Agropoli: GdF, conclusa operazione “Futubox”

I  finanzieri  della  Compagnia  di  Agropoli,  coordinati  dal  Procuratore  della  Repubblica  di Vallo della Lucania  (SA), hanno concluso  le  indagini condotte  in seguito all’oscuramento dall’Italia del noto portale pirata  internazionale FUTUBOX, al  fine di  interrompere  l’illecita diffusione di opere coperte dal diritto d’autore on line, con fini di lucro. Al  termine  delle  investigazioni,  condotte  dalle  Fiamme  Gialle  con  l’ausilio  tecnico  della F.P.M. (Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale) a seguito della denuncia presentata  da  SKY  ITALIA  nei  confronti  dello  stesso  portale,  è  stata  data  nuova esecuzione all’ordine di inibizione dell’accesso per gli utenti italiani, notificato – sotto forma di blocco IP/DNS – ai fornitori di servizi internet (c.d. “Internet Service Providers”) operanti su tutto il territorio nazionale.  La nuova operazione di  “shoot down”  fa seguito alla precedente applicazione del vincolo cautelare  sui  16  siti web  da  cui  era  possibile  accedere  ai  servizio  pirata  internazionale FUTUBOX,  avvenuta  nel  mese  di  maggio  2013,  per  interrompere  le  attività  illecite  di trasmissione  in streaming dell’intero palinsesto dell’emittente  televisiva satellitare  italiana,
altrimenti  fruibili con modalità  “pay-per-view”,  in violazione dell’art. 171-ter della  legge n.  633/41, che tutela il diritto d’autore. Il servizio FUTUBOX era  focalizzato sulla  trasmissione  in alta definizione dei programmi
delle  emittenti  SKY  GERMAN,  SKY  ITALIA  e  SKY  UK,  oltre  ad  alcuni  canali  della televisione francese e russa. L’accesso era consentito previa sottoscrizione di un abbonamento, al prezzo di 8 euro al mese;  tale  servizio  risultava  fruibile  in  Italia  a  mezzo  internet,  sia  da  computer,  sia 
attraverso dispositivi mobili (telefoni cellulari e tablet). Il segnale veniva gestito dall’estero e suddiviso attraverso server media per la gestione dei
flussi live (live-streaming) e server media per la gestione dei flussi on-demand. Dopo  l’esecuzione  dell’ordine  d’inibizione,  nel  2013,  le  investigazioni  della  Guardia  di Finanza sono proseguite, in tutto il territorio italiano ed in 6 Paesi stranieri, per individuare i soggetti  responsabili ed  i canali di approvvigionamento delle  “smart card” di accesso ai servizi satellitari SKY, utilizzati per rilanciare il segnale pirata. Le  investigazioni  condotte  dalla  Guardia  di  Finanza,  conclusesi  con  la  denuncia  di  5 persone, hanno permesso di individuare, tra l’altro: –  un  procacciatore  d’affari  residente  nelle  Marche,  che  si  procurava  da  un  dealer autorizzato SKY le schede pre-pagate necessarie per accedere al servizio satellitare e provvedeva ad  inviarle ai  titolari di FUTUBOX  in Ucraina,  i quali utilizzavano  le carte per  rilanciare  il  segnale  pirata  ed  aggiornare  periodicamente  l’elenco  dei  canali accessibili  in  streaming,  da  cui  era  possibile  accedere,  tra  l’altro,  alla  trasmissione delle  partite  di  calcio  e  delle  gare  di  Formula  1  offerte  in  esclusiva  ai  clienti dell’emittente satellitare; –  un  giovane  pugliese, laureato  in  informatica  ed  in  contatto  con  il  primo,  che  si occupava della promozione e del supporto alle attività illecite di FUTUBOX in Italia, in forza  di  un  contratto  stipulato  con  una  società  ucraina  che  gli  attribuiva  il riconoscimento  di  un  compenso  pari  al  25  per  cento  della  raccolta  complessiva derivante dagli abbonamenti al portale pirata in Italia. Entrambi  sono  stati  destinatari  di  perquisizioni  domiciliari;  l’esame  del  materiale
informatico sequestrato nei confronti del dealer,  reso particolarmente complesso a causa dell’impiego,  da  parte  dell’indagato,  di  un  programma  denominato  “PrivateTunnel”, utilizzato  per  rendere  anonima la navigazione  su  internet, mediante  l’instradamento  dei pacchetti  dati  attraverso  una  rete  di  nodi  posizionati  in  diversi  paesi  esteri,  finalizzato  a non  lasciare  traccia della connessione dati utilizzata per  la navigazione, ha permesso di
raccogliere  prove  schiaccianti  per  disarticolare  la  base  italiana  che  spalleggiava l’operatività illecita di FUTUBOX dal territorio estero.  La  raccolta  di  fondi  avveniva  su  circuiti  di  transazione  elettroniche  resi  disponibili  dai rivenditori  ufficiali  (PayPal,  MoneyBookers,  PostePay,  iKoruna),  utilizzando  account  in taluni casi risultati intestati alla nonna defunta del dealer marchigiano. Alla medesima era  intestato anche un  account  su YouTube,  sul quale erano postati dei video  dimostrativi  realizzati  per  promuovere  la  diffusione  di  un  programma  sviluppato
dall’informatico pugliese, denominato TELEBOX, che consentiva  la  fruizione degli stessi palinsesti  offerti  da  FUTUBOX,  oltre  a  raccogliere  ulteriori  canali  di  emittenti  televisive locali  ed  estere  aggiunti  ad  una  scelta  di  stazioni  radio  per  la  fruizione,  sempre  in streaming pirata, dei palinsesti musicali. Tali investigazioni hanno permesso di rilevare, tra l’altro, che dal mese di settembre 2013 era  stato  attivato  un  nuovo  portale,  denominato  FUTUBOXITALIA.TK,  dal  quale  era possibile  attingere  informazioni  per  “aggirare”  il  blocco  IP/DNS  imposto  dall’Autorità giudiziaria  italiana  ed  eseguito  dalla Guardia  di  Finanza  di Agropoli,  il  cui  dominio  per questo è stato definitivamente oscurato dalle Fiamme Gialle nei giorni scorsi. Con l’occasione, sono stati inibiti anche tre nuovi indirizzi IP attraverso i quali, seguendo le complesse procedure suggerite su  tale sito web,  in seguito all’originaria  inibizione era ancora  possibile  accedere  dall’Italia  ai  servizi  pirata  di  FUTUBOX,  che  tuttavia  aveva sensibilmente  modificato  il  bouquet  di  canali  italiani  accessibili  in  “streaming”  ad  alta definizione;  difatti,  erano  stati  eliminati  alcuni  canali  appartenenti  all’emittente  satellitare SKY  ITALIA, mentre  erano  stati  aggiunti  i  palinsesti  riferiti  a  numerosi  canali  in  chiaro delle reti MEDIASET e RAI. Analogo  iter  è  stato  impiegato  nei  giorni  scorsi  per  richiedere  agli  Internet  Service
Providers italiani l’inibizione all’accesso dall’Italia di tre nuovi indirizzi IP, nonché il nome di dominio SUMOTORRENT.COM, tramite i quali era possibile raggiungere i portali pirata internazionali TORRENTREACTOR e SUMOTORRENT oscurati  in  Italia dalla Guardia di Finanza  di  Agropoli  tra  il  2012  ed  il  2013,  nell’ambito  di  parallele  indagini  condotte  in ambiente internet, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (SA). La complessa operazione conclusa dalla Guardia di Finanza di Agropoli (SA) si  inquadra nel più ampio contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della diffusione illegale di  materiale  coperto  da  copyright,  illecito  che  costituisce  una  gravissima  turbativa  del mercato legale e genera mancati introiti di milioni di euro ogni anno per gli aventi diritto e
per l’Erario.