Mercato San Severino: cordoglio morte Emilio Paciello, politico della cittadina negli anni ‘80

Anna Maria Noia

La comunità di Mercato S. Severino piange un galantuomo d’altri tempi, Emilio Paciello – 66 anni. Deceduto domenica 29 ottobre (all’alba, sembra) a causa di un tumore, contro cui lottava da pochi anni. Paciello fu assessore comunale alla Pubblica Istruzione (ed anche consigliere), dall’80 fino agli inizi degli anni ’90. Uomo probo, serio, riservato, umile e disponibile. Schivo e attaccato alla famiglia. Col senso delle istituzioni, leale, onesto e integerrimo. Lavorava per le Ferrovie dello Stato; cattolico praticante, devoto, risiedeva al centralissimo corso Diaz con la moglie – Joanne Stellato, docente di Lingua Inglese – e le due figlie: Loriana (medico legale) e Francesca – che studiava Architettura. Aveva una nipotina, Chiara. I Paciello sono molto numerosi, a S. Severino. Noti e apprezzati per la loro grande laboriosità. E per la generosità. Un nipote, Orlando Paciello, è il presidente dell’ordine dei veterinari della provincia di Salerno e insegna all’università “Federico II” di Napoli. Anche il percorso politico di Emilio Paciello, oltre che la sua intera esistenza, è stato coerente e nel segno della continuità: dalla Democrazia Cristiana (Dc) al Partito Popolare, passando per la Margherita e infine approdando al Pd. Lo ricordano tutt’oggi – apprezzandone l’impegno e la ritrosia, il garbo e la mitezza – molti ex amministratori della cittadina. Tra questi, gli ex primi cittadini Tonino Pergamo e Antonio Figliamondi. Ma ha collaborato anche con lo scomparso Vincenzo Erra. Grande amico dei politici Alfonso Andria e Tino Iannuzzi (vicini alla famiglia, in questo momento di dolore e cordoglio – in particolare Iannuzzi ha espresso una sentita testimonianza funebre). I funerali sono stati celebrati lunedì 30 ottobre alle 15.30, nella chiesa di S. Giovanni in Parco – nella sua S. Severino. Tra molti cittadini che lo hanno apprezzato e che sono accorsi in frotta per tributargli l’ultimo saluto. Un dolore composto e quieto, ma mai rassegnato – quello dei parenti e degli amici. Una folla accorata gremiva l’edificio di S. Giovanni, al termine della celebrazione uno scrosciante applauso ha accolto il feretro del Paciello. Mentre un commosso Iannuzzi ha ricordato le virtù e i pregi dello scomparso. Don Peppino Iannone, il parroco, ha concelebrato con altri religiosi (don Vincenzo Romano e padre Guido Malandrino, amici di Emilio Paciello). Nella breve e toccante omelia, è emersa la grande fede di quest’uomo – ma particolarmente la dolcezza. Adesso, l’anima buona dell’illustre concittadino ha raggiunto le vette di un mondo migliore. Ricongiungendosi a tanti spiriti eletti.