Sud da cambiare, per cambiare nell’unità l’Italia

Giuseppe Lembo

L’annuncio a sorpresa di qualcosa di nuovo per il Sud, oggi, nell’anno del Signore 2015, viene dal Premier Matteo Renzi; tanto, a solo qualche giorno dalla elezione del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella che, con molta discrezione ed a toni bassi, ha dichiarato di essere il Presidente degli italiani, attento soprattutto e prima di tutto a restituire la speranza perduta ed a risolvere le difficoltà da lungo tempo irrisolte degli italiani ormai e sempre più in croce, senza possibilità alcuna di rinascita e di resurrezione soprattutto nel maledetto Sud. Il Premier Renzi, in omaggio alla sicilianità del Presidente Mattarella ha pensato, almeno a parole, di creare il nuovo meridionale; tanto, attraverso la nomina di un Ministro per il Sud, trasformando l’attuale Ministero degli Affari Regionali in Ministero del Mezzogiorno, affidando a questo dicastero, con la definita destinazione Sud, anche la gestione dei fondi europei. In sostituzione della dimissionaria del vecchio Ministero degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta, il magnifico ed energico Premier, appellandosi al suo decisionismo che, proprio non gli manca; ha già pronto oltre alla trasformazione anche il nome del nuovo Ministro per il Sud; potrebbe essere, secondo fonti accreditate un napoletano o addirittura la palermitana Anna Finocchiaro. Così come annunciato a “Porta a Porta”, sarà denominato Ministero del Mezzogiorno e della Coesione Territoriale. Ben venga, sempre che non rappresenti un ulteriore tradimento per il Sud, che si vedrebbe arricchito ancora una volta del solo inutile contenitore vuoto per un Mezzogiorno, senza avere alla base un Progetto Sud, finalizzato a cambiare, sviluppando le tanto martoriate e tradite terre meridionali, disperatamente sole ed ancora in mano ad una classe dirigente che ha preferito imbalsamarne le sue condizioni, con tutte le inopportune contraddizioni di uno sviluppo mancato, perché, ostinatamente e prima di tutto, non voluto. Caro Matteo Renzi, Premier degli italiani, questo Sud a cui viene per tua scelta, rivolta la meritata attenzione di un Ministero ad hoc, è parte integrante e viva di quella disperata sofferenza italiana a cui nel discorso di insediamento, ha opportunamente rivolto la sua attenzione il Presidente Mattarella, come prima espressione manifesta del suo ruolo presidenziale, avendo individuato e ben fatto capire, da che parte sta. Il garante degli italiani, senza pensare ad attese taumaturgiche e miracolistiche, ha dichiarato di avere quale fine prioritario del suo ruolo presidenziale, la liberazione degli italiani dalle loro tante e consolidate sofferenze, ridando così quella speranza ormai cancellata a chi non ce l’ha; a chi gli è stata inopportunamente rubata dai tanti ladri di futuro, cattivi protagonisti del lungo tradimento italiano, al Sud trasformatosi, cammin facendo, in una vera e propria tragedia umana e sociale, per effetto della quale in tanti sono stati e sono ancora costretti a leccarsi le loro purulenti e sanguinanti ferite, con danni irreparabili che, da sempre, sono stati trasferiti dall’una all’altra generazione. Qui, più che nel resto del Paese, per effetto crescente di una disperata disoccupazione sia nel mondo del lavoro fortemente in crisi (sono tanti, veramente tanti che chiudono; tante, veramente tante, le saracinesche abbassate), sia dei senza-lavoro con i giovani abbandonati a se stessi, non siamo assolutamente di fronte al fertile terreno delle facili promesse. Qui è ormai vietato promettere. Qui al Sud non si deve promettere più niente; il libro dei sogni meridionali con le tante facili promesse, è stato già scritto; è completo e non ha più pagine in bianco a cui affidare altri sogni, altre facili promesse, altre “maledette” delusioni. Se il Presidente degli italiani, così come dichiarato, è prioritariamente impegnato a risolvere il disagio italiano, un disagio ancora gravemente presente al Sud, restituendo la speranza ai tanti italiani traditi, se il Premier Renzi pensa al Ministero del Mezzogiorno, per cambiare il Sud, sperando che alle belle promesse non si susseguano altre sofferte delusioni e tradimenti, ben venga tutto questo. Questo Sud non protagonista, con i suoi giovani in giro per il mondo, caro Presidente Mattarella, caro Premier Renzi, non vuole assolutamente morire di promesse tradite. Che lo si lasci almeno in pace, a godersi la propria umanità di uomini falsamente liberi, in quanto liberi non sono, perché oppressi dal bisogno, perché sottomessi ai poteri forti, compresi quelli dell’illegalità diffusa; perché non garantiti in niente nel presente ed altrettanto nelle prospettive di un futuro dove, nei tanti califfati meridionali, governano sgovernando, i “falsi” signori di sempre; quei signori con il cappello in testa che ancora ed in tutte le situazioni pretendono il rispetto del “vossignoria illustrissima” da chi in testa ha sempre portato la coppola, simbolo visibile della propria sottomissione e della propria sudditanza silenziosa. Caro Matteo Renzi, il nobilato del pensiero meridionale, ha manifestato le sue perplessità sul ritorno di un Ministro del Mezzogiorno, con la convinzione che la settorializzazione territoriale della politica non ha giovato al Mezzogiorno e tanto meno all’Italia, così come dimostrano i fatti italiani e meridionali più particolari. Al primo posto del Progetto italiano, caro Premier Renzi, c’è il grande capitale umano, un patrimonio italiano, tra l’altro, ambasciatore di italianità nel mondo che, se ben usato, può veramente far rinascere questo nostro meraviglioso Paese, purtroppo ancora oggi, fortemente ammalato di UOMO, in quanto egoisticamente non sa vivere bene con gli altri. Caro Premier Renzi, prima di tutto, è necessario chiamare al capezzale dell’Italia morente, con il Sud già crocefisso, gli italiani, tutti gli italiani e conoscerne i loro comportamenti, la causa prima dei tanti gravi mali di questo nostro malcapitato Paese.