Milano: Il Salone del Mobile 2017 ha chiuso battenti

 Domenica delle Palme, a Milano si sono chiusi i battenti del Salone del Mobile che ha avuto inizio il 4 aprile scorso alla presenza del Capo dello Stato della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e che rappresenta la manifestazione internazionale, punto di riferimento per il settore dell’Arredo e dei settori manifatturieri più rappresentativi del Made in Italy nel mondo e a tutto il mondo guarda ben oltre i confini ormai stretti dell’Europa, per tornare a crescere ora che, dopo anni di difficoltà e cali della produzione, sembra finalmente aver agganciato la ripresa. L’industria italiana dell’arredo-design è giunta alla 56^ edizione forte di una produzione in crescita per il secondo anno consecutivo (+2,3% a fine 2016), con un exploit del mercato interno (+3,1%, grazie soprattutto al bonus mobili) e la conferma della dinamicità dei mercati esteri, vero motore dello sviluppo negli anni di recessione. La più grande fiera internazionale del settore, con oltre 2000 espositori (per un terzo dall’estero) e 300.000 visitatori provenienti da 165. È stato un appuntamento immancabile per le aziende italiane del comparto (un universo di 29.000 imprese e 131.000 addetti), ma anche una grande occasione di business per la città di Milano, che per l’occasione ospita quasi 1500 eventi del cosiddetto «Fuorisalone» e dove sono giunte circa 400.000 persone, che hanno generato un indotto turistico di quasi 260 milioni di euro. Per questo sono state in corso trattative serrate tra il Comune meneghino e i rappresentanti sindacali dell’Atm (la partecipata dei trasporti cittadini in predicato FS), con l’obiettivo di evitare lo sciopero indetto dai lavoratori proprio durante la manifestazione del Salone del Mobile. Le imprese hanno temuto il contraccolpo sui duecentomila operatori e buyers giunti dall’estero. Alcuni dati (elaborati da Federlegno Arredo) aiutano a comprendere la vocazione internazionale dell’arredo-design: le esportazioni hanno raggiunto nel 2016 i 10,3 miliardi di euro (+1,6% sul 2015), ovvero il 51,3% della produzione complessiva (venti miliardi) con i primi mesi del 2017, stando al sentiment degli imprenditori, che hanno registrato un ulteriore incremento. Il settore inoltre ha un saldo commerciale positivo per 8 miliardi: uno dei più alti del manifatturiero italiano e il più elevato tra i principali Paesi esportatori di mobili (con l’eccezione della Cina). Non dovrebbe esultare solo Milano con lo chic di San Babila e Via Durini, celeberrima capitale oltrechè dell’Alta Moda anche del Design con 1500 eventi in undici distretti, ma tutta la Nostra Meravigliosa Italia per i successi raggiunti anche da lussuosi brand del Sud come Natuzzi. In fiera sono giunti una nutrita presenza di operatori esteri (l’anno scorso furono oltre il 70%), dice il presidente di FederlegnoArredo (che organizza e gestisce la fiera), Emanuele Orsini, soprattutto dai Paesi più dinamici. Oltre la metà delle esportazioni italiane di mobili è infatti destinata ancora ai Paesi dell’Unione europea ma, come spiega il presidente di Assarredo Claudio Feltrin, «l’Europa andrebbe ormai considerata tutta, insieme all’Italia, come un mercato domestico». Le opportunità più interessanti provengono dai Paesi più lontani, emergenti o comunque fortemente dinamici, che richiedono investimenti e strategie commerciali ad hoc, con progetti a lungo termine. Gli Stati Uniti, innanzitutto, che l’anno scorso sono saliti sul podio dell’export di arredo made in Italy, conquistando il terzo posto (alle spalle di Francia e Germania) 912 milioni di valore esportato, +8,8% sul 2015. Nuovi dazi permettendo, il mercato Usa ha un significato strategico per le aziende del comparto. Altro obiettivo prioritario è la Cina, diventato il 7° mercato di sbocco dei mobili italiani nel 2016, con esportazioni per 317 milioni di euro, il 21,9% in più dell’anno precedente. Il ruolo del Salone del Mobile, in questa prospettiva di internazionalizzazione, è fondamentale e per questo, sottolinea il suo Presidente Claudio Luti, «occorre investire e lavorare tutti insieme affinché Milano e il suo Salone rimangano l’unico luogo in cui è necessario essere presenti per conoscere le novità e il meglio della creatività». Ed io aggiungo che, se ne dica pure tutto il male possibile dell’Italia, ma resta un Popolo di Magnifici, già dall’Impero Romano che si espanse per secoli con gloria e coraggio in tutto il modo e così sarà per sempre in tutto compresa l’Arte.

 

Ellera Ferrante di Ruffana