Salerno: Radicali, veglia preghiera associazioni laicali

La disperazione scoppiata con inaudita violenza durante la passata processione di S. Matteo, dei disperati che hanno smarrito “la speranza”, quella del  “SPES CONTRA SPEM” di Paolo ai Romani, che è fonte invece di spiritualità nonviolenta e di fede. Urge immediato il ritorno alla lettera del Vangelo con la riflessione della preghiera e la forza del digiuno.Per questo ci saremo domani sera in Cattedrale alla veglia di preghiera digiunando con l’itera “Comunità Penitenziaria di Fuorni”, di chi lì lavora, di chi è volontario o di chi lì è ristretto, tutti condannati alla stessa pena illegale inflitta da questo Stato che è condannato negli ultimi trenta anni per più di duemiladuecento volte (due casi a Fuorni) dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, ma non per questo preda della disperazione dei violenti, ma forte della speranza dei nonviolenti. Ci saremo insieme alle associazioni laicali, da credenti con l’intera comunità di credenti per stringerci intorno al Pastore della Chiesa salernitana, che la conduca letteralmente ad essere povera per i poveri, di spogliarsi di ogni suo avere mondano per loro, come sa dire e fare quel Gesuita venuto dalla fine del mondo, senza ne ori, ne argenti o pietre preziose, che ha voluto farsi chiamare Francesco. Ci saremo con la nostra lotta nonviolenta e gandhiana per al Giustizia e lo Stato di Diritto, il “Fermare il massacro nelle carceri”a favore degli ultimi tra gli ultimi, il dare corpo con lo sciopero della fame al Satyagraha, nella lingua di Gandhi letteralmente di amore e forza per la verità, per il quale il nostro Don Andrea Gallo usava e spendere sempre stupende parole d’amore: “Il digiuno è un precetto cristiano ed è la più alta forma di preghiera”. Questa tortura che è peccato mortale e non è punita dal codice penale, per cui la Repubblica italiana è condannata oramai definitivamente da oltre trent’anni dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Allora da subito mobilitiamoci fermiamola, facciamo presto fermiamo insieme il massacro nelle carceri. Questo Papa, Francesco ci esorta al coraggio e ci invita a svegliarci, entriamo digiunando insieme nelle celle, come seppero fare prima di noi Papa Giovanni e Papa Giovanni Paolo II. Chiediamo e marciamo insieme per l’Amnistia e l’Indulto come prima di noi i due Papi Santi. Sicuro che si appresti anche lui a dire e fare, proprio chi li ha elevati agli onori degli altari, Francesco. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.  (Matteo 5,3-12)