“La mia vita di uomo” ricorda Allen

Angelo Cennamo

I romanzi di Philip Roth ricordano molto i film Woody Allen. Gli argomenti trattati sono più o meno gli stessi: la famiglia, l’infedeltà, il sesso, la psicoanalisi, il ritmo frenetico della vita metropolitana, gli studi e le docenze al College, il cinismo, la comicità, e un’immancabile dose di ebraismo. “La mia vita di uomo”, pubblicato nei primi anni ‘70,  non fa eccezione. Anzi, per certi versi, è il più “rothiano” dei romanzi di Roth. Al centro della trama c’è il matrimonio tra Peter e Maureen Tarnopol, un  giovane scrittore e una donna più grande di lui, pluridivorziata e isterica: “la donna che vorrebbe essere la sua musa ma è invece la sua nemesi” scrive il Newsday sulla quarta di copertina. L’unione tra Peter e Maureen si basa su una menzogna e sul ricatto morale: lei si finge incinta con un falso campione di urina e minaccia di suicidarsi se Peter dovesse porre fine alla relazione. Per il giovane scrittore il matrimonio diventa fin da subito un incubo. Vorrebbe liberarsene attraverso la scrittura e l’infedeltà, ma non ci riesce: è soggiogato da quell’arpia di Maureen che spia le sue trasgressioni e continua a minacciarlo. Neppure la causa di separazione riesce a rassenerare il clima: Peter ora è angosciato dalle spese per il mantenimento, altissime, non gli danno tregua. A un tassista che lo riconosce e che gli chiede: “ Ehi Tarnopol, cosa stai scrivendo in questo periodo?” Lui risponde: “Assegni” – è la frase più bella e più comica del romanzo. Per fortuna che c’è Susan, giovane e affascinate vedova di buona famiglia, che si innamora di lui e lo accoglie ogni sera,  come una geisha, nel suo lussuoso appartamento newyorkese. Ma il tormento di Peter non accenna a diminuire: la prospettiva di sposare Susan dopo il divorzio e di assecondare la sua smania di maternità lo scoraggia. In preda alla disperazione, decide di sfogare la propria infelicità da uno psicanalista, il quale, però, senza dirglielo, pubblica su una rivista scientifica la sua storia, travisandone sintomi e cause. Ne nasce un parapiglia, ma lui decide di non mollarlo: la sudditanza psicologica di Peter va ben oltre la figura di Maureen. Ma è nelle ultime pagine che il romanzo raggiunge le vette narrative più alte: la scena dell’incontro inaspettato tra Peter e la sua (quasi) ex moglie, con l’ultimo trabocchetto di lei, è esilarante. Tutta la rabbia accumulata dallo scrittore esplode in un raptus di violenza. Lei, terrorizzata, se la fa sotto. In senso letterale. Lui è sopraffatto dalla puzza che si propaga in tutte le stanze, ma non demorde. Maureen morirà sotto i colpi incessanti dell’esausto Peter? “E’ davvero morta? Morta sul serio? Morta come sono i morti?”. Forse.