L’Archivio della memoria per non dimenticare il passato

Giuseppe Lembo

Il passato delle cose fatte e dette, il passato delle testimonianze e dei ricordi, il passato del raccontare per raccontarsi, il passato di fatti ed eventi della quotidianità, diventa storico anche del pensiero condiviso; è un passato assolutamente da non dimenticare. Per questo e con questo intento, attingo spesso, oltre che alla fonte dei ricordi legati al passato, anche all’archivio della memoria di un passato dal vissuto allargato e fortemente condiviso, per poi utilizzarlo e trasformarlo in vita, non solo come testimonianze vissute, ma anche come percorsi di futuro; di un futuro umanamente possibile e sempre più necessario. Di un futuro, inteso come prodotti di insieme, il frutto di più idee, assolutamente necessarie per portare anche i territori umanamente, culturalmente ed economicamente sofferenti, in condizioni nuove per cambiare e così costruire mondi possibili. Tutto questo, mi spinge a ripercorrere il passato; a riportare spesso alla memoria che mi appartiene e che in modo allargato, per i fatti di positiva e coinvolgente umanità, appartengono anche al territorio ed alle umanità che sul territorio vivono e lavorano. Ho pensato, per tale obiettivo, ad un blog sul giornale on-line “Cilento Notizie” e ad una rubrica su Facebook dal titolo “La Fabbrica delle Idee”; entrambi sono ricchi di tante mie idee e di nuovi scritti sulle vive e complesse problematiche del nostro tempo che, per trovare le soluzioni possibili, hanno bisogno, in modo intelligente del nostro protagonismo attivo, condiviso e partecipato, sviluppando un insieme umano e sociale dialogante ed aperto al confronto, per evitare condizioni diffuse di indifferenza e di solitudine virtuale da Umberto Eco, molto provocamene attribuita agli “imbecilli del web”, una condizione umana perdente che, proprio non giova a nessuno; ma proprio a nessuno ed in nessun luogo. L’archivio della memoria per tante piccole, ma allo stesso tempo grandi cose, è dentro ciascuno di noi. Non bisogna assolutamente dimenticarlo, in quanto la memoria, con tutto quello che appartiene è uno scrigno prezioso che ci avvicina al passato; rende più umanamente vivibile il presente e, se non c’è “nanismo umano e culturale” di mezzo, può andare a costruire intelligentemente il futuro. Oltre al materiale delle tante cose vecchie, solo apparentemente inutili, la memoria è il computer sempre acceso del nostro pensiero; del nostro pensiero umanamente vivo, se è viva la società, un insieme umano che, per ben funzionare, a tutti i livelli, ha necessariamente bisogno di tutto l’umano possibile e soprattutto dei valori e dei saperi che rendono le idee non solo individualmente intese, ma condivise, come le tante nuove prime pietre, per fare funzionare i tanti cantieri del mondo, con alla base l’insostituibile creatività e presenza dell’uomo di tutti i tempi e quindi anche del nostro tempo che, sbagliando, da “imbecilli del web”, così come intelligentemente scritto da Umberto Eco, appena scomparso, pensa di potersi costruire in solitudine un mondo unicamente virtuale e fantastico, estraniandosi inopportunamente dal mondo reale. Tanto, non è assolutamente possibile; tanto, ha in sé il solo vuoto esistenziale. Bisogna fermarsi e riflettere attentamente su tutto questo; tanto, al fine di vivere umanamente bene ed a dare attivamente il proprio contributo di idee, per costruire un mondo migliore, nel più assoluto rispetto delle tante diversità e della grande ricchezza umana che viene al mondo, come grande dono a tutti del mondo, da un insieme umano fatto di diversità, grande ricchezza del mondo. Anche questo mio archivio della memoria che spesso apro per recuperare e riproporre esperienze passate, sicuramente utili per riflettere e per condividere l’utilità presente, al fine del futuro possibile; un futuro da costruire a più mani, che ha assolutamente bisogno di NOI. Se non ci siamo, se non si sa o non si crede opportuno di dover camminare insieme, sommando per il bene comune, come opportunità di un confronto utilmente allargato, c’è da dire, purtroppo, che siamo poco saggi, in quanto non sappiamo renderci utili al presente d’insieme ed ancora meno al futuro che ha bisogno di noi, delle nostre idee e dei tanti saperi della memoria, un patrimonio che non va assolutamente dimenticato e/o cancellato. È un dovere umano fare questo! Tanto lo dobbiamo a noi stessi per un presente umanamente migliore e con alla base un fare “giusto” e “saggio”. Tanto, soprattutto, lo dobbiamo al nostro futuro (è nostro comunque e sempre!) che si compone, nella sua naturale evoluzione, di un passato della memoria, di un presente delle testimonianze e dei ricordi, una miscela di idee e saperi che dobbiamo intelligentemente accompagnare con il meglio di noi stessi, affinché diventi un futuro umanamente saggio per quelli che verranno, gli eredi naturali del nostro passato e del nostro “umano” presente. Mi fermo qui! Ho ritenuto scrivere questo breve testo, come apertura di un post che ha per contenuto un evento del territorio che la nostra memoria non può e non deve assolutamente dimenticare. Non aggiungo, alla pagina pubblicata sul Mattino del 9 dicembre 2004, titolata Premio Nazionale “Danilo Dolci”, alcuna mia considerazione. La affido come post sul web ai tanti che credo possano gradirla come memoria; come ricordi di un passato che è stato parte di NOI, in un insieme poco solidale IO/NOI, ma che è stato, comunque, un grande piacere dell’anima averlo vissuto nel nome di Danilo Dolci, testimone eccellente di un’umanità nuova fatta, prima di tutto, di mondi di pace e del rispetto umano per i deboli e per tutti gli esclusi della Terra, purtroppo, egoisticamente, sempre più disumana.