituzionale Italiana.
Una Politica capace e matura, la quale deve avere la maturità di saper integrare il Servizio Sanitario e Pubblico con il Privato, una Politica che sappia mettere in campo una seria, necessaria e condivisa riorganizzazione del sistema della RSA, le quali sono state duramente colpite dalla Pandemia da Covid. Residenze alle quali deve essere riconosciuto il ruolo di supporto che danno alle persone sole e alle famiglie nella assistenza alle persone anziane e sole.
Noi ci siamo, la UIL c’è, abbiamo voglia, competenza ed idee per dare il Nostro contributo ed essere attori protagonisti del cambiamento che la Storia ci chiede.
Forse vale la pena di cogliere l’occasione per provare a progettare un’assistenza diffusa per una Sanità più a portata di mano.
 
                                                                          Cordialmente
 
                              Felice Vocca                                                 Antonio Malangone
           Rappresentante Sindacale Aziendale                                 Segretario Provinciale Sanità