Anziani, welfare in condominio

di Rita Occidente Lupo

Nuovi progetti sanitari per i circa 6 milioni d’anziani nel nostro Paese, di cui circa 4 milioni con lievi disabilità. Nuove iniziative, in un tempo che cambia e che spalanca la crisi, per un  welfare ‘fatto in casa’”, anzi, “in condominio”, a coloro che intendono ammortizzare costi anche tramite il ‘co-housing’ per condividere abitazioni diventate troppo grandi e costose per una persona sola, portieri sociali, case comuni. E laddove esistono infermità da accudire, la badante di condominio, che si suddivide le ore di lavoro tra più famiglie di uno stesso stabile e ognuna paga le sue ore in quote. In tal modo, gli anziani sempre più monitorati attraverso vari sussidi. Il “care manager” oltre a informare e orientare la famiglia sui servizi territoriali e sugli adempimenti amministrativi necessari per ottenere un servizio, può erogare un buono lavoro di 300 euro per un contratto di assistenza familiare. Anche portieri e custodi sociali, che tengono sotto controllo le esigenze degli anziani e monitorano il loro livello di salute, vera e propria ‘antenna’ del medico di famiglia sui bisogni di anziani che vivono da soli, così come il ‘co-housing’ o il ‘silverhousing’, ovvero la coabitazione con persone, esempio studenti ma anche pensionati, per allontanare la solitudine e risparmiare.