Beatificato Paolo VI

di Rita Occidente Lupo

Nella Chiesa  che nell’era contemporanea sembra arrancare, sotto i colpi dell’acceso modernismo, le luci. L’era Bergoglio, che scandisce i ritmi della new age, detenendo apertura, nel rispetto magisteriale, ha già messo in luce la Santità, transitante per ogni condizione. E per ogni ruolo. Terzo Pontefice a varcare gli altari Paolo VI, applaudito ieri da una calca all’inverosimile in Piazza San Pietro. Dopo Roncalli e Wojtyla, la beatificazione di Montini ha fatto rumore, contrariamente al suo tratto riservato e riflessivo. Vissuto nel periodo della cortina di piombo, in anni nevralgici per il Paese, assistente Fuci, accanto alla Democrazia Cristiana per gl’ideali sturziani. Aldo Moro, che seguì amichevolmente, fino alla sua atroce morte, insieme a Giorgio la Pira, Alcide De Gasperi, nel panorama di un’Italia che richiedeva riforme, proprio dall’alto dei valori etici. Di qui non solo l’inizio di viaggi apostolici, il primo in Terra Santa, ma anche il Concilio Vaticano II, con le encicliche. Le tematiche contraccettive, Humanae Vitae; il celibato sacerdotale, Casti Connubii, alcuni punti chiave di un Papato che, aperto all’ecumenismo, abbracciò non solo il patriarca Atenagora. Pur rispettando le esigenze della modernità, il tratto fermo sulla Parola divina, senza strappi evangelici. E ieri, in Piazza San Pietro, il Papa emerito Benedetto XVI, da lui eletto cardinale e Papa Francesco, a render omaggio terreno di una vita che, vissuta tra responsabilità di gregge, da tradurre a salvezza e fomentati tempi sociali, ha dato alla Chiesa un fulgido testimone , anche sotto il carico di pressanti istanze, sempre pressanti nell’attentare alla santità della vita!