Parigi: conferenza su clima, Caputo “Accordo, modificare sistema produttivo, abbassare emissioni”

“L’accordo c’è, mantenere l’aumento medio della temperatura sotto 1,5 gradi Celsius e un sistema di finanziamento per facilitare l’ingresso di tecnologie pulite nei paesi a scarsa industrializzazione. Un risultato importante, storico, ottenuto anche grazie all’iniziativa europea e alla creazione dell’High Ambitious Coalition – Lo ha dichiarato Nicola Caputo europarlamentare del Pd – S&D in occasione della chiusura di COP21, la conferenza ONU sul clima di Parigi. – Nulla era scontato all’inizio dei lavori di questa Cop21 e le esperienze fallimentari di Copenaghen e Kyoto pesavano come un macigno alla vigilia del summit. Ora 194 Paesi responsabili del 93 per cento delle emissioni parteciperanno a un progetto di riconversione globale dell’economia, con l’ambizioso obiettivo di bloccare la crescita della temperatura non più solo “ben al di sotto dei due gradi” ma entro un grado e mezzo. Entro il 2018, gli esperti dovranno quindi determinare quale sarà il livello di emissioni compatibile con un aumento limite di 1,5 gradi. I paesi, esclusi quelli in via di sviluppo, saranno chiamati a rivedere al meglio i loro impegni, sempre su base volontaria, ogni cinque anni. Purtroppo il testo presentato ai delegati del Cop 21 alle 13.30 di ieri, non include l’impegno ai 100 miliardi di dollari che ogni anno i paesi sviluppati stanzieranno a quelli in via di sviluppo. E’ arrivato il momento che i Paesi si mettano al lavoro per mettere a punto interventi per modificare concretamente il sistema produttivo: mobilità, edilizia, energia. Se vogliamo veramente bloccare la crescita della temperatura – conclude Caputo – bisogna intervenire con una revisione degli obiettivi, bisogna abbassare le emissioni senza perdere tempo. Come ha sostenuto il Premier italiano, Matteo Renzi, se davvero vogliamo fare le cose sul serio per combattere il surriscaldamento con i suoi effetti (tra i quali 250 milioni di nuovi migranti per fattori climatici), bisognerà arrivare a un nuovo status giuridico delle intese. Non più la firma su un generico documento, ma l’accettazione di un Trattato, con impegni e scadenze vincolanti e con le relative sanzioni”.