Campagna: Cgil su alloggi Camaldoli e Quadrivio

Mentre il Paese è “dilaniato” dall’abolizione o meno dell’art. 18 ci troviamo, per l’ennesima volta, a dover fronteggiare la dura realtà del Mondo delle Costruzioni, che fa apparire ridicola la sterile discussione che in modo strumentale e del tutto gratuito, fa credere che l’abbattimento della barriera giustamente eretta dallo Statuto dei Lavoratori a difesa dei diritti, sia necessaria per lo sviluppo, la crescita e soprattutto l’occupazione. Nello specifico, invece, parliamo di un’Opera per i Lavori di realizzazione di 110 alloggi nel Comune di Campagna affidati nel lontanissimo 2004 che prevedono la costruzione di 20 alloggi presso la Frazione Camaldoli e 90 alloggi presso il Quadrivio in Via Piantito per un appalto di circa 8milioni di euro con Fondi della Regione Campania.  Fino al 2011 i lavori proseguono regolarmente tant’è che i 20 alloggi di Camaldoli vengono terminati. Dopo una sospensiva del 2012, dovuta ad una denuncia di un ex dipendente, nel 2013 riprendono, anche se a rilento, i lavori che con l’inizio del 2014 viaggiano  pieno ritmo fino al 15 settembre 2014 quando l’Impresa esecutrice dei lavori, la MC Italia chiede una sospensiva  poiché  gli  stati  di avanzamento sono fermi ad aprile 2013.  A tutt’oggi l’azienda deve percepire 4 stati di avanzamento per un totale d circa i 800 mila euro. Con il tragico risultato che 10 lavoratori con le loro rispettive famiglie si sono trovati da un momento all’altro senza alcun reddito. Dietro ns. richiesta Il Sindaco di Campagna, Dott. Monaco, molto attento e sensibile alla risoluzione del problema, convocandoci tempestivamente nonostante che il Comune di Campagna fosse in piena emergenza a causa dei seri danni causati dagli eventi meteorologici (IL DISSESTO IDROGEOLOGICO è un altro dei tantissimi problemi reali del Settore Costruzioni)  ha comunicato che come Ente hanno provveduto puntualmente a girare gli Stati di Avanzamento alla Regione Campania e da ultimo una diffida nei confronti della Regione stessa che per il rispetto del Patto di Stabilità non riesce a sbloccare i Fondi. A cascata, la stessa Amministrazione Comunale  ha ribadito che per colpa del Patto di Stabilità l’ente non è nelle condizione di anticipare nessun pagamento, come d’altronde già fatto nel 2013.

Insomma, ancora una volta un altro Cantiere rischia di chiudere per una sola ed unica motivazione: lo sforamento del Patto di Stabilità. Tutto ciò farà si che un’altra Opera sia annoverata tra quelle incompiute, nonostante che siano stati già spese migliaia e migliaia di euro dalla collettività. Se a ciò aggiungiamo che dieci lavoratori vanno ad aggiungersi alla già lunga lista dei disoccupati edili nella provincia di Salerno, abbiamo un quadro completo che certamente si posiziona in un contesto già di per sé critico, sia a livello Nazionale che a quello Provinciale. Quindi invece di fare show ad effetti mediatici, ci si dovrebbe preoccupare di cose concrete e reali necessarie per far ripartire il Paese ed in modo specifico il ns. Settore da troppo tempo ormai in una difficoltà senza precedenti, dove in un Paese in recessione da anni, il Comparto delle costruzioni continua a essere il fulcro della crisi. Per esempio, un allentamento selettivo del patto di stabilità interno per Regioni, Province e Comuni che avrebbe un effetto immediato di sollievo sulle economie locali, sbloccando migliaia di piccole opere. Spingere il settore verso una ripresa fondata sulla qualità, la regolarità del lavoro e dell’impresa, la sostenibilità ambientale e messa in sicurezza del patrimonio abitativo e del territorio.